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Lettura Oppidum, recensione (PlayStation 5)
 
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Oppidum, recensione (PlayStation 5)

Una terra fantastica da scoprire

Pasquale Aversano 9 ore fa Commenta! 7
 
6.9
Oppidum

Sviluppato e pubblicato da EP Games, Oppidum è un gioco d’azione e avventura survival in terza persona 3D votato molto al gioco cooperativo fino a un massimo di quattro giocatori, fornendo un vero e proprio mondo da esplorare dalle vibes che ricordano neanche troppo velatamente The Legend of Zelda Breath of Wild e il suo sequel. Noi abbiamo vissuto una nuova avventura su PlayStation 5 e questa è la nostra recensione!

Contenuti
Oppidum e un mondo da svelareCome sopravvivere a InsuleGrafica e sonoro

Oppidum e un mondo da svelare

Oppidum è ambientato in Insule, una terra fantasy dai colori prevalentemente vibranti e che richiama, senza troppi fronzoli, opere ben più famose come The Legend of Zelda. Anche questo mondo, infatti, è avvolto da un’atmosfera magica, con tanto di abitanti “furry” e un misterioso “incidente” che ha segnato per sempre questa terra. Noi, siamo stati praticamente “evocati” come ultimo spiraglio di salvezza. Il nostro scopo, quindi, è sia quello di sopravvivere in una terra ostile e sconosciuta, sia quello di svelarne i misteri e riportarne l’equilibrio.

Il personaggio di cui andremo a vestire i panni, è un classico eroe privo di voce a cui daremo un nome e a cui affideremo una serie di tratti, più o meno distintivi, attraverso un editor tutto sommato accettabile, seppur di molto inferiore rispetto ai grandi standard odierni. Una volta creato il nostro avatar, verremo subito gettati in azione con un tutorial che ci condurrà in modo abbastanza esaustivo, al nostro hub, nonché accampamento.

Oppidum, recensione (PlayStation 5)

Esatto, i nostri primi passi li muoveremo dormendo in tenda e abusando di un misero focolare. Ma non è tutto qui, col tempo e avanzando di missione in missione, siano esse principali o secondarie, avremo modo di sbloccare tanti altri mobili e attività. Ci ritroveremo così ad allevare animali, coltivare terre ma anche a combattere nemici di vario genere il tutto sia in modalità single player sia in co-op fino a un massimo di quattro giocatori. Inutile dire che il titolo è stato pensato proprio per quest’ultima eventualità, rendendo quindi l’esperienza single player sì piacevole ma più vuota e silenziosa.

Un silenzio comunque in parte colmato dal fatto che il mondo di Oppidum è pieno di personaggi da conoscere anche se in pochi riescono realmente a lasciare un segno, risultando quindi banali individui destinati a frasi fatte o a missioni dallo scarso mordente. La narrazione, purtroppo, fatica a coinvolgere e a decollare, lasciando il palcoscenico al gameplay e alla sensazione graduale di scoperta di un mondo praticamente già da subito aperto. 

Oppidum, recensione (PlayStation 5)

Come sopravvivere a Insule

Oppidum è un gioco d’avventura ed azione con una forte componente da survival. Tradotto, significa che la cosa principale che dovrai fare, è intercettare e recuperare materiali da convertire in equipaggiamento, armi e strutture di vario genere. Il tutto, in una linearità solo apparentemente “libera” ma che è invece ben dettata sia in base ad aree più “difficili” sia alla cronologia di missioni principali e secondarie che andremo a intercettare.

Questo non significa però che Oppidum non è un gioco “libero”, tutt’altro, abbiamo l’intera Insule a nostra disposizione e si tratta di un mondo sorprendentemente vasto e articolato, pieno di segreti e nemici di vario genere, e soprattutto, di materiali da raccogliere. Ed è legato alla raccolta di tali materiali che andiamo a evidenziare il primo punto critico del titolo: l’inventario e la sua gestione. 

