Sviluppato da Ultizero Games e pubblicato da PlayStation Publishing LLC, Lost Soul Aside è un action con elementi da gioco di ruolo in terza persona 3D a cui si aggiungono innumerevoli enigmi ambientali e anche una spruzzata di semplice crafting di materiali. Noi abbiamo vestito i panni di Kaser su PlayStation 5 e questa è la nostra recensione. Pronto a salvare la tua sorellina?
Lost Soul Aside e il suo guardare troppo a Final Fantasy (e non solo)
Prima di affrontare la narrazione di Lost Soul Aside è bene ricordarci che tipologia di progetto abbiamo fra le mani. Il titolo è stato inizialmente concepito da un solo sviluppatore, tale Yang Bing, che, palesemente ispirato a Final Fantasy, in particolare al 15° capitolo della saga firmata Square Enix, ha dato vita a un mini progetto che ha poi condiviso con un video promozionale online. Il progetto attirò l’attenzione di PlayStation e lo sviluppatore fu incluso tra i primi partecipanti del “China Hero Project”.
Tale programma, come forse saprai, serve ad agevolare lo sviluppo e la produzione di opere videoludico tra cui lo stesso Lost Soul Aside. A Bing fu affidato un team di sviluppo che conta circa 40 professionisti dando vita all’attuale Ultizero Games. Come tutti sapranno, lo sviluppo del titolo ha riscontrato non pochi problemi, complice anche l’inesperienza di Bing stesso e Lost Soul Aside si è ritrovato in una gestazione di circa dieci anni culminata con l’intervento diretto di Sony negli ultimi tre e che la vede sia come publisher che come distributore.
La scommessa di PlayStation su Lost Soul Aside è stata quindi decisamente alta così come è alto il prezzo con cui viene venduto il titolo: settanta euro. Si tratta quindi di un’opera nata come indie ma promossa come tripla A. Basterebbe questa frase per sintetizzare gran parte dei problemi di Lost Soul Aside, molti dei quali, con un differente piano di vendita, sarebbero anche risultati più accettabili al netto di quanto di buono è effettivamente contenuto nell’avventura di Kaser e Arena.

Arena è il mio Venom!
Inutile girarci intorno, la storia raccontata da Lost Soul Aside è tra i punti più deboli del pacchetto. Il motivo è che si fatica tanto ad appassionarsi alle vicende e soprattutto al suo protagonista che risulta eccessivamente stereotipato e apatico. Kaser è il classico ragazzo orfano ben messo e piacione, dal carattere introverso e di poche parole, seppur altruista. Un giovane che è in grado, da solo, di affrontare diverse avversità e che non si tira mai indietro quando si tratta di difendere ciò che gli è a cuore, in questo caso la sua sorellina Louisa.
Kaser è però anche parte attiva del “BARLUME”, un gruppo di ribelli, di cui fa parte anche la sua sorellina, che combattono per fronteggiare l’oppressione di un governo dittatoriale e che ha ampliato brutalmente le distanze tra ricchi e poveri. Insomma, l’esordio su schermo di Kaser e amici ha un retrogusto estremamente noto, con l’eroe che combatte per i deboli e uno sfarzoso impero con tanto di armature alla Final Fantasy XII che troneggia indefesso e ignorando il popolo che governa.

Purtroppo per Kaser, non è solo l’impero il male che dovrà affrontare. Ben presto, infatti, faranno il loro ingresso i Voidrax, invasori alieni e senza scrupoli che iniziano a divorare le anime altrui. O meglio, a “rubarle”. Tra queste, viene strappata via anche l’anima della povera Louisa con tanto di Kaser che giura vendetta. Ma come poter fronteggiare, da solo, un esercito alieno invasore? Semplice: alleandosi involontariamente con uno di loro. Arena, vero comprimario di Lost Soul Aside nonché miglior personaggio del roster, è quel che rimane di un potente drago alieno guerriero, dotato di una storia leggendaria tutta da svelare.
Il legame tra Arena e Kaser è estremamente simile, con le dovute differenze, a quello di Venom ed Eddie Brock. Perfino la resa grafica di Arena ricorda vagamente il Venom cinematografico, con solo la testa di drago che fluttua costantemente intorno al suo involucro umano che funge da ospite temporaneo. Ed è sempre con Kaser che Arena si interfaccia fisicamente mutando forma e dando vita ad artigli, ali, zampe e persino tavole da surf improvvisate in stile vagamente Bayonettistico (anche qui con le dovute differenze stilistiche).

