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PlayStation 5Recensioni

King Arthur: Legion IX – Recensione PlayStation 5

Avventura nei meandri di Avalon

Marco Fanciuso 8 ore fa Commenta! 11
 
6.8
King Arthur: Legion IX

Il mistero che aleggia attorno alla Nona Legione romana, conosciuta anche come Hispanica, ha alimentato per secoli leggende e teorie affascinanti. Un enigma che, nel tempo, ha acceso la fantasia di scrittori, registi e sviluppatori, generando opere tra cinema, letteratura e videogiochi. Secondo alcune ricostruzioni fantasiose e non confermate, la legione scomparve misteriosamente dalla Britannia – l’odierna Gran Bretagna – tra il I e il II secolo d.C., e proprio da lì avrebbe avuto origine un intreccio mitico con il ciclo arturiano.

Contenuti
Tra leggenda e mito: la nona Legione riviveKing Arthur: Legion IX – Viva Roma Eterna!Una Avalon oscura e problematica

Una narrazione che si è ampliata, a volte persino deformata, fino a diventare parte del patrimonio fantastico delle leggende dell’antica Roma e non solo. Ed è su queste suggestioni che si innesta King Arthur: Legion IX, il nuovo titolo sviluppato da NeocoreGames, seguito diretto di King Arthur: Knight’s Tale. Il gioco ci proietta nel regno leggendario di Avalon, mettendoci nei panni di un centurione della mitica legione perduta, in un’avventura tattica a turni con forti componenti GDR. Pronto a scoprire cosa ci aspetta? Ecco la nostra recensione di King Arthur: Legion IX per la versione PlayStation 5.

King Arthur: Legion IX - Recensione PlayStation 5

Tra leggenda e mito: la nona Legione rivive

La trama di King Arthur: Legion IX parte con una bella cutscene orchestrata molto bene in CGI , dove ci fa vedere Gaio Giulio Mentone, un tribuno della Nona Legione romana, ora trasformata in un’armata di non-morti. Ricevette il comando direttamente dal defunto imperatore Settimio Silla, con l’ordine di guidare la legione fuori dal Tartaro. Ma l’impresa prende una piega inattesa: invece di emergere nel mondo dei vivi, si ritrovano nella terra incantata di Avalon, che in questo titolo sembra prendere i connotati di una sorta di purgatorio.

Qui, Gaio scopre la nascente città di Nova Roma e inizia a esplorare i dintorni, spinto dalla missione di riportare il suo imperatore ad Avalon e, infine, nel mondo terreno per restaurare la gloria di Roma. In questo cammino, si intrecciano figure e miti del ciclo arturiano, riprendendo direttamente elementi già visti in King Arthur: Knight’s Tale.

L’avvio di King Arthur: Legion IX è senza dubbio intrigante: si prende il controllo di Mentone insieme a due legionari, e grazie alla struttura GDR è possibile personalizzare, anche se in modo limitato, i dialoghi. La scrittura non delude, anzi: i personaggi interagiscono spesso, con battute che arricchiscono l’atmosfera e ne approfondiscono il carattere.

King Arthur: Legion IX - Recensione PlayStation 5

Tuttavia, col passare delle ore la narrativa tende ad appiattirsi. Le scelte, inizialmente promettenti, risultano in realtà poco influenti, con un sistema morale che sembra più un’idea lasciata a metà: ad esempio, si può decidere se mantenere la propria umanità o cedere del tutto alla condizione di non-morto. Questo limita di molto la profondità narrativa e una sistema di scelte che poteva essere decisamente più vario. Certo le scelte e la moralità influenzeranno la lealtà dei membri del gruppo, aumentando o riducendo la loro efficacia in combattimento, il che comporta alcune implicazioni per il gameplay.

Sebbene King Arthur: Legion IX offra molte informazioni interessanti sul mondo che ci circonda, manca un vero sviluppo strutturato della storia e delle sue possibilità. Un’occasione non sfruttata appieno, soprattutto considerando il potenziale offerto dall’ambientazione.

King Arthur: Legion IX – Viva Roma Eterna!

Sul versante ludico, King Arthur: Legion IX guarda con ammirazione ai grandi classici degli GDR tattici, adottando una visuale isometrica e combattimenti a turni che, pur nella loro familiarità, si dimostrano efficaci. Tuttavia, l’esplorazione delle mappe mostra i limiti di un design piuttosto rudimentale: i percorsi sono lineari, privi di intricati snodi o bivi strategici, e la libertà di movimento si rivela piuttosto ingessata. In più, la presenza frequente di muri invisibili, un artificio che sa di vecchio, risulta anacronistica e poco giustificabile in una produzione del 2025.

A fare da contraltare alla semplicità dell’esplorazione interviene una componente gestionale solida, incentrata su Nova Roma, l’insediamento che funge da cuore pulsante dell’esperienza. Dopo ogni missione, ci si ritrova in questo hub per potenziare i compagni, acquisire nuove abilità e investire risorse – materiali e valuta – nella costruzione di edifici che restituiscono benefici tangibili. Ogni struttura sbloccata migliora in modo concreto l’efficienza del gruppo, facilitando l’equipaggiamento attraverso fabbri e mercanti collocati in zone specifiche.

King Arthur: Legion IX - Recensione PlayStation 5

Il sistema di combattimento, per quanto accessibile, è ben strutturato e propone un buon livello di sfida, soprattutto nelle fasi iniziali, dove le truppe nemiche spesso surclassano numericamente il giocatore. In quei momenti, la pressione si fa sentire, ma il gioco fornisce sufficienti strumenti tattici per reagire: scegliere la posizione iniziale, sfruttare le coperture contro gli attacchi a distanza e impiegare abilità che permettono di colpire più avversari o dividerne l’attenzione. Il tutto si svolge su una griglia attivata all’ingresso nella zona di battaglia, con un sistema a Punti Azione (PA) che regolano movimenti, attacchi e varie azioni.

