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Resident Evil Village: quell’incredibile somiglianza con Resident Evil 4

Lorenzo Saltutti 3 anni fa Commenta! 7
 

Nonostante siano passati più di 8 mesi dall’uscita di Resident Evil Village, il titolo continua a stupirci e a regalarci riflessioni sul ruolo rivestito nell’evoluzione dell’horror gaming. L’ultimo grande prodotto di casa Capcom è riuscito a fare intrecciare le due grandi linee che hanno da sempre definito la saga: la componente più direttamente survival horror, fatta di risparmio di munizioni, strategie di movimento, enigmi, e quella più esplicitamente action horror, caratterizzata da orde di zombie e altre mostruose creature, calci rotanti e un’atmosfera decisamente più splatter.

Contenuti
Village e RE 4: un rapporto a distanzaL’omaggio di ambientazioni e mostriTi potrebbe interessare

In questo senso, Resident Evil 4 ha sicuramente rappresentato uno spartiacque decisivo, definendo un pre e un post; non a caso, nel periodo 2005-2006 (anno di uscita del quarto capitolo) il gioco si attirò molte critiche, proprio per via delle sue dinamiche decisamente troppo action. Col senno di poi, tuttavia, molti si resero conto che ci si trovava di fronte a un capolavoro che era stato in grado di fare rinascere la saga secondo una nuova linea, che però non dimenticava il proprio passato, ma anzi cercava di implementarlo nel miglior modo possibile.

Resident Evil Village: quell'incredibile somiglianza con Resident Evil 4

Village e RE 4: un rapporto a distanza

Il successo di Resident Evil Village, testimoniato dalle ottime recensione ricevute (qui trovi la nostra), è dovuto forse in parte proprio alla sua capacità di mescolare sapientemente parti di sopravvivenza angosciante (nessuno potrà più dimenticare il Baby Giant Fetus) con segmenti di azione adrenalinica, saturi di proiettili e armi di ogni tipo (basti pensare al finale in cui il giocatore impersona Chris Redfield, armato fino ai denti).

Non è da escludere, allora, che l’ottavo capitolo della storica saga Capcom abbia preso spunto proprio da Resident Evil 4; o meglio, RE Village è riuscito a recuperare quella capacità di guardare al futuro senza però tagliare i ponti col passato, ma anzi omaggiandolo, nella consapevolezza che sono stati proprio gli enigmi e le battaglie in angusti corridoi a rendere grande la saga.

La software house giapponese ha voluto rendere evidente questo omaggio, strizzando più volte l’occhio ai giocatori di Resident Evil Village tramite alcuni riferimenti impliciti al quarto capitolo: basti pensare alla trasformazione di Moreau in un gigantesco pesce e alla battaglia sulla superficie del lago, che ricorda il mostro marino affrontato da Leon in RE 4; oppure alla presenza del Duca, il mercante che vende a Ethan armi, risorse e potenziamenti e che non può non richiamare alla memoria il famoso merchant di RE 4.

Questo parallelo viene tra l’altro reso esplicito dal Duca stesso, il quale, mentre il giocatore sfoglia il catalogo del negozio, afferma “What’re ya buying? Haha, just something an old friend of mine used to say” (letteralmente: “Che cosa compri? Ahah, è solo una frase che un mio vecchio amico usava spesso”), facendo riferimento a una delle memorabili citazioni del merchant (qui trovi il video in game).

resident evil village giapponese

L’omaggio di ambientazioni e mostri

La stessa atmosfera di RE Village richiama direttamente quella di Resident Evil 4: l’alternanza tra villaggio e il castello di Lady Dimitrescu richiama quella tra il pueblo e la mansion di Salazar. La prima battaglia del gioco, poi, si snoda all’interno di capanne fatiscenti, dove Ethan si ritrova alle prese con l’orda di abitanti del villaggio che tenta di sfondare porte e finestre barricate. Come non pensare alla prima battaglia nel villaggio spagnolo, al Dr. Salvador armato di motosega e ai contadini che gridano “un forastero!”?

C’è però un altro punto, meno direttamente evidente, in cui Capcom ha voluto ricordare ai giocatori la grande eredità lasciata dalla missione in Spagna di Leon. All’interno della fabbrica di Heisenberg, uno dei quattro boss principali di Resident Evil Village, il giocatore incontra i Soldat Eins, ovvero esseri dalle fattezze umane infettati dal Cadou e modificati brutalmente con l’aggiunta di un cuore meccanico e un lungo trapano al posto del braccio.

L’incontro col primo Soldat avviene in una sala operatoria, con il corpo del mostro inerme, appoggiato sulla sedia dove ha presumibilmente subito l’intervento; Ethan deve recuperare un oggetto chiave posto nella stanza adiacente, ma una volta che si avvicina alla porta d’uscita il Soldat si risveglia improvvisamente, tentando di ferire l’uomo (qui trovi la sequenza in game). Per uccidere il Soldat il giocatore deve colpire precisamente il nucleo meccanico del suo cuore, dove è anche concentrata l’essenza del parassita.

Chi ha giocato a Resident Evil 4 non potrà non pensare al primo incontro con i Regeneradores, l’arma biologica dalle fattezze umane infettata con il Plaga e capace di rigenerare in pochi istanti parti del corpo distrutte (clicca qui per rinfrescarti la memoria). Anche in questo caso, proprio come Ethan, Leon si ritrova in una sala operatoria, dove il corpo esanime del mostro giace steso sul tavolo chirurgico. Il giocatore deve trovare un oggetto chiave nella stanza adiacente, ma non appena si avvia verso l’uscita il Regenerador si sveglia, assalendo Leon che per ucciderlo deve colpire i punti vitali in cui è concentrato il parassita.

resident evil 4 regenerador

Dinamiche di gameplay simili, atmosfere simili, mostri assolutamente simili: l’omaggio di Capcom non potrebbe essere più chiaro. Si potrebbe dire che in generale la fabbrica di Heisenberg è il luogo dove Resident Evil Village ha ricreato molte atmosfere dominanti nel terzo scenario di RE 4, ovvero l’isola governata da Lord Saddler: laboratori, esperimenti meccanici, spazi più angusti e inquietanti rispetto alla piazza del villaggio o alle ampie sale del castello.

Chi si è immerso in profondità nel terrificante viaggio di Leon non potrà non apprezzare altrettanto quello di Ethan, cogliendo i riferimenti espliciti ma anche quelli meno palesi: Capcom ha infatti voluto ammiccare continuamente al giocatore, presentandogli non solo citazioni evidenti come quella del Duca, ma lasciando soprattutto che il mood definisse le dinamiche di gameplay, regalando al giocatore un’esperienza pienamente immersiva e creando così un efficace equilibrio tra survival e action, tra terrore angosciante e adrenalinico furore.

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