Sviluppato e pubblicato da Wild Fields Limited, Speed Crew è un simulatore gestionale di un team di un box da corsa oltre che party game da 1 a 4 giocatori. Noi abbiamo affrontato l’assurdo ed esilarante torneo su PlayStation 5 e questa è la nostra recensione! Pronto a scendere in pista senza però mai toccare un volante?
Speed Crew: Niente corse in pista ma nei box
Speed Crew ha l’idea originale di puntare i riflettori su un team di un box da corsa con tanto di trama che, con nostra sorpresa e qualche piccolo dubbio, si spalma in quattro tornei per un arco temporale che spazia dagli anni ‘70 fino agli anni 2000. Una trovata non tanto narrativa quanto stilistica che, soprattutto sul versante ludico, funziona e coinvolge.
Ma procediamo con ordine. Prima di tutto, come anticipato, c’è una trama. Nonostante la sua natura da party game scanzonato votato alla cooperazione tra i giocatori, c’è un filo conduttore umoristico e anche abbastanza abusato seppur traslato secondo il focus del titolo in esame. In poche parole, noi siamo il team di un box di corse d’elite.
Guidati da un anziano esperto che vanta di poter svitare le ruote di un’auto con un solo sguardo ma che nega costantemente come… inventando scuse assurde ed esilaranti, arrivando perfino a sparire per diversi anni, il nostro scopo è prevalere sugli altri team. Il tutto in un’avventura divisa in quattro tornei a loro volta composti da diverse giornate d’esame.
A collegare la nostra ascesa al successo, c’è il costante relazionarsi con un tale di nome Dominion Torrento che, forte della sua crew, si vanta in modo esagerato e continua tanto a fare il bullo quanto a istigarci. Insomma, fargliela pagare a Dominion è un valore aggiunto che ci spinge a dominare le varie sfide alla ricerca dell’ambito primo posto con relativo premio.
Lo scambio di battute tra i membri della crew, che si espande di capitolo in capitolo con personaggi decisamente stereotipati e caricaturiali, non è chissà quanto complesso o arzigogolato. si tratta di un canovaccio volutamente ironico e parodistico. Basti pensare ai nomi dei vari team come “Red Pitbull”. Inutile dire che fanno tutti il verso a nomi reali, tanto di team quanto di sportivi.
Nel complesso, Speed Crew sorprende per i suoi toni allegri, vivaci e per eventi assurdi e che, in effetti, richiamano un po’ il titolo da cui prende palese ispirazione per tutto: Overcooked (e a tal proposito, scopri la nostra recensione). Cambia il setting, le ambientazioni e ovviamente il cast ma i toni sono molto simili come lo è, ancora di più, il gameplay.
Cambia una ruota, togli la spazzatura, evita tombini pieni di lava…
Speed Crew è un simulatore gestionale di un team di box auto di vario genere nonché party game da 1 a 4 giocatori (locale o online) che può essere interamente giocato anche in single player seppur con diverse conseguenze in negativo che andremo presto ad analizzare. La campagna principale, come accennato, non è il pacchetto principale dell’opera e offre una serie di sfide dal livello di difficoltà crescente che possono regalare non poche soddisfazioni.
Lo scopo del gioco, in ogni singola missione, è quella di classificarsi almeno terzi su cinque team in gara. Avremo sempre ben visibile sul tabellone la classifica e il suo andamento che andrà a cambiare man mano che i team incassano punti. Per ottenere punti bisogna completare le richieste delle varie vetture. Il tutto, prima dello scadere del tempo. Più richieste soddisfi, più il moltiplicatore sale, più punti guadagnerai.
Speed Crew ci mette al comando di un solo membro del team che potremo selezionare (i personaggi cambiano solo per estetica, non hanno statistiche o poteri) e/o personalizzare con abiti di vario genere. Il gioco è dotato di una visuale in terza persona a semi volo d’uccello, stile Overcooked, che ci permette di avere una panoramica totale dell’area di gioco in cui si svolge la relativa giornata di gara.
Di base, le attività richieste vanno a incastrarsi in una catena logica fatta di priorità e catena esecutiva forzata (spiegata esaustivamente da comodi e intuitivi tutorial). In breve: arriva l’auto sul punto di riparazione, ti sposti al computer per rilevare gli interventi da attuare e procedi alla manutenzione. Le prime operazioni che imparerai ad attuare, neanche a dirlo, è il cambio ruote.
