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Tormented Souls 2, recensione (PlayStation 5)

Un orrore nostalgico ed efficace

Pasquale Aversano 2 ore fa Commenta! 17
 
8
Tormented Souls 2

Sviluppato da Dual Effect e pubblicato da PQube, Tormented Souls 2 è un survival horror in terza persona 3D con telecamera fissa e infarcito di puzzle ed enigmi ambientali che non solo ha un impatto nostalgico ancor più studiato ed efficace del prequel ma che evolve la propria formula dando forza a una propria identità che si svela con efficacia. Noi siamo tornati a interpretare i panni dell’eroica Caroline Walker su PlayStation 5 e questa è la nostra recensione. Pronto ad affrontare nuovi orrori?

Contenuti
Tormented Souls 2 il sequel che va oltre l’omaggio ai classiciIl passato che irrompe nel presenteEnigmi per tutti i gustiGrafica e sonoro

Tormented Souls 2 il sequel che va oltre l’omaggio ai classici

Se il prequel, Tormented Souls, è un omaggio ai survival horror degli anni 90, ossia ai primi Resident Evil e Silent Hill ma anche a opere del calibro di Clock Tower, il sequel diretto va oltre l’effetto nostalgia, recuperando quanto di buono realizzato fin’ora e portandolo a un ulteriore livello, più personale e più originale, senza però perdere i binari originali. Abbiamo quindi un prodotto in bilico tra modernità e rispetto del passato di un genere che, possiamo anticiparlo, è invecchiato decisamente bene.

Prima di affrontare la narrazione di Tormented Souls 2 è bene fare alcuni appunti. Trattandosi di un sequel, è preferibile se non proprio calorosamente consigliato, recuperare il primo capitolo, di cui puoi anche recuperare la nostra recensione, in modo da approfondire la conoscenza della protagonista, della sua sorellina e anche la lore che avvolge praticamente tutte le vicende e che trova qui un’ulteriore chiave di lettura e oscura evoluzione. Chi è neofita della saga e decide di partire direttamente da questo capitolo, oltre a perdersi un prequel comunque ben fatto e interessante, potrebbe non cogliere subito alcuni dettagli. Banalmente: perché la protagonista ha una benda sull’occhio?

Tormented Souls 2, recensione (PlayStation 5)

Detto ciò, partiamo proprio da lei: Caroline Walker, la nostra protagonista. Reduce da un primo capitolo decisamente traumatico, la vediamo qui su un treno in compagnia della sorella minore Anna. La causa del viaggio è proprio legata, ancora una volta, alla sorellina che è afflitta da incubi pressoché continui che va a dare forma attraverso disegni disturbanti e raccapriccianti. Lo scopo di Caroline è portare Anna nel Cile meridionale, in una clinica situata nella cittadina di Villa Hess, dove dovrebbero essere in grado di curarla.

Purtroppo, come potrai facilmente prevedere, la situazione non va come previsto e, nonostante il sorriso fin troppo accogliente della suora che va a recuperarle alla stazione, proprio partendo dal convento l’avventura di Caroline prende tutt’altra piega. Come da ammonizione di Tormented Souls 2 stesso, prima ancora del menù iniziale, il gioco contiene scene di violenza esplicita (basti pensare che tra le prime scene su scherme sì, non manca gore e anche del sano body horror. Questo perché le creature che andremo a incontrare saranno gradualmente sempre più disgustose e anche discretamente originali e più “identitarie” rispetto al passato.

Tormented Souls 2, recensione (PlayStation 5)

In realtà, l’intera trama di Tormented Souls 2 è un crescente quasi continuo con poche fasi meno ritmate del dovuto. Il tutto per una longevità decisamente più elevata del prequel e che no, non stanca affatto. Il merito di ciò, oltre a un buon equilibrio tra fasi a enigmi, esplorazione e combattimenti/fughe, è la varietà delle stesse che si riflette in un cambio di location ben studiato. Perché se è vero che l’avventura ha inizio all’interno di uno stravagante e ben riprodotto convento di suore, ben presto ti ritroverai a esplorare altri ambienti in un’avventura discretamente imprevedibile e appagante.