Arena non è però salvato dai classici cliché, siamo davanti a un egoista, narcisista e vanaglorioso che non smette di evidenziare la sua importanza e la centralità dei suoi stessi poteri, cosa effettivamente reale anche sul piano del gameplay. D’altronde è con Arena che il titolo inizia a sbocciare gradualmente sia narrativamente che, soprattutto, nel gameplay. Tornando però alla narrazione, Arena da solo non basta a far decollare una storia che semplicemente non decolla, non come vorrebbe. C’è la volontà di dar vita a qualcosa di “ampio” e colossale, ci sono persino inseguimenti con navicelle spaziali in stile Star Wars ma il tutto sembra un enorme miscela di cose viste già altrove… nemesi incluse.
Ed è sinceramente un peccato, perché di idee buone ce ne sono, semplicemente non sono state sviluppate in modo creativo. D’altronde, c’è anche fin troppa carne sul fuoco per cercare di dare una coesione decente al tutto. Parliamo di dimensioni artificiali che si mescolano con un mondo reale a sua volta fantascientifico e magico, di una magia fantasy, palesemente da Final Fantasy (dal 10 al 15, c’è un po’ tutto), che stridono in più occasioni. Così come la scrittura in sé, non sempre all’altezza dell’occasione e con molte “frasi fatte” ripetute più volte che non aiutano a dare carattere e originalità ai personaggi di contorno.

Un action vecchio stile
Lost Soul Aside è un action adventure, di quelli lineari, infarciti di enigmi ambientali e soprattutto di tanti e scenici combattimenti. Sì, c’è una struttura da gioco di ruolo ma questa è molto limitata. Così come è ancor più ridotta l’effettiva utilità del sistema di crafting. Chi si aspetta un Final Fantasy, ha semplicemente sbagliato gioco. Così come coloro che vorrebbero un soulslike. Non lo è. Se dovessimo fare un paragone, Lost Soul Aside è un Devil May Cry con un retrogusto alla Kingdom Hearts.
Ed è proprio a Devil May Cry che guarda il combat system di Lost Soul Aside, vero punto di forza dell’opera e che riesce a regalare più di una soddisfazione. Come anticipato, però, il titolo in esame è un titolo che richiede tempo e che schiude le proprie possibilità gradualmente, forse anche troppo, sommando tecnicismi e occasioni all’aumentare delle armi e delle abilità a nostra disposizione. Il risultato finale è un action game scenico che soddisfa e conquista in più di un’occasione.
Forte di una varietà di nemici e, soprattutto, di boss fight, quando si combatte Lost Soul Aside dona semplicemente il meglio di sé. Il sistema di combattimento è ancorato a combo veloci e pesanti che mutano al mutare dell’arma a cui si somma un sistema di schivata e parata che strizza l’occhio ai soulslike, con tanto di barra di stamina a ricarica automatica (che ci vieta quindi di abusare di schivate). Il tutto per un ibrido strategico interessante e che ci porta a mutare strategia al mutare, quasi costante, dei nemici.

Ma non finisce qui, considerando che le armi stesse sono influenzate da poteri elementali che a loro volta possono causare danni di stato a nemici particolarmente vulnerabili a quel tipo di elemento. Presente anche una sorta di power up con barra di ricarica a parte che porta Kaser a un boost di forza con tanto di capelli che diventano bianchi (stile DMC Reboot) e artigli di Arena (stile Bayonetta) che si aggiungono ai nostri attacchi.
E parlando di Arena, il nostro fidato drago alieno può apprendere diverse abilità e noi potremo equipaggiarne un massimo di tre. Queste sono discretamente diverse e vanno da artigli che sbucano dal suolo a torrette automatiche fluttuanti. Ogni abilità di Arena ha una sua barra di ricarica temporale oltre a diversi livelli di potenziamento. Lo stesso Kaser, però, è soggetto ad accumulo di esperienza, sia dopo aver sconfitto i nemici sia dopo aver risolto particolari enigmi ambientali opzionali.

Tale esperienza può essere spesa all’interno di diversi rami, uno per ogni arma, con cui poter sbloccare nuove combo o aumentare passivamente le statistiche del nostro eroe come danni critici, potere d’attacco, ecc. Oltre a ciò, potremo equipaggiare a Kaser una serie di accessori che influenzano passivamente statistiche o azioni di gioco (come boost in attacco dei primi colpi inferti in TOT secondi dall’inizio dello scontro).
E anche le armi di Kaser sono soggette a personalizzazioni in quanto possono essere impreziosite da diverse tipologie di accessori. La particolarità di questo equipaggiamento è che è anche estetico. Noi potremo letteralmente editare l’arma, modificandola e aggiungendo gli accessori in modo limitato ma comunque personale. Una personalizzazione estetica fine a se stessa e abbastanza inutile ma che può dar vita ad armi uniche (e anche a potenziali obbrobri).