Oppidum, recensione (PlayStation 5)

Si tratta di un qualcosa che pesa soprattutto nelle prime fasi del gioco e in modo abbastanza invadente. L’inventario del nostro protagonista è eccessivamente piccolo e questo si traduce in un continuo andare avanti e indietro dall’hub dove, per fortuna, potremo costruire la nostra prima cassa “conserva oggetti”. Il problema si accentua quando le missioni iniziano a chiederci di scovare e consegnare oggetti di vario genere in più punti della mappa, prolungando eccessivamente il procedimento e costringendoci a viaggi che alla lunga annoiano.

Sì, questa criticità viene quasi del tutto eliminata col supporto di altri giocatori in game ma, in solitaria, rischia di abbattere l’entusiasmo e di abbandonare prematuramente il gioco. Anche perché, sempre nelle prime fasi, ci andremo a scontrare involontariamente con aree spesso proibitive e che richiedono fughe repentine pena il game over e la perdita di tutti i materiali raccolti fin’ora (recuperabili se riusciremo a tornare in tempo al punto dove siamo deceduti). 

Oppidum, recensione (PlayStation 5)

A tal proposito, il combat system di Oppidum è molto, in parte troppo, basilare, limitato a poche combo elementari a loro volta ancorate al tipo di arma che si è andata a creare. Quindi il sistema di battaglia è abbastanza limitato, riuscendo a diventare leggermente più vario al variare delle nostre stesse armi i cui progetti, insieme all’equipaggiamento, schiuderanno dinanzi a noi un catalogo abbastanza generoso seppur poco originale.

In effetti, l’effetto “sorpresa” manca un po’ ovunque in Oppidum, non c’è qualcosa che renda il titolo realmente “unico” e fortemente identitario. Salvo qualche nemico, anche questi risultano abbastanza standard oltre che ciclici nella loro presenza. A salvare in parte il titolo e la sua identità, c’è Insule stessa, un mondo discretamente vivo e che ha sia un buon ciclo giorno-notte, sia un sistema di eventi atmosferici e magici, tutto suo e che possono rendere le numerose escursioni leggermente più variegate. 

Oppidum, recensione (PlayStation 5)

Grafica e sonoro

Graficamente parlando, Oppidum non sorprende per creatività e originale ma si difende discretamente bene. Salvo qualche sporadico rallento, qualche pop-up e qualche nemico che spariva letteralmente nel nulla, non abbiamo riscontrato grossi problemi tecnici, nonostante un mondo di gioco generosamente ampio e variegato. Dispiace notare qualche distesa monocromatica e “vuota” di troppo, ma il risultato finale, soprattutto quando vissuto in compagnia, è comunque appagante e soddisfacente.

Discorso analogo per il sonoro, mai realmente fastidioso ma neanche memorabile. Buoni gli effetti sonori. Da segnalare, infine, la mancata presenza dei sottotitoli in lingua italiana. Un elemento comunque da tener conto in considerazione dei numerosi dialoghi e missioni, nonché di interfacce e rispettivi menù, che arricchiscono Oppidum stesso.

Scopri tutto su Oppidum
Oppidum
6.9
Grafica 7
Sonoro 7
Longevità 7
Gameplay 6.5
Aspetti positivi Insule è bella da esplorare Tante missioni e materiali da scovare In compagnia può diventare molto divertente
Aspetti negativi Pecca di originalità e identità Inventario inizialmente frustrante Assenza della lingua italiana
Considerazioni finali
Oppidum non è un titolo che brilla per identità e originale ma, in compagnia di amici, regala un’avventura appagante, vasta e fondata su un sistema di crafting ben elaborato seppur inizialmente afflitto da un inventario ingiustamente ridotto e che appesantisce di molto l’esperienza. Quest’ultima rimane comunque godibile, nonostante non brilli per narrativa o combat system, spiccando invece sul versante esplorativo. Insule è molto bella da scoprire. Peccato per l’assenza della lingua italiana.

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