È una struttura familiare ma ben calibrata, in grado di soddisfare sia i neofiti che i veterani del genere, seppur quest’ultimi troveranno forse l’esperienza di King Arthur: Legion IX molto semplice. Si parte controllando Mentone e due legionari, ma progressivamente il party si amplia fino a un massimo di sei personaggi. Il sistema non impone una rigida turnazione basata sull’iniziativa: ogni unità può agire in sequenza secondo una gestione manuale, lasciando spazio a scelte più libere. Le abilità e le classi presentano un buon bilanciamento, offrendo approcci strategici diversificati, ulteriormente arricchiti dalla possibilità di ottenere rune, reliquie e stendardi capaci di potenziare significativamente il gruppo.

Le sei classi disponibili consentono una varietà di combinazioni apprezzabile: si può focalizzare la crescita su abilità specifiche o optare per una distribuzione più ampia, sebbene meno ottimizzata in termini di PA. Il sistema permette anche di sviluppare abilità passive – bonus alla resistenza, velocità e simili – che conferiscono ulteriore profondità alla personalizzazione. In tal senso, la ridotta dimensione del cast si rivela un vantaggio per la chiarezza tattica.

King Arthur: Legion IX - Recensione PlayStation 5

Non mancano dinamiche caratteristiche del genere, come gli attacchi d’opportunità in caso di movimento incauto o i colpi critici alle spalle. Comprendere la conformazione del terreno e orchestrare il proprio team con lungimiranza diventa cruciale per superare le sfide più ardue. Tra gli aspetti di King Arthur: Legion IX meno riusciti spiccano le mosse finali: sebbene potenti, arrivano solo a metà gioco, smorzando l’impatto gratificante del loro sblocco e la progressione del gioco.

L’intelligenza artificiale, invece, si difende bene: gli arcieri, ad esempio, mantengono la distanza e si riposizionano con criterio. Tuttavia, la difficoltà viene talvolta gonfiata artificialmente, con orde nemiche che sembrano più un trucco quantitativo che una reale sfida qualitativa. Anche la varietà dei nemici lascia a desiderare: a parte i Pitti e i non-morti, le tipologie sono poche, penalizzando la freschezza dell’esperienza sul lungo periodo. La longevità di King Arthur: Legion IX si attesta tra le 12 e le 15 ore, variabili a seconda dell’abilità del giocatore nell’affrontare gli scontri.

Una Avalon oscura e problematica

Avalon di King Arthur: Legion IX riesce a risultare piuttosto piacevole e accattivante. L’idea di trasportare il mito arturiano in un’ambientazione più cupa funziona bene, con un risultato artistico niente male. Un po’ meno riusciti i personaggi, siano essi le tribù di barbari o le creature che incontriamo: danno una sensazione di già visto e non aggiungono molto a quanto già proposto da titoli simili.

Sul versante tecnico di King Arthur: Legion IX si palesano alcune criticità, purtroppo degne di nota. Su PlayStation 5 il gioco si presenta visivamente discreto: non tocca vette eccelse né si posiziona nella media delle produzioni recenti, ma sa comunque offrire scorci ben realizzati, soprattutto nella modellazione degli ambienti. Tuttavia, si notano texture poco rifinite e cali di frame rate, soprattutto durante l’esplorazione. L’ottimizzazione non è pessima, ma neppure priva di difetti: abbiamo incontrato qualche bug, in certi casi piuttosto serio, come crash o interazioni mal gestite con l’ambiente che portano il personaggio a bloccarsi.

Il comparto audio si difende: le musiche sono gradevoli, gli effetti sonori buoni, anche se l’intero impianto sonoro resta abbastanza classico e privo di tracce memorabili. L’interfaccia, invece, si presenta nella norma per questo tipo di gioco, anche se in certi elementi risulta un po’ datata, specie sul piano artistico.

Peccato per l’assenza di localizzazione in italiano, sia nei testi che nei dialoghi. King Arthur: Legion IX lo abbiamo provato in inglese e, per fortuna, la comprensione non è particolarmente difficile da leggere, e sul fronte audio il titolo presenta un buon doppiaggio.

Scopri tutto su King Arthur: Legion IX
King Arthur: Legion IX
6.8
Grafica 6.5
Sonoro 6.5
Gameplay 7
Longevità 7
GDR 7
Aspetti positivi Sistema di gioco ben strutturato Divertente e accessibile Uno stile artistico accattivante
Aspetti negativi Esplorazione e Level Design abbastanza scarni Alcune scelte di design discutibili Tecnicamente soffre di qualche problematica
Considerazioni finali
King Arthur: Legion IX si rivela un passatempo interessante per gli appassionati del genere, grazie a un gameplay solido che sa offrire una sfida apprezzabile, soprattutto per chi si avvicina per la prima volta agli RPG tattici, anche se risulterà troppo semplice per i veterani. La trama parte con buoni presupposti, ma tende a perdersi col passare delle ore, complice un sistema di scelte poco incisivo e scarsamente variegato. Il gioco soffre anche per alcuni picchi di difficoltà artificiosa, spesso legati a un numero eccessivo di nemici dalla scarsa diversificazione, e per un’ottimizzazione tecnica altalenante. Tuttavia, l’atmosfera di Avalon, in questa reinterpretazione dai toni cupi, riesce a lasciare il segno e conferisce una sua identità ben specifica.

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