L’intreccio stesso del racconto, nonostante inevitabili rimandi ad altre opere, sia cinematografiche che videoludiche, riesce a catturare e convincere grazie anche all’implementazione di alcuni colpi di scena ben inseriti. Non tutto il cast di personaggi funziona come dovrebbe, anche perché non tutti hanno il dovuto spazio, ma non mancano figure memorabili e che sapranno inquietare più del dovuto. Purtroppo, come anche riscontrato nel prequel, è proprio Caroline a convincere poco sul profilo caratteriale, nonostante un’evoluzione abbastanza coerente. Anche se di lei resteranno in mente più le “torture”… 

Tormented Souls 2, recensione (PlayStation 5)

Il passato che irrompe nel presente

Tormented Souls 2 è un survival horror in terza persona 3D che recupera e in parte personalizza la struttura del genere degli anni ‘90 oltre a essere una naturale e diretta evoluzione del suo stesso prequel. Ciò significa che ritorna la telecamera a schermata fissa così come il gran numero di enigmi ambientali con tanto di esplorazione a più livelli. Confermato anche il combat system a con tanto di tasto “L1” da tener premuto per ottenere il lock-on automatico sui nemici sia con armi ravvicinate che, soprattutto, a distanza.

Tutto ciò non deve però spaventare in quanto seppur il sistema di gioco sia ormai collocabile nel passato con sempre meno eccezioni di rilievo, Tormented Souls 2 lo recupera e lo “fa suo” con maturità, offrendo un’esperienza più fluida, appagante e coinvolgente. Prima di tutto, fornisce sia un sistema a “tank” sia più moderno, offrendo la possibilità, in questo secondo caso, di dare a Caroline movenze più “moderne”, seguendo l’angolazione dell’analogico e muovendosi di conseguenza. 

Personalmente, per quanto il “tank” sia fortemente nostalgico e ben implementato, abbiamo preferito l’impostazione “moderna”. La sua padronanza richiede poco tempo e risulta più comoda e immediata sia nell’esplorazione che nel combattimento. Oltre a ciò, Tormented Souls 2 chiede di fare un’ulteriore scelta a inizio partita, ben consapevole della sua stessa natura che, soprattutto per i neofiti, può risultare frustrante in più occasioni. Nel dettaglio, ci riferiamo alle modalità di gioco che sono, almeno all’inizio: assistita o standard.

Tormented Souls 2, recensione (PlayStation 5)

La modalità assistita è pensata prevalentemente per i neofiti e include una serie di vantaggi che mirano a rendere l’esperienza più semplice, meno ostica e, sotto certi aspetti, anche meno “paurosa”, dando quindi il focus sulla storia. Tra le semplificazioni di spicco c’è il salvataggio automatico a ogni cambio di stanza/schermata andando così a vanificare quasi del tutto l’utilizzo dei salvataggi manuali. Questi ultimi, rinchiusi nelle sparute “stanze sicure” sono comunque presenti e ulteriormente “potenziati” grazie all’aumento dei nastri da due a tre per ogni singola postazione.

Sempre nella modalità assistita, avremo un aumento delle munizioni, i nemici avranno un debuff della salute e la salute di Caroline si ricaricherà autonomamente da “Pericolo” a “Attenzione”, preservando così i materiali curativi in inventario. Viene da sé, come anticipato, che tale modalità è pensata come una sorta di palestra per chi si affaccia per la prima volta in questo particolare genere di horror. D’altro canto, la modalità standard, non ha alcun salvataggio automatico, i debuff sono disattivati e le munizioni sono ben contingentate così come i nastri di salvataggio che saranno presenti nel numero di due per “stanza sicura”.

Tormented Souls 2, recensione (PlayStation 5)

In modalità standard il gioco assume la sua vera identità, ossia un titolo horror a tutto tondo e che mette ansia quasi costante. Un’ansia amplificata dal fatto che si hanno poche munizioni e anche pochi salvataggi. Salvare il gioco diventa così parte strategica del gioco, preservare i nastri è essenziale e sta a te decidere quando rischiare e quando invece investire i preziosissimi nastri onde evitare lunghe sessioni di replay in caso di decesso. Perché sì, in Tormented Souls 2 si morirà spesso e il motivo è ricercabile nel fatto che Caroline, nonostante una mini schivata, non è poi così agile.