Per farlo dovrai trovare, raccogliere e piazzare il crick al lato giusto dell’auto, poi individuare, raccogliere e utilizzare la chiave inglese per raccogliere la gomma da cambiare. Tale gomma, in base al livello e alle strutture presenti in esso, potrai o ripararla su un tavolo da lavoro o gettarla in un cestino per poi raccoglierne una nuova. Ottenuta o riparata la ruota, dovrai riportarla all’auto, sistemarla con la chiave inglese, togliere il crick e, se tutto è andato bene, sbucherà dal suolo un pulsante. Premilo e l’auto andrà via e tu otterrai i sudati punteggi.
Il ciclo ludico è questo. Ogni sfida si compone da un susseguirsi di auto e più andrai avanti, più aumenteranno le richieste, la loro tipologia e anche il numero di auto contemporaneamente presenti su schermo. Abbiamo parlato del cambio gomme ma il titolo è molto vasto e variegato nelle richieste. C’è quella di pulire l’auto da rifiuti prendendoli direttamente a schiaffi (potrai schiaffeggiare anche membri di team avversari) oppure riparare ammaccature usando una sturalavandini (hai letto bene).
In alcuni livelli, le operazioni ti saranno semplificate come ad esempio dei computer che rilevano automaticamente i problemi (che, quando rilevati, appaiono direttamente sulla vettura in modo pratico e intuitivo). In altri casi, invece, le situazioni si complicano e la gestione del tempo diventa essenziale (e a tal proposito, il personaggio è dotato di un piccolo “dash” che si ricarica automaticamente). Riparare una gomma, infatti, richiede molto tempo rispetto al recuperarne una nuova di zecca.
Altresì, lo sturalavandini è uno strumento mono-uso a differenza del martello gigante che è eterno ed entrambi servono per il medesimo compito. Bisogna quindi decidere quale strumento usare in base al tempo e alla dimensione del danno (che può essere di una o due barre di gravità).
Senza contare che, procedendo nell’avventura, la situazione si complica con aree di gioco che mutano, cambiano e con l’introduzione di diverse trappole letali. Sì, il personaggio può morire e questo comporta qualche secondo di “nulla” in attesa del respawn. E il tempo, in Speed Crew è tutto. Se perdi tempo a cercare strumenti o a morire… la scalata della classifica sarà decisamente più faticosa.
Come avrai intuito, Speed Crew ha due grossi problemi: il primo è la ripetitività intrinseca delle operazioni ludiche che, per quanto varie e ben alternate, tendono a ripetersi dall’inizio alla fine in una struttura estremamente simile a quella di Overcooked. Ciò non toglie che è perfetto per partite mordi e fuggi, offrendo comunque una finestra di puro svago e un buon livello di competizione e conseguente soddisfazione.
Il secondo problema è la natura stessa di Speed Crew, un titolo fortemente votato alla cooperazione e che riesce a dare il meglio di sé insieme ad altri giocatori. Ne basta uno e già il titolo diventa estremamente divertente oltre che più semplice e meno frustrante. In singolo, infatti, la situazione arranca e spesso ti ritrovi bloccato in attesa che il livello muti per permetterti di poter andare oltre un ostacolo (come dei tombini pieni di lava i cui coperchi schizzano in aria per poi ricadere dopo TOT secondi).
Sia chiaro, non è impossibile giocare in solitaria a Speed Crew, anzi, ripetendo uno stesso livello, le richieste cambiano e può capitare di ottenere una sequela di problemi più accessibili e che permettono di procedere in modo più agevolato e soprattutto rapito ma, il rischio frustrazione, e soprattutto di noia, emerge con più prepotenza rispetto a quando si è in compagnia.
Grafica e sonoro
Graficamente parlando, Speed Crew si difende discretamente bene con un 3D colorato e vivace. Nonostante un riciclo un po’ invasivo di elementi e aree di gioco, con semplici rimescolanze di trappole e banconi da lavoro, abbiamo apprezzato l’impatto estetico generale e soprattutto il cambio di epoche e quindi di ambienti da campionato a campionato. Divertenti anche le assurde trovate sceniche con trappole fuori di testa.
Anche i personaggi stilizzati e le cut-scene in 2D con poche animazioni, fanno il loro dovere. non brillano ma intrattengono e riescono anche a dare un po’ d’identità a un titolo che deve molto a Overcooked ma da cui riesce, in parte, ad affiancarsi offrendo una buona variante della stessa formula ludica.
Il sonoro è una piccola chicca, nonché gradevole sorpresa. Le musiche sono originali, orecchiabili e accattivanti. Mutano al mutare dell’epoca storica del campionato e intrattengono senza mai annoiare. Buono anche il doppiaggio in inglese mentre è molto apprezzato la presenza dei sottotitoli in lingua italiana seppur i contenuti testuali non siano moltissimi.