In anni di gaming, mi è capitato poco spesso di approcciarmi al mercato dei titoli mobile, ma per un buon periodo c’è stato un dettaglio in particolare di questa specifica branca del medium videoludico che mi ha lasciato perplesso. Ormai è all’ordine del giorno imbattersi sui social in pubblicità che sponsorizzano videogiochi mobile (fake o reali che siano), e per un certo periodo molti di questi videogiochi si fregiavano dell’avere al loro interno una funzione in particolare: l’auto-play.
Mi sono sempre chiesto come potesse essere un vanto per un videogioco la possibilità di rimuovere dalla formula la parte del “gioco” affidando tutto l’incedere del gioco a IA a dir poco inaffidabili e poco brillanti. Questo per me rimane ancora un mistero, ed è anche il motivo per cui mi sono sempre tenuto tranquillamente alla larga da Auto Chess e dai suoi derivati, almeno finché non mi sono imbattuto in Kilta, l’oggetto di questa recensione.
Con Kilta mi sono ritrovato davanti a qualcosa di unico e strano, un ibrido tra auto chess e roguelike (un genere con cui non ho nulla a che fare e un altro che adoro, un vero paradosso!) ed è davvero complesso stabilire la qualità del gioco, un titolo che in fin dei conti ho trovato a tratti piacevole… ma non riesco nemmeno a capire il perché! Tuffiamoci dunque nella recensione di questo particolarissimo titolo e analizziamolo nel dettaglio!
“Hey, you, you’re finally awake”
La trama di Kilta è strana (un po’ come tutto il gioco come avrai già intuito): vuole proporsi allo stesso tempo come una narrazione lineare, ma soddisfacente, e vivere allo stesso tempo di atmosfere, raccontando il mondo di gioco tramite eventi che a prima vista non sembrano direttamente collegati, ma che in realtà raccontano cause e conseguenze delle avventure del nostro party.
Dopo aver selezionato la coppia di personaggi con cui iniziare la nostra avventura (inizialmente saranno solo due, ma run dopo run potremo radunare un vero e proprio esercito!), un essere mistico e misterioso noto come Overseer ci darà il benvenuto nel mondo di gioco, in maniera anche abbastanza metanarrativa, dichiarando che ci siamo appena risvegliati e siamo letteralmente il master del nostro party; il nostro obiettivo è uno soltanto: formare il clan più potente dell’intero regno.
Per raggiungere questo obiettivo dovremo gettarci in una serie di missioni di difficoltà crescente, e come in ogni opera fantasy che si rispetti partiremo dal combattere contro cani randagi e altri animali selvatici relativamente innocui, fino ad arrivare a scontri contro demoni e divinità di ogni sorta. Al termine di ogni missione, in maniera del tutto randomica, potremo imbatterci in nuovi personaggi da inserire nel party, in dialoghi con gli stessi (tramite il quale riceveremo oggetti ed equipaggiamenti), oppure in note e notizie che ci riveleranno alcuni eventi del mondo di gioco, andando così a caratterizzarlo e allo stesso tempo a rendicontare l’influenza delle nostre missioni sul regno.
La trama andrà quindi avanti così, e come in ogni roguelike che si rispetti una sconfitta (in questo specifico caso due, avremo una sorta di “seconda chance” dopo la prima sconfitta) significherà ripartire da zero perdendo tutto l’equipaggiamento, ma mantenendo nella selezione iniziale i nuovi avventurieri incontrati, andando così ad ampliare il nostro roster di scelte iniziali e potendo così dare direzioni leggermente diverse agli eventi del mondo di gioco; proprio su questi personaggi vorrei focalizzarmi, a mio avviso uno dei punti più riusciti dell’intera produzione!
I personaggi che comporranno il party infatti saranno tutti estremamente differenti tra loro e davvero ben caratterizzati, e per quanto ognuno vada alla fin fine a ricalcare le classi del genere fantasy e dei GDR in generale, scoprirne tratti e caratteristiche sarà sempre sorprendente grazie a una buona scrittura degli stessi, che potremo ricostruire tramite occasionali dialoghi che faranno luce sui loro background e caratteri.
Assembla, combatti, ricomincia!
