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Recensioni

Bloodroots – la recensione

Filippo Melchionna 5 anni fa Commenta! 4
 

E’ chiaro che Bloodroots è stato creato con una tematica precisa e che non lascia dubbi: diventare il successore spirituale di Samurai Jack.

Contenuti
Un passato macchiato di rossoPochi tasti ma precisiColore quà e colore làTi potrebbe interessare

Con un gameplay semplice quanto difficile è una storia dai toni chiari, Bloodroots è un videogioco indie che può stupire, soprattutto chi, nell’infanzia ha trascorso i pomeriggi guardando la serie animata del samurai più famoso di Cartoon Network.

Un passato macchiato di rosso

La storia di Bloodroots è semplice: un villaggio distrutto dove il rosso del sangue prevale sulla neve e gli alberi circostanti spinge il protagonista ad una folle ricerca di sopravvissuti da salvare.

Si scoprirà che un gruppo di personaggi bizzarri quanto enigmatici hanno raso al suolo il villaggio e ucciso i suoi abitanti. Spinto dalla sete di vendetta, “Wolf” si metterà alla ricerca di “Black Wolf”  il leader del gruppo, (cosi chiamato per il copricapo fatto con le pelli di un lupo nero) e annientarlo definitivamente.

Pochi tasti ma precisi

Il gameplay di Bloodroots è altrettanto semplice, i tasti essenziali sono rappresentato da: salto, attacco, afferra.

Non abbiamo un inventario a nostra disposizione ne un arsenale di armi, in questo caso, l’arsenale è rappresentato dall’ambiente di gioco. Ogni oggetto presente all’interno dello scenario è rappresentato da una illuminazione tipica e può essere afferrato e usato come arma, non solo, possono anche variare in base alle classifiche: da taglialegna a spade, ruote, ingranaggi, carote, parti di corpi umani, pesci affumicati, assi e cosi via.

Sicuramente il modo stravagante e la facilità con la quale contamina il terreno con il sangue dei nemici dà quel tono splatter che giustifica l’eccessiva esagerazione. Come detto in precedenza, il gameplay non è nulla di speciale ma basta per rendere divertenti le sessioni. in ogni caso, la difficoltà basata sul One Shot One Die, lo rende più impegnativo e questo vale sia per i nemici che per il videogiocatore consentendo di ridurre gli errori e non essere cosi costretti a ripartire dal checkpoint.

Qualche difficoltà lo potrebbe dare  il poco controllo sugli oggetti da poter usare come armi che sono comunque numerosi: ad esempio la sciabola esegue un dash continuo che non permette di essere controllato cosi come la durata di tali oggetti che ha una durata molto breve, e che al massimo, può annientare tre nemici.

Colore quà e colore là

Il comparto grafico fumettistico rimanda al cartoon Samurai Jack, celebre cartone trasmesso da CartoonNetwork dallo stile inconfondible con le sue linee precise ma sproporzionate.

Bloodroots vanta le stesse linee risultando un cartoon comandato dal videogiocatore un elemento che senza dubbio riserva una certa soddisfazione e un buon livello di divertimento.

Il comparto sonoro non gode di grandi colonne sonore ed è costruito esclusivamente per riprodurre i suoni dei colpi o le urla di sforzo dei personaggi durante le battaglie.

Nonostante sia una storia semplice e facilmente intuibile in alcuni punti, è un titolo indie di spicco e può impegnare anche per tempi lunghi per il livello di sfida che offre.  Se vuoi possedere un indie interessante, sicuramente Bloodroots è il titolo che fa per te.

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