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Qual è stato il problema di Mafia III?

Angela Pignatiello 6 anni fa Commenta! 5
 

Come ben sappiamo, i titoli open world sono belli per l’enorme quantità di cose da fare tra una missione principale e l’altra. Basti pensare a The Witcher 3 o molti altri giochi di ruolo, dove si gironzola nella mappa alla ricerca del figlio del lord perduto oppure per perdere tempo negli strip club. Il titolo di cui ti parlerò oggi è stato criticato proprio per questo motivo: pretendeva di essere un open world, ma non c’era niente da fare. Di cosa sto parlando? Mafia III.

Mafia III, successore del capolavoro Mafia II, è stato sviluppato da Hangar 13 e pubblicato da 2K. Ci vede nei panni di Lincoln Clay, un uomo di colore che appena tornato dalla terribile guerra in Vietnam (nel 1968), perde la sua famiglia adottiva a causa di un mafioso, Marcano. Decide dunque di prendersi la sua vendetta togliendo lentamente tutto ciò che quest’uomo ama: i suoi territori, soldi, famiglia e solamente alla fine la sua stessa vita.

Purtroppo nonostante il forte messaggio contro il razzismo ed il terrore della guerra, Mafia III non è riuscito a convincere tutto il pubblico a causa della pochezza dei suoi contenuti. Ciò che intendo è che gli sviluppatori non sono riusciti a creare una catena di cose da fare in modo da tenere occupato il videogiocatore, anzi quest’ultimo si troverà spinto a giocare una missione principale dopo l’altra e raggiungere velocemente la fine del titolo.

Mafia III: Lincoln e Vito

All’interno del videogioco di Hangar 13 è possibile però raccogliere giornalini di Playboy, trasportare casse di cannabis o di alcool, o fare dei lavori per conto di Vito Scaletta. Sì, il protagonista di Mafia II è incluso nel nuovo capitolo. Ma questo purtroppo non lo riesce a salvare dalla presenza di poco contenuto.

Mafia III ha una delle migliori introduzioni: gameplay (anche scriptato) spezzato da cutscene ben realizzate, musica sempre azzeccata e divertimento assicurato. Ma una volta superato il tutorial, è come se tutto si spegnesse, diventa un proseguire e basta, anche il voler aprire tutte le cabine per scoprire la posizione dei nemici dopo un po’ è noioso, purtroppo.

Il team di sviluppatori avrebbe dovuto chiudere la mappa e renderlo lineare, similmente ad Uncharted, giusto per fare un esempio, in modo da poter lavorare meglio sul level design ed evitare ripetizioni. Queste hanno letteralmente ucciso il Mafia III, rendendolo un titolo mediocre, anche se lo shooting e la guida danno davvero un ottimo feeling.

Mafia III

Non c’è una vera e propria componente online, mentre avrebbero potuto implementarla alla Grand Theft Auto V, magari senza il roaming libero. Quindi corse, deathmatch, solo per alimentare la voglia di aprire il software e farsi una partita. Ma non c’è nulla.

Purtroppo è uno di quei titoli one shot: li apri e finisci per non riaprirli mai più. Ed è davvero triste nel caso di Mafia III, in quanto aveva un potenziale stratosferico. È stato un titolo ucciso dal suo essere forzatamente open world, dal voler seguire quel ciclo di videogiochi. Cosa intendo? In quel periodo la maggior parte dei titoli rilasciati aveva componenti o era open world. Questo ha portato all‘errore di voler spingere in alto il titolo utilizzando questa struttura. Quanti altri giochi avranno questa forzatura?

Personalmente, vi consiglio di provare il gioco, in quanto ha un gameplay davvero ben fatto. Se vuoi, puoi trovarlo ad un prezzo davvero conveniente se possiedi un account Steam o una Xbox One. Eccoti qui il link che ti collegherà al sito web di Instant Gaming, dove potrai acquistarlo con il 78% di sconto.

Per quanto riguarda invece la serie Mafia, pare Take-Two abbia di recente registrato di nuovo il marchio della serie, se ti interessa ecco qui l’articolo dedicato all’avvenimento, scritto sempre da noi di iCrewPlay.

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