Gran parte dei combattimenti li vivrai cercando di creare distanza dal nemico per atterrarlo con armi da fuoco e poi finirlo una volta a terra con armi ravvicinate, preservando così le munizioni. Ma non farti distrarre, il combat system, abbastanza semplice e complice alla creazione della mai troppo citata “ansia”, non è il cardine del titolo. Non stiamo parlando di un action horror e non è detto che dovrai uccidere per forza ogni nemico su schermo, anzi. Spesso la fuga è consigliata proprio per preservare risorse in vista di momenti ben più rischiosi e complessi. 

Come potrai aver intuito quindi, il combat system di Tormented Souls 2 è in linea col sistema del passato eppure risulta discretamente fluido e appagante, serve giusto un po’ di pratica. Gli unici momenti un po’ più ostici, possono nascere dal cambio di camera. Ebbene sì, la telecamera in Tormented Souls 2 è prevalentemente fissa e qui osa con visioni cinematografiche decisamente appaganti con tagli obliqui, zoom inaspettati e montaggi a più visione che raramente risultano un concreto ostacolo, salvo appunto durante alcuni combattimenti dove il cambio visuale e quindi di zona, può spaesare e risultare fatale. Ma sono piccolezze risolvibili con esperienza, pratica e un pizzico d’ingegno.

Tormented Souls 2, recensione (PlayStation 5)

Enigmi per tutti i gusti

Dove Tormented Souls 2 brilla veramente, sono gli enigmi che qui trovano letteralmente una “nuova dimensione”. In alcuni momenti sembra quasi di giocare a Syberia in salsa horror con puzzle all’avanguardia che richiedono tanta logica, ingegno e occhio attento. A differenza del prequel, qui gli enigmi sono molto più “giusti” e accorti nel fornire sempre una chiave di lettura e delle linee guida logiche “presenti” in game. Che siano un racconto scritto in un libro o su una targa, dei messaggi lasciati in giro per le aree di gioco o altri oggetti precedentemente raccolti, o persino dei dialoghi, sta a te cogliere i giusti spunti e unirli tra loro in modo coerente, cercando la soluzione e, soprattutto, ricordare dove andare. 

Ma occhio, raramente saranno soluzioni banali. D’altronde già il primissimo enigma ti fa capire che dovrai unire i pezzi e cercare di incastrarli. E sì, questo regala una soddisfazione ancora più maggiore rispetto al combat system. Il motivo è anche l’ampia varietà di enigmi e la loro coerente fusione con l’ambiente. Ed ecco che arriviamo all’esplorazione. Esplorare il mondo di gioco di Tormented Souls 2 è molto piacevole. Sì, alcune zone sono nascoste dalla stessa impostazione fissa della telecamera ma fa parte del gioco e funziona.

Tormented Souls 2, recensione (PlayStation 5)

Il titolo ti spinge a scandagliare ogni angolo di ogni stanza, cercando indizi ma anche dettagli meramente narrativi. In tutto ciò, non mancano diari e documenti che amplificano la narrazione così come troverai strumenti con cui affrontare meglio enigmi ed esplorazione stessa. All’inizio, ad esempio, otterrai un accendino con cui fendere le ombre. E se te lo stai chiedendo, il buio stesso è parte del gioco. Una parte letale. Mai restare troppo nell’oscurità. 

Tutto ciò che raccogli, inclusa una mappa decisamente più intuitiva e pratica rispetto al passato, andrà nel tuo inventario, suddiviso in tre sezioni diverse e in cui potrai studiare ed eventualmente eseguire combinazioni più o meno intuitive. L’inventario è anche il protagonista degli enigmi in cui dovrai individuare l’oggetto da usare e trascinarlo, letteralmente, con tanto di cursore, sulla zona “giusta”. Tali zone, si illumineranno di verde e se la combinazione sarà giusta, l’enigma si sbloccherà. Tale sistema, anch’esso decisamente classico e trainato a forza dalle avventure classiche di un tempo, è abbastanza legnoso e stona un po’ con la limatura generale subita dal titolo. Il cursore, d’altronde, è anche protagonista nel menù iniziale e da subito non si renderà particolarmente simpatico, soprattutto pad alla mano.

