Sviluppato da Thera Bytes e pubblicato da Aerosoft, Zombie Cure Lab è un gestionale strategico distopico, parodistico e surreale a tema zombie. Parliamo di un titolo rimasto in early access dal 2022 e che nel tempo ha visto innumerevoli interventi per dare sempre più identità e spessore a un’idea di fondo comunque molto intrigante, seppur non originalissima. Noi ci siamo messi alla guida di un gruppo di coraggiosi scienziati su PlayStation 5 e questa è la nostra recensione!
Zombie Cure Lab e la ricerca della cura
Zombie Cure Lab non ha una storia appassionante e, inserendosi fedelmente all’interno del catalogo del genere di cui appartiene, non ne ha neanche così tanto bisogno. In compenso, ha uno scopo interessante, un “obiettivo finale” che è anche la sua chiave identitaria nonché l’elemento che lo caratterizza e, in parte, distingue dagli altri gestionali city builder a tema zombie. Qual è tale scopo ultimo? Come da titolo del gioco stesso: è trovare una cura per gli zombie.
Esatto, in Zombie Cure Lab non saremo chiamati ad affrontare gli zombie in ottica guerrigliesca, tutt’altro, il nostro scopo è catturarli, studiarli e sviluppare le nostre struttura in modo graduale, avendo cura del nostro personale e cercando di arrivare sempre più vicini a trovare l’agognata cura. Il senso di crescita, in questo caos sia strutturale che, soprattutto, scientifico, è in parte tangibile, oltre che credibile. Quindi sì, il risultato finale è efficace e colpisce nel segno. C’è una concreta sensazione di maturità scientifica che va di pari passo con la gestione delle nostre risorse e anche alla sopravvivenza del personale stesso.

Personale che, non solo deve sopravvivere, ma deve anche essere nutrito e, soprattutto, deve riposare e essere dell’umore giusto. Ti starai però chiedendo: sopravvivere… a cosa? Agli zombie, ovviamente, visto che nel ciclo giorno-notte di Zombie Cure Lab, la seconda fase, quella notturna, ci vede alle prese quasi con un’esperienza da survival-tower defense, dove dobbiamo, di fatto, proteggere la nostra struttura e i nostri scienziati, sfruttando torrette, trappole e mura difensive. Ed è in queste fasi, anche, che si procede alla cattura dello zombi, congelandolo e poi “trattandolo” nel laboratorio con la speranza di renderlo utile al nostro scopo finale.
Purtroppo, se l’obiettivo è intrigante, lo stesso non possiamo dire della narrazione in sé per sé, quasi non pervenuta. Non ci sono cut scene o momenti degni di nota che ci spingano ad affrontare fino alla fine un’avventura fin troppo lenta e dal gameplay che presta il fianco a più di una critica, e lo andremo a vedere nel dettaglio nel paragrafo dedicato. Un peccato, considerando le potenzialità creative del progetto in sé.

Un gestionale che poteva essere gestito meglio
Zombie Cure Lab è un gestionale strategico ibridato ai sandbox, con un sistema invasivo di crafting e momenti notturni simil tower defense. Un mix di attività unite insieme anche in modo ingegnoso e scandite da un ciclo giorno-notte che presta sì il fianco a una certa ripetitività ma che funziona e riesce ad accompagnarci con efficacia di giorno in giorno. Come in ogni gestionale che si rispetti, non avremo il controllo di un personaggio singolo ma dell’intera organizzazione.
Noi saremo un puntatore su schermo e dovremo interfacciarci con una serie di menù abbastanza anonimi e grezzi, smarrendoci in un corposo elenco di materiali, statistiche e ricerche di vario genere. Purtroppo, il primo impatto con Zombie Cure Lab non è dei più morbidi, soprattutto per i neofiti, complice un tutorial non esaustivo e un sistema di controllo a schermo pensato prevalentemente per il computer e che ritrova, nella controparte console, non pochi ostacoli, sia per la lentezza sia per la precisione, risultando ancora abbastanza grezzo.

Una volta abituato all’interfaccia e ai controlli di gioco, Zombie Cure Lab schiude dinanzi a te un percorso apparentemente “libero” ma che richiede un’accurato utilizzo e investimento delle risorse, pena situazioni decisamente ingenerose e ancor più lunghe da risolvere. La “lunghezza” è prevalentemente legata alla ricerca e accumulo di materiali essenziali per potenziare le strutture e passare alle fasi successive, e quindi a nuovi laboratori.
Altro elemento caratteristico del titolo sono gli “humbie”. Si tratta di zombie precedentemente catturati e “addomesticati”. Più o meno, sono una via di mezzo tra zombie e umani, non del tutto guariti ma che hanno ancora una speranza. Ma soprattutto, gli humbie sono risorse sia da impiegare attivamente nel laboratorio, sia da poter inviare nella sede centrale per compiere, si spera, ulteriori passi in avanti verso la cura definitiva. Occhio però, gli humbie sono pur sempre per metà zombie e potrebbero anche perdere il controllo… immagina cosa può fare uno zombie in libertà dentro il tuo laboratorio.

L’idea ludica di base, di fondere un city builder, che prevede quindi la creazione di aree relax con aree scientifiche-laboratoriali e aree prettamente legate al consumo di cibo, con un tower defense strategico dove a dover essere ben posizionati sono strutture difensive contro orde di nemici, è accattivante ed è innegabilmente il motore dell’opera stessa. Purtroppo, da solo, non basta rischiando di stancare anche a causa di una serie di problemi tecnici di vario genere.
Su console abbiamo riscontrato diversi rallentamenti oltre a pop up di vario genere e bug invasivi discretamente fastidiosi, come nemici che andavano oltre i nostri ostacoli ed elementi che svanivano letteralmente nel nulla. Ancora una volta, è un peccato considerando la bontà dell’idea originale e confidiamo in una o più patch per porre rimedio quanto prima. Anche perché, più si procede, più i cataloghi di ricerca e strutture si ampliano, fornendoci più occasioni e rinfrescando leggermente il gameplay.

Grafica e sonoro
Graficamente parlando, Zombie Cure Lab sceglie uno stile cartoonesco e idoneo con l’atmosfera e la filosofia del titolo, inserendolo così in un target fortemente trasversale considerando che è pur sempre un titolo di zombie. Purtroppo, questo non basta a distinguerlo in un catalogo molto feroce e che vede, anche tra i gestionali, protagonisti assai più agguerriti e che lo stile cartoonesco lo padroneggiano ancor meglio. Rimane comunque, soprattutto nelle fasi più avanzate, un bel vedere.
Creare laboratori arzigogolati e personali è sempre una soddisfazione, anche estetica, non da poco. Purtroppo, a penalizzare l’impatto generale è ciò che è intorno al laboratorio, che appare spoglio e abbastanza “vuoto”. In compenso, le animazioni, seppur semplici, sono funzionali e soddisfano. Nota dolente le interfacce, grezze, non sempre intuitive e in alcuni casi addirittura buggate. Le musiche, anche se abbastanza anonime, svolgono il loro compito senza risultare fastidiosi o eccessivamente ridondanti. Infine, il titolo è, almeno al momento, completamente orfano della lingua italiana, elemento da tener conto considerando la mole di menù con cui dovremo interagire.