Esplorazione ed enigmi
Abbiamo già detto che Lost Soul Aside è un titolo lineare e aggiungiamo che si tratta di quei titoli che continuamente pongono freni a “quanto puoi tornare indietro”. Tutto ciò potrebbe sembrare una limitazione all’esplorazione ma è abbastanza falso. Le aree di gioco, prevalentemente ristrette, offrono una serie di enigmi sì decisamente noti e poco innovativi, ma discretamente variabili. A ciò si aggiungono tesori da scovare, elementi opzionali da raccogliere, materiale per crafting da raccogliere distruggendo elementi ambientali e anche particolari portali da sbloccare.
Procedendo con ordine, gli enigmi vincono per varietà e peccano per ciclicità e poca creatività. Si va da passerelle a tempo ad altre che fanno rimbalzare, virando per sfere da inseguire sotto forma di Arena e tanto tanto altro. Molti elementi ma nulla di realmente personale e “proprio”. Discorso analogo per gli enigmi del tutto opzionali che fanno ottenere soldi ed esperienza, questi richiamano le “monete rosse” di Super Mario con sfere energetiche da raccogliere in un determinato lasso di tempo in un’area ristretta o altre sfere da raccogliere in ordine numerico.

Tali enigmi si mescolano a fasi platform non sempre precise ma comunque discretamente varie che mostrano, in rare occasioni, anche sviluppi piacevolmente verticali oltre a veri e propri inseguimenti (a piedi o sul nostro skate-Arena) con tanto di suolo che cede o attacchi aerei di vario genere. Gli ambienti stessi, seppur mai realmente evocativi (con alcune gradevoli eccezioni), mutano abbastanza spesso, mostrando ora aree molto ampie, ora corridoi ripetitivi e stretti. Un mix altalenante che riesce comunque a soddisfare, tenendo anche conto di una longevità soddisfacente e che può superare le venti ore circa.
Per quanto riguarda il sistema di crafting, questi è molto semplice e particolarmente accessorio. Banalmente, si tratta di raccogliere materiali da scrigni o oggetti ambientali da poter poi investire in un laboratorio (trasformandoli in prodotti seguendo ricette da dover comprare/scovare separatamente) parlando con l’inquietante ragazzina che funge anche da punto di salvataggio e ristoro.
Per quanto riguarda i portali dimensionali opzionali, questi faranno la gioia dei reduci degli action game in quanto si tratta in sfide, in pieno stile DMC e Bayonetta, in arene conchiuse e con malus specifici che richiedono impegno e dedizione per ottenere tutti i premi previsti. E parlando di sfida, Lost Soul Aside non permette una selezione della difficoltà ma include diverse run extra e, per i neofiti, ha un sistema di aiuti ingegnoso e opzionale. Banalmente, se muori varie volte in un dato scontro, otterrai equipaggiamenti che aumentano in percentuale i tuoi danni e le tue difese.

Grafica e sonoro
Graficamente parlando, Lost Soul Aside soffre di alti e bassi. A una scarsa originalità e a innegabile spunti creativi altrui, in primis dal protagonista stesso, si contrappone una resa estetica che sa regalare scorci interessanti e dotata, tra l’altro, di una discreta varietà di location e situazioni (nonostante alcune aree estremamente ripetitive e monotone). E se da un lato abbiamo delle animazioni in battaglia fluide e sceniche, dall’altro abbiamo delle cut scene di dubbia qualità e che non sempre riescono a conquistare.
Buona la resa estetica dei nemici ma, anche qui, l’originalità fatica a emergere… troverai uno pseudo Bahamut e persino un Behemoth a due fasi che passa da quattro zampe a due con tanto di maxi spadone. Insomma, si poteva fare molto di più sul versante creativo anche perché, quando si impegna, Lost Soul Aside regala boss fight veramente interessanti. Sul versante tecnico ci sono inciampi sulla stabilità del frame rate nelle situazioni più concitate ma gli sviluppatori sono già all’opera con tanto di road map. Anche la telecamera non è perfetta ma ci si abitua velocemente. Il sonoro è leggermente più coraggioso anche se è innegabile che alcune tracce strizzano l’occhio sempre a Final Fantasy, dal VII al XV.
Purtroppo, a danneggiare il sonoro c’è il doppiaggio in inglese… soprattutto di Kaser (di cui già si sprecano i meme). Parliamo di un doppiaggio mal recitato e che mal si sposa ai vari personaggi, indebolendoli al posto di arricchirli. Per fortuna puoi selezionare il doppiaggio in giapponese o cinese, nettamente superiore. Da segnalare, infine, la graditissima presenza dei sottotitoli in lingua italiana, utile tanto per i dialoghi quanto per i documenti opzionali che potrai scovare in giro e che provano a dare una lore a Lost Soul Aside.