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Monkey King: Hero Is Back – La recensione

Diego Savio Branciforti 6 anni fa Commenta! 7
 

La categoria dei tie-in è sempre stata a cavallo dei due mondi o, in alcuni casi, ad un passo dal baratro…nel quale quasi sempre sono sprofondati. Questi particolari titoli, strettamente vincolati alla loro controparte cinematografica, vivono quasi sempre un’esistenza breve e non riescono quasi mai (la saga videoludica del Signore degli Anelli per PlayStation 2 ci riuscì) a fare il classico salto di qualità, lasciando l’amaro in bocca a chiunque entri in contatto con loro. I Tie-in sono rimasti il simbolo di un’epoca videoludica che non esiste più, dove ancora si credeva che “se un film è bello lo sarà anche il gioco” e che nella maggior parte dei casi si rivelava la classica delusione. Tra i migliori esponenti della categoria troviamo, ovviamente, tutti i giochi legati al magico universo Disney (Kingdome Heart a parte…eheh). In questa allegra compagine si inserisce il nuovo titolo sviluppato da THQ Nordic, Monkey King: Hero Is Back, tratto dall’omonimo film di animazione creato in CG animation e legato alla mitica leggenda cinese di Sun Wukong, il re delle scimmie. Sarà riuscito il titolo di THQ Nordic a far fare il salto di qualità a questa nostalgica categoria? Nah…

Contenuti
Il potente “Re delle scimmie” è tornato!Passano gli anni, ma i problemi sono sempre i solitiSarà per la prossima volta!

Il potente “Re delle scimmie” è tornato!

Monkey King: Hero Is Back screenshot4

All’alba dei tempi nacque Dasheng, il maestoso Re delle Scimmie che, accecato dall’egoismo e dall’orgoglio, decise di sfidare i cieli. Durante una lunga battaglia, dove il Dio primate stava per avere la meglio, intervenne il saggio Buddha che lo incatenò e lo imprigiò dentro un feretro di ghiaccio, posto all’interno di una montagna. Dopo 500 anni, un bambino di nome Liuer e la sua piccola amica Anna si ritrovano all’interno della montagna, in fuga dal loro villaggio che è stato attaccato da oscure creature intente a rapire i bambini. Il piccolo monaco, in preda al terrore, sfiora l’immensa colonna di ghiaccio dove era stato intrappolato Dasheng anni prima, mandandola in frantumi e liberandolo. Da quel momento ha inizio la lunga avventura dell’assortito gruppo di amici (destinato a crescere…non solo un numero) attraverso la Cina per liberare i bambini rapiti e ripristinare i poteri del Re delle scimmie attraverso le “buone azioni”. La trama di Monkey King: Hero Is Back, nonostante sia basata sulla sua controparte cinematografica, non segue perfettamente le orme di quest’ultima, presentando avversari e personaggi che non appaiono nel film. Questo ha permesso di ottenere una storia veramente interessante, avvincente e capace di tenere il giocatore letteralmente attaccato alla console (o PC) per sapere “come andrà a finire…”.

Passano gli anni, ma i problemi sono sempre i soliti

Monkey King: Hero Is Back screenshot9

Se la trama è buona, nonostante risplenda di luce NON-propria, il gameplay si presenta altalenante e discontinuo, come il protagonista del libro “Lo strano caso del dottor Jekyll e del Mr. Hide”. Dopo il video introduttivo, il giocatore si ritroverà a vestire i panni del grande saggio Dasheng intento a sconfiggere i mostri che hanno inseguito i piccoli bambini fin dentro la caverna. Questa fase, che funge da vero e proprio tutorial, mostra al giocatore tutta la natura action del titolo, con un combat system caratterizzato dai due classici, attacco pesante e attacco leggero, ai quali vanno ad aggiungersi: scontro uno contro uno e l’Epurazione. Il primo entra in azione se si riesce a effettuare un perfetto contrattacco e dove, partita un’animazione, il giocatore deve premere ripetutamente un tasto per annientare completamente l’avversario. Il secondo invece è un colpo letale che annienta istantaneamente l’avversario se si riesce ad assestare il colpo con il giusto tempismo. Sotto questo punto di vista il gioco promette molto bene, peccato che il combat system soffra di un rallentamento incredibile, che dà al giocatore la sensazione di combattere, letteralmente, a rallentatore. Non aiuta la gestione degli oggetti e delle magie che, sebbene interessanti e ben implementate, si devono utilizzare entrando ogni singola volta nellapposito menù, perché non sono presenti tasti per l’utilizzo rapido. Se il combat system lascia l’amaro in bocca, viste potenzialità non sfruttate, la parte platform di esplorazione non è male, ma risente moltissimo delle ambientazioni poco curate e, in alcuni casi, spoglie completamente. Qui apro una doverosa parentesi sulla fase di esplorazione lineare, perché finalmente ho visto un titolo che, nella sua fase di esplorazione, non è stato strutturato come un open-world, formula che negli ultimi anni è stata fin troppo abusata, anche in titoli che non la supportavano.

Non è detto che se una formula funziona bene su un titolo, sistematicamente vada bene su un altro!

Chiudono il quadro deludente un IA dei nemici decisamente sotto le aspettative e una fase stealth carina ma poco sfruttata. Si poteva fare molto di più!

Sarà per la prossima volta!

Monkey King: Hero Is Back screenshot8

Il design grafico del titolo non si discosta minimamente da quanto detto fino ad adesso, infatti, se Dasheng e i suoi amici risultano ben realizzati, il mondo in cui si muove, nemici inclusi, è decisamente sotto le aspettative, lasciando a giocatore solo l’amaro in bocca. Sensazione che cresce man mano che si prosegue nel gioco, se consideriamo che il film è veramente una gioia per gli occhi con la sua CG animation. Fanno sollevare leggermente la testa al titolo i brani presenti nel gioco, che riescono perfettamente a restituire le sensazioni e le emozioni provate dai protagonisti durante tutta la storia. Completa l’offerta videoludica, una longevità buona e abbastanza ricca, grazie anche alla presenza di personaggi e boss che sono presenti solo nella versione videoludica del titolo.

Monkey King: Hero Is Back è un tie-in interessante che, ahimé, non riesce a portare la sua categoria di appartenenza nella nuova generazione videoludica, restando vincolato a meccaniche e limiti che ne hanno caratterizzato la storia fin dagli albori e forse molto più adatti alle prime generazioni di videogiochi. Resta solo un grandissimo amaro in bocca per un’altra occasione che, oggettivamente, poteva essere sfruttata molto meglio e che, con qualche piccolo accorgimento in più, avrebbe donato a questo titolo il classico “Valore Aggiunto”, facendogli risollevare tutta la categoria dei titoli Tie-in.

Pazienza sarà per la prossima volta!

Il titolo si Oasis Games è disponibile all’acquisto dal 17 ottobre 2019 su PlayStation 4 a 39,99 € (64,99 € per la “Hero Edition) e PC (Steam) alla stessa cifra.

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