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Narcosis: la solitudine che uccide

Alberto Mini 7 anni fa 2 commenti 6
 

Ecco la recensione dell’horror dei ragazzi di Honor Code

Il genere horror è uno di quei generi che negli anni è sempre stato al centro dell’attenzione delle software house di tutto il mondo. Sia che si trattasse di giochi dal marcato stampo fantasy, sia che si trattasse di giochi realistici, gli horror hanno infatti sempre riscosso molto successo tra i videogiocatori. Con l’arrivo sul mercato degli strumenti per l’utilizzo della realtà virtuale, poi, il numero di titoli compresi in questo genere è aumentato a dismisura. Narcosis, sviluppato per PC dai ragazzi di Honor Code, è palesemente un gioco pensato per la realtà virtuale, ma che offre anche la possibilità di giocare in modalità standard. Ed è proprio questa modalità che noi di iCrewPlay abbiamo avuto il piacere di giocare.

Contenuti
Ecco la recensione dell’horror dei ragazzi di Honor CodeEstremamente soliRealtà Virtuale

Estremamente soli

Dopo un breve tutorial all’interno di una piscina, avrà inizio la storia vera e propria. In Narcosis vestiremo i panni di uno dei partecipanti al progetto di ricerca Oceanova. Con un piccola squadra di minatori e ricercatori, ci siamo trasferiti in una base posta a migliaia di chilometri dalla costa, e a due chilometri dalla superficie dell’acqua. Il fato, che a volte può rivelarsi davvero crudele, ha voluto che la base venisse travolta dall’onda d’urto di un terremoto sottomarino che ne ha provocato la distruzione. Insieme a noi, solo due colleghi riescono a fuggire, ma ben presto ci troveremo soli, nelle profondità marine, con i nostri fantasmi. La storia procede in maniera lineare e progressiva, con in sottofondo degli spezzoni di un’intervista che riguarda la nostra esperienza. Il gioco non mostra ritmi frenetici in nessuna occasione, dando al giocatore la possibilità di trovarsi a faccia a faccia con le proprie paure. Narcosis non è caratterizzato da combattimenti esilaranti o sequenze avvincenti, ma costringe il giocatore a confrontarsi con le paure principali che affliggono ogni essere umano: il buio, la solitudine e la claustrofobia. L’avventura ci vedrà infatti obbligati ad utilizzare un pesante scafandro di 500 kg, il quale tiene monitorato il livello di ossigeno del giocatore. Oltre a concentrarci sulla fuga dagli abissi, infatti, dovremo sempre essere sicuri di non finire l’ossigeno a nostra disposizione, pena la nostra dipartita. Per fare ciò, troveremo sparse sul fondale delle bombole dalle quali possiamo ricavare sostentamento, oppure all’interno delle strutture della base avremo a disposizione dei macchinari che ricaricano completamente la nostra bombola. Ulteriore ostacolo alla nostra sopravvivenza è rappresentato dal fatto che quando il nostro alter-ego sarà agitato, come per esempio quando troveremo i cadaveri dei nostri colleghi, dai quali potremo prendere l’ossigeno che gli è rimasto prima di morire, il consumo di ossigeno aumenterà in maniera esponenziale. Per sopravvivere alle insidie presenti nell’oceano avremo a disposizione due strumenti: un coltello, che si rivelerà però pressoché inutile, in quanto ci permetterà di abbattere solo alcuni e poco impegnativi avversari, mentre quelli più potenti saranno in grado di ucciderci con un solo colpo. Questi nemici possono essere allontanati tramite l’utilizzo dei razzi di segnalazione, i quali saranno utili anche negli scenari che per il buio sono caratterizzati da visibilità zero. I comandi sono estremamente semplici, oltre ad essere limitati, caratteristica fondamentale per rendere al meglio l’impossibilità dei movimenti provocata dallo scafandro. Avremo solo la possibilità di andare avanti e indietro o di lato, oppure di effettuare dei brevi scatti per superare gli ostacoli. Per superare alcune zone poi dovremo risolvere alcuni puzzle, alcuni logici e altri ambientali, i quali però risulteranno parecchio scomodi a causa dell’ingombrante scafandro.

Narcosis: la solitudine che uccide

Realtà Virtuale

Già dalle prime battute, è palese che Narcosis sia studiato principalmente per la realtà virtuale. Lo si nota soprattutto dall’interfaccia presente all’interno del casco dello scafandro, che vede i razzi rimanenti e la quantità di ossigeno rimasta posti all’altezza del mento del personaggio. Gli ambienti di gioco sono realizzati con cura, senza particolari effetti che facciano gridare al miracolo. L’audio rende bene l’atmosfera di gioco, calando alla perfezione il giocatore all’interno degli ambienti sottomarini. Le musiche sono ben studiate, e contribuiscono alla buona riuscita dell’immedesimazione del giocatore. Ogni tanto ci sono dei problemi con i sottotitoli ed i testi, che si presentano in lingue differenti da quella scelta.

Narcosis 2

Narcosis si presenta quindi come un gioco ben studiato e realizzato, sia tecnicamente, con ambienti ben realizzati, sia narrativamente, con una storia che si presenta ben congegnata e che si rivelerà mozzafiato. Unica pecca è rappresentata dalla durata del titolo, che potrà essere completato in due o tre ore di gioco.

Scopri tutto su Narcosis

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2 commenti 2 commenti
  • Massimo Segante ha detto:
    18 Luglio 2018 alle 21:00

    Mi ispira tantissimo!! Grazie per questa chicca!!

    Rispondi
  • Valentina Paradiso ha detto:
    18 Luglio 2018 alle 22:33

    Inquietante! Credo che giocarlo con il VR sia un’esperienza claustrofobica…

    Rispondi

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