Tormented Souls 2, recensione (PlayStation 5)

Grafica e sonoro

Se ludicamente parlando, Tormented Souls 2 fa di tutto per creare ansia, dalle poche risorse ai salvataggi contati, passando per creature discretamente varie e pericolose che appaiono in momenti non sempre prevedibili, il versante grafico ha due facce e sì, contribuisce efficacemente al risultato finale, almeno quando si gioca. Tale differenza va fatta perché le cutscene del titolo sono l’elemento più “grezzo”, prestando il fianco a diverse critiche tecniche, soprattutto se messi a diretto paragone con i congeneri moderni. 

Dai capelli alle ciglia dei personaggi, passando per alcune animazioni, soprattutto del volto, fino agli elementi ambientali, durante le cutscene di Tormented Souls 2, sono evidenti i limiti di un gioco che ha comunque un budget abbastanza limitato e che no, non è un tripla A. In compenso, la situazione si ribalta quasi del tutto quando si passa al gioco vero e proprio. Qui gli scenari riescono a offrire un mucchio di dettagli notevoli e la stessa protagonista migliora notevolmente in credibilità e cura estetica. Il tutto viene poi ulteriormente rafforzato da un impianto luci-ombre veramente da applausi che va ad ammantare un level design intrigante e variegato. Considerando che il buio è un grande protagonista del gioco, fenderlo e svelare le zone man mano è affascinante.

Tormented Souls 2, recensione (PlayStation 5)

Senza contare che tutto contribuisce con efficacia a dar vita a un’atmosfera costantemente tesa. E sì, anche se visiterai più e più volte alcune zone, aprendo scorciatoie e cercando oggetti mancanti, l’imprevisto è sempre dietro l’angolo. Che sia un mostro sbucato dal nulla o dei rumori sinistri di sottofondo, difficilmente vagabonderai in totale sicurezza. E un sincero elogio va fatto, appunto, all’audio. Tra tracce subdole e altre evocative, tra cui spicca quella delle “stanze sicure”, zona in cui puoi salvare senza pensieri e anche cambiare d’abito la povera Caroline.

I rumori di fondo, i versi delle creature, le urla, tutto crea una sinfonia dell’orrore che funziona e difficilmente si ripete. Non saprai mai chi o cosa è pronto ad attaccarti e il titolo fa di tutto per tenerti costantemente all’erta. Anche i veterani del genere potrebbero restare sorpresi da alcune situazioni ben studiate. Da segnalare infine, la graditissima e non scontata presenza dei sottotitoli in lingua italiana che aiutano non poco a vivere meglio la nuova avventura di Caroline.

Scopri tutto su Tormented Souls 2
Tormented Souls 2
8
Grafica 7.5
Sonoro 8.5
Longevità 8.5
Gameplay 7.5
Aspetti positivi Ottima atmosfera, inquietante e coinvolgente Recupera i classici con rispetto e cura Enigmi avvincenti, vari e appaganti Sonoro di alto livello
Aspetti negativi Cutscene che prestano il fianco a critiche tecniche Sistema ludico abbastanza classico e non per tutti
Considerazioni finali
Tormented Souls 2 è la naturale evoluzione del suo stesso prequel. Un recupero dei classici survival horror con un tentativo concreto di limare i limiti ludici e di fornire un’esperienza più moderna e accessibile oltre che longeva. Ciò non toglie che è anche un’opera fortemente divisiva, chi non apprezza il gameplay del passato, difficilmente cambierà idea ma si perderà così l’occasione di affrontare una serie di enigmi avvincenti e ben studiati oltre un’atmosfera horror di tutto rispetto impreziosita da un ottimo sonoro e da creature discretamente originali e disgustose. Peccato per alcuni limiti tecnici visibili soprattutto nelle cutscene.

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