Potremmo definire il gameplay di Kilta diviso in due parti ben distinte: la prima è quella della progettazione dello scontro, mentre la seconda è quella della battaglia vera e propria. Sebbene in teoria la fase di battaglia dovrebbe essere quella più dinamica delle due, la sua natura da auto chess la rende invece estremamente statica (a parte qualche piccola interazione come usare le abilità del comandante al momento giusto), al contrario, è la fase della preparazione del party quella decisamente più ricca a livello di gameplay.
La fase di gestione del party tra uno scontro e l’altro infatti dovrà essere parecchio accurata, per non rischiare di soccombere agli assalti nemici. Il tutto sarà gestibile tramite menù estremamente semplici e chiari, questo è un grandissimo punto a favore del titolo, dal momento che la natura alquanto complessa di parametri e quant’altro potrebbe rendere il sistema troppo macchinoso da gestire. Ogni personaggio infatti non avrà solo abilità passive e parametri che ne determinano il ruolo in battaglia, ma anche mosse speciali che dovremo scegliere con cura se vogliamo costruire una difesa solida e una squadra che risulti il più efficiente possibile.
Kilta offre inoltre una quantità impressionante di equipaggiamenti sia difensivi che offensivi, che potremo ottenere al termine di ogni battaglia e che andranno a rendere unica ogni unità potenziandone le statistiche e donandole anche abilità passive; sempre a fine scontro poi potremo imbatterci in nuove unità da aggiungere al party, esse si presenteranno in coppia e potremo sceglierne una soltanto in base a ciò che manca nella nostra squadra, ma non temere, le unità scartate potrebbero tornare a presentarsi durante la run e non saranno perdute per sempre.
Il nostro party attivo potrà però contare su cinque unità per volta, quelle in eccesso invece andranno in panchina, dove potremo avere fino a sei unità che potremo poi passare nel party prima di ogni battaglia. Anche la panchina avrà la sua importanza strategica, poiché le unità che vi saranno posizionate recupereranno gradualmente energia.
Ogni dieci scontri arriveremo a una vera e propria boss fight che darà accesso a una nuova fase della run; vincere lo scontro col boss non significherà soltanto poter avanzare nella trama, ma ci consentirà anche di rafforzare una singola unità facendola passare al livello successivo e far acquisire al comandante del party un’abilità attiva o passiva.
Nel primo caso dovremo essere noi a giocatori a scegliere quando utilizzare le abilità (che spazieranno dal far rivivere un alleato al fornire scudi all’intera squadra) salvo poi attendere lo scadere di un periodo di cooldown per poterla riutilizzare, le abilità passive invece saranno sempre “in funzione” e varieranno dalla probabilità di infliggere status alterati ai nemici a ogni colpo, all’aumento del tasso di colpo critico o di schivata.
Comparto tecnico: il retrò che non guasta mai!
Per quanto riguarda il comparto tecnico, Kilta sceglie di abbracciare una linea totalmente minimale e retrò. Anche dal punto vista del comparto grafico anzitutto il titolo sceglie di intraprendere due strade diverse allo stesso tempo: nelle fasi di preparazione del party infatti tutti i menù, gli sprite dei personaggi e degli equipaggiamenti sono realizzati con uno stile molto fumettoso, a metà strada tra il realistico e il caricaturale; le fasi di battaglia invece sono contraddistinte da una classica grafica in pixel art, magari non la più originale e riconoscibile delle pixel art, ma una soluzione decisamente gradevole per gli occhi e ben realizzata.
Il comparto sonoro invece, purtroppo, sguazza un po’ nell’anonimato, sia il tema principale delle fasi di preparazione che le tracce delle fasi di battaglia sono certamente gradevoli, ma si rivelano anche molto poco memorabili e anzi, in lunghe sessioni di gioco potrebbero anche stancare alcuni giocatori che non ne gradiscono lo stile.
In definitiva, Kilta presenta effettivamente un’idea originale, anche se, dato il genere che si è scelto di abbracciare, potrebbe risultare a molti poco “giocosa”. In realtà, per quanto le fasi di battaglia in auto chess potrebbero lasciare a bocca asciutta una parte del pubblico, tutta la fase di preparazione potrebbe fare la gioia dei fan dei gestionali e degli strategici in tempo reale; un titolo quindi molto peculiare, che potrebbe rappresentare una buona occasione per uscire dalla comfort zone e provare qualcosa di nuovo!