Se sei tra chi segue con curiosità l’evoluzione del genere survival‑craft isolano, Len’s Island ti sorprenderà. Sviluppato da Flow Studio e pubblicato in collaborazione con Fireshine Games, il titolo è finalmente uscito dalla fase Early Access il 19 giugno 2025 su PC (anche Steam Deck e macOS). Il protagonista, Len, arriva su un arcipelago sconosciuto senza scarpe, in fuga da un’entità misteriosa chiamata Void, e l’avventura comincia con la semplicità di un tutorial ma presto evolve in una lunga catena di costruzione, esplorazione e combattimenti contro le creature dell’oscurità.
Ciò che colpisce fin dall’inizio è il contrasto tra la lentezza del ritmo: nessuna corsa, ogni azione animata realisticamente, tempi di attesa per affinamento e costruzione e la bellezza calma dell’ambiente: isole tropicali, grotte minerarie, villaggi da ripopolare. È come un incrocio tra Minecraft, Valheim e un RPG isometrico leggero, con la peculiarità di non avere mai una trama imposta, ma incentivata da tablet misteriosi e lingue antiche da decifrare.

Len’s Island: storia e ambientazione
Trama e personaggi
La narrazione di Len’s Island è decisamente discreta: non c’è un arco narrativo principale con colpi di scena o personaggi con obiettivi chiari. Len è essenzialmente una tela bianca: arrivi, inizi a costruire, esplori rovine che contengono frammenti di un’antica civiltà. Alcuni obelischi e tavole da decifrare introducono un linguaggio sconosciuto e suggeriscono un passato perduto . Dopo il tutorial iniziale, il senso di scopo si affievolisce: le quest diventano solo un pretesto per sbloccare oggetti e partire verso nuovi dungeon, senza grandi rivelazioni emotive o narrative.
Len non parla, non ha motivazioni esplicite: è il tuo alter ego artigiano su un’isola misteriosa. Questo può essere liberatorio, se ami giocare a tuo modo, o frustrante, se preferisci una storia tradizionale. Non c’è un cast di personaggi o una compagnia di NPC che interagiscono con te: l’isola è semi-abitata, ma la parte sociale è ridotta a due venditori e pochi villaggi. Di fatto, la crescita del personaggio è legata a crafting, potenziamenti e conquiste materiali, non a rapporti narrativi.

La magica atmosfera dell’ambientazione di Len’s Island
Len arriva in un arcipelago generato proceduralmente (che però si rivela identico tra playthrough, con solo variazioni minime di posizionamento) . Ogni isola ha un bioma diverso (giungla, zone aride, miniere sotterranee, coste), collegati tra loro da ponti o barche artigianali. Gli esterni riproducono con efficacia la calma e il mistero mentre gli interni sotterranei (le miniere) assumono atmosfere più claustrofobiche e battaglie più intense.
Quella di Len’s Island è una grafica isometrica colorata, spesso paragonata a un effetto tilt-shift: luminosità soffusa, fauna e flora dettagliata, effetti particellari leggeri. Alcuni scenari subacquei aggiungono path verticali, mentre le grotte minerarie richiedono piattaforma e combattimento . L’ambientazione funziona bene come sfondo per il gameplay, ma manca di respiro narrativo vero. Non aspettarti dialoghi memorabili o luoghi carichi di mistero emotivo: la magia è tutta in ciò che costruisci, non in ciò che leggi.
Esplorazione, crafting e mondo sandbox
Il loop di base di Len’s Island è classico: raccogli materiali, costruisci edifici, potenzi strumenti, esplori zone più pericolose. La differenza sta nel ritmo intenzionalmente lento: non puoi correre, ogni raccolta richiede tempo e precisione. C’è una lega ritmica nel colpire gli alberi o estrarre minerale: tempismo ottimale accorcia l’animazione e infligge più danni. Anche la pesca e il lavoro agricolo seguono questa logica: devi prestare attenzione per essere efficace.
L’automazione arriva dopo aver costruito le basi: macchinari più veloci, teletrasportatori, fabbriche che producono oggetti senza il tuo intervento continuo. L’isola diventa la tua città artigianale.
Costruzione e combattimenti
Il sistema di building è intuitivo ma non banale: puoi edificare case, fattorie, stalle per animali da compagnia (come cani che ti seguono e raccolgono oggetti), ponti, obelischi da decifrare e postazioni di crafting avanzato . Anche alcune catene fisiche, come abbattere un albero che ne fa cadere altri in catena, aggiungono dinamismo ambientale all’esperienza .
Purtroppo il controllo del menu di costruzione e il drag‑and‑dropin Len’s Island funzionano meglio con mouse e tastiera: il controller resta scomodo, specie per la gestione delle casse e dello stoccaggio .
La lotta è semplice ma efficace: attacco leggero, abilità arma, rotolata evasiva. Se temporizzi i colpi bene, puoi concatenare combo e ridurre drasticamente il numero di attacchi necessari . I dungeon presenti su ogni isola—mini-labirinti pieni di Voidlings, creature ostili nate dall’oscurità—offrono sfide più intense e spesso custodiscono materiali più rari.
I combattimenti diventano intensa arena durante le ondate di attacco notturne se non hai costruito difese o resti al buio. Il ritmo rapisce: respiri profondi, colpi ben calcolati, e infine la vittoria sul boss del dungeon (tipicamente un Voidling più grande o un mini-boss da grotta).

Progressione, grind e co-op
Len’s Island evolve attraverso l’esperienza pratica: salendo di livello ottieni accesso a nuove ricette, utensili migliori, edifici più grande. Tuttavia il percorso è fortemente vincolato da un grind evidente: risorse come titanio sono rare e richiedono ore di mining e lunghi tempi di respawn. Questo rende il progresso lento, e alcune fasi del gioco, specialmente il mid‑game, possono sembrare frustranti.
Len’s Island supporta fino a 8 giocatori in co‑op, ed è l’aspetto più apprezzato da molti utenti. Tuttavia la sincronizzazione delle quest tra giocatori è difettosa: se un partecipante avanza nei compiti, sovrascrive le missioni anche per gli altri, compromettendo il flusso cooperativo . In pratica serve coordinazione costante oppure il rischio è di trovarsi con personaggi inutilizzabili in co‑op.
Livello tecnico
L’estetica generale di Len’s Island è piacevole: ambientazioni stilizzate, fauna isometrica, colori vibranti. Le animazioni fisiche, come cadute ad albero chain reaction, aggiungono umorismo e realismo visivo . Anche l’audio ambientale funziona bene: passi, vento, uccelli, grotte bagnate contribuiscono a un senso di immersione rilassante.
Tuttavia Len’s Island soffre di alcuni problemi tecnici:
- La camera funziona male, istanza che ti forza in zoom ravvicinato o overhead che poi rientra automaticamente, risultando irritante.
- Controlli con controller sono instabili: selezioni involontarie, drop di oggetti e attivazione accidentale sono frequenti .
- Il motore grafico non è perfettamente ottimizzato: con molte build o in città affollate compaiono cali di frame rate, caricamenti lunghi e lentezza generale .
- Mancano funzioni utili come minimappa, segnalibri per le quest, pinning delle ricette all’inventario .
Len’s Island è un buon titolo indie che brilla nei momenti creativi e cooperativi, ma mostra limiti tecnici e di design che pesano su alcuni aspetti fondamentali dell’esperienza. Se ti affascina la prospettiva di costruire un mondo tuo da zero, vivere un isolamento creativo e sei pronto a gestire il tempo come risorsa principale, Len’s Island merita attenzione.