Il Game Pass di Xbox non è più il “grande affare” di un tempo, almeno per Microsoft. Secondo un’inchiesta di Bloomberg, sette ex e attuali dipendenti raccontano un quadro piuttosto turbolento: tra ricavi deludenti, rincari per gli utenti e un modello che molti all’interno della stessa azienda definiscono “controverso”.
L’era dell’abbonamento infinito
Lanciato nel 2017 a 10 dollari al mese con un catalogo di giochi non recenti, il Game Pass era nato per cambiare il modo di consumare i videogiochi, offrendo un modello “all you can play”. Un anno dopo, Microsoft decise di spingere oltre, includendo i nuovi titoli first-party al day one. Una mossa storica, applaudita dai giocatori ma molto meno dai contabili.
Il problema dei numeri
Secondo Bloomberg, “la spinta di Xbox sui servizi non genera ancora la revenue desiderata dopo otto anni dal lancio”. Per questo l’azienda avrebbe deciso di aumentare il costo del Game Pass, arrivando a un +50% per l’edizione Ultimate.
Oggi il nuovo prezzo del Game Pass Ultimate è di circa 17 euro al mese, mentre la versione per PC costa circa 12 euro. La formula Core, che ha sostituito il vecchio Xbox Live Gold, resta più economica ma con un catalogo ridotto.
Fonti interne citate dal report parlano di oltre 300 milioni di dollari di vendite perse su Call of Duty, tra PC e console, un impatto diretto del lancio di Black Ops 6 su Game Pass al day one.
Il paradosso del successo

Il Game Pass ha reso i giochi Xbox più visibili che mai, ma allo stesso tempo ha ridotto le vendite dirette. È il paradosso del successo: più persone giocano, meno persone comprano.
Molti dipendenti hanno definito “controverso” il modello che prevede l’inclusione dei titoli più costosi fin dal primo giorno, in un mercato dove lo sviluppo di un tripla A può costare centinaia di milioni di dollari.
Il modello tradizionale, con vendite a 60-70 dollari più DLC e upgrade a pagamento, resta quello su cui PlayStation e Nintendo continuano a generare enormi profitti.
Un ex dipendente ha riassunto così: “Mettere Call of Duty Black Ops 6 su Game Pass è stato un affare per gli abbonati, ma non per le vendite su Xbox.”
La community reagisce
La discussione si è accesa anche su Reddit, dove il post “Nel caso ci fossero dubbi, anche gli stessi dipendenti di Xbox non erano convinti del Game Pass” ha raccolto centinaia di commenti.
Gli utenti non si sono risparmiati:
– “Non hanno mai capito che la gente comprerebbe se il gioco fosse di qualità,” scrive Unusual-Context8482.
– “Io non spendo più di 30 euro per un gioco, tanto arrivano sempre gli sconti,” aggiunge XargonWan.
– “Se spendono budget da Hollywood per giochi mediocri, non è colpa mia,” continua lo stesso utente.
– Altri tirano in ballo Baldur’s Gate 3 come esempio virtuoso: grande qualità, prezzo onesto e nessun DRM.
Tra nostalgia e disillusione
“Una volta i giochi erano completi,” scrive un utente, “oggi compri la scatola e dentro ci trovi solo un menù.” È un sentimento diffuso tra i giocatori nel 2025, stanchi di modelli economici che sembrano pensati più per gli azionisti che per chi gioca.
Molti raccontano di aver smesso di acquistare giochi al day one: “Ormai la FOMO non ha più senso,” scrive wolfbetter. “Compro pochi giochi al D1. Gli altri mi aspettano nel backlog.”
Altri puntano il dito contro i DLC a pagamento nei picchiaduro: “Una volta i personaggi si sbloccavano giocando, oggi li vendono a parte,” scrive un utente con amarezza.
Xbox al bivio

Molti commenti vanno oltre il singolo servizio. “Microsoft farà morire la console classica e unirà tutto a PC e cloud,” prevede Dr_Lini. Una visione condivisa anche dall’autore del post, secondo cui l’hardware fisico è ormai “una palla al piede” per un’azienda che vive di servizi.
C’è anche chi non si stupisce del rincaro: “Era ovvio che prima o poi avrebbero alzato i prezzi, il Game Pass non è mai stato sostenibile,” scrive alexcarchiar.
E ancora: “Ms ha fatto giocare in perdita la sua utenza per anni, ora vuole rientrare dei costi,” sostiene faratto_.
Un modello in crisi
La sensazione generale è che il Game Pass stia attraversando una fase di ripensamento profondo. Il sogno di un “Netflix dei videogiochi” si scontra con una realtà molto diversa: i giochi costano di più da produrre, richiedono manutenzione continua e non si consumano in poche ore come un film.
La scommessa di Microsoft è chiara: trattenere gli abbonati più attivi, anche a costo di perderne molti altri. Ma il rischio, come fa notare un utente, è che “Game Pass” finisca per diventare “Game Over.”
Il futuro dell’abbonamento Xbox
Il Game Pass resta una delle idee più ambiziose della storia recente dei videogiochi, ma la sua sostenibilità è ancora tutta da dimostrare. Gli analisti parlano di un possibile spostamento verso formule ibride, con abbonamenti base più economici e l’acquisto separato dei titoli premium.
Il Game Pass è stato il simbolo dell’ambizione di Xbox, ma ora rischia di diventare la sua zavorra. La prossima generazione dirà se Microsoft riuscirà a trasformare un abbonamento in un nuovo modo di vivere il gioco, o se dovrà tornare al vecchio, caro disco da 70 euro.
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