Il mondo dei videogiochi a tema calcistico ha sempre avuto un ruolo, per così dire, quasi di sfondo nel vasto panorama dell’intrattenimento digitale. Dai primi esperimenti come Kick and Run, che oggi può sembrare più una curiosità nostalgica che un vero riferimento, fino ad arrivare a quei titoli ormai entrati nel linguaggio comune dei gamer come Pro Evolution Soccer (PES) e FIFA – oggi ribattezzato EA Sports FC – la storia dei giochi di calcio è stata, in un certo senso, un continuo rincorrersi tra realismo e spettacolarità arcade.
In effetti, questo filone ha spesso vissuto momenti di sperimentazione, con produzioni che hanno tentato di offrire interpretazioni alternative del calcio, focalizzandosi su meccaniche più leggere, rapide e spesso pensate per sessioni mordi e fuggi.
È proprio all’interno di questa dimensione “laterale” che si colloca Soccer Dash: Football Simulator, un titolo firmato da Upscale Studio che, sin dal nome, potrebbe far pensare a una simulazione calcistica in senso stretto. E invece no: si tratta in realtà di un progetto che punta tutto, o quasi, sulla giocabilità istantanea e sulla dinamicità arcade, con un’impostazione chiaramente pensata per un pubblico mobile. Nato con un respiro più contenuto, Soccer Dash sembra voler catturare l’attenzione di chi cerca un’esperienza calcistica semplice ma coinvolgente, senza troppi fronzoli o curve di apprendimento troppo ripide.
Adesso che il gioco approda anche su Nintendo Switch , è interessante capire quanto e come questa formula riesca a tradursi su una console ibrida, dove le aspettative del pubblico – per quanto spesso orientate alla leggerezza – non sempre perdonano superficialità o mancanza di contenuto.

Soccer dash: football simulator – Un titolo mobile che approda su console
Non c’è tempo per trame o narrative complesse, si va direttamente al sodo, al gameplay, infatti ci troviamo davanti ad un titolo che punta solamente sulla parte ludica. Soccer Dash: Football Simulator si fonda su un’idea che, nel suo piccolo, prova a ribaltare uno degli elementi più ovvi del calcio videoludico: anziché impersonare un calciatore – come succede praticamente da sempre, da Kick Off fino ai più recenti EA Sports FC – stavolta ci si ritrova a giocare nel ruolo della palla. Sì, letteralmente. Non si corre, non si dribbla, non si passa: ci si muove da un punto A a un punto B, cercando di evitare ostacoli piazzati lungo il percorso, con l’unico obiettivo di finire in porta e segnare.
Questa idea, che potrebbe sembrare assurda ma in realtà ha un suo senso logico nell’ottica mobile da cui il titolo proviene, viene proposta con grande linearità da Upscale Studio. Oltre alla modalità classica, il gioco offre anche una variante a tema “Coppa del Mondo”, che consente di scegliere una nazione e affrontare una serie di partite a eliminazione diretta seguendo la struttura tipica degli ottavi. L’intento è chiaro: dare un minimo di contesto competitivo. Ma la sostanza, nel concreto, resta identica. Si evita, si tira, si segna. E si riparte.

A livello di struttura, il gameplay di Soccer dash: football simulator si avvicina più a quello di un mini golf disegnato con uno stile da cartoon che a un vero simulatore calcistico, infatti , i livelli totali sono 46, ma già dopo i primi dieci diventa piuttosto evidente che gli schemi, le sfide e il ritmo generale non cambiano poi molto. Gli ostacoli – rappresentati da giocatori stilizzati, trappole o blocchi mobili – sono poco ispirati, e raramente creano veri momenti di difficoltà. Anzi, spesso sembrano messi lì più per allungare artificialmente la durata dei livelli che per proporre un’effettiva sfida.
Sul fronte dei comandi, Soccer Dash prova a introdurre un pizzico di varietà attraverso un sistema di tiro che prevede il rallentatore automatico. Tirando indietro la levetta sinistra si carica il colpo, e premendo “A” parte il lancio. A quel punto, tutto rallenta: il tempo si ferma, e il giocatore ha modo di controllare la traiettoria con una precisione più teorica che reale. Questo effetto può essere sfruttato anche quando la palla è già in volo, rendendo quasi tutti gli ostacoli facilmente superabili, con una semplicità che – dopo un po’ – toglie ogni tensione all’azione.
A mancare, in tutto questo, è quel senso di progressione o sfida che potrebbe spingere a giocare più a lungo in Soccer dash: football simulator. Non ci sono classifiche, né punteggi, né una reale pressione nel tempo. Tutto è molto statico: si calcia, si schiva qualcosa, si segna. E si passa al livello dopo.

Un piccolo sistema di ricompense in Soccer dash: football simulator prova a mantenere alta l’attenzione, con monete ottenute a fine livello che possono essere spese per acquistare skin estetiche per la palla e per la gamba che calcia, oppure per migliorare leggermente la velocità. Alcune skin hanno effetti secondari, ma niente che alteri realmente l’esperienza o la renda più stimolante. Sono più che altro dei piccoli extra, visivamente simpatici, ma che difficilmente rappresentano un incentivo vero a continuare.
Il punto è che Soccer Dash: Football Simulator abbraccia fino in fondo la sua anima mobile, e lo fa senza cercare scappatoie. La semplicità non è un difetto di per sé, ma qui diventa un limite strutturale. In meno di un’ora si può vedere praticamente tutto quello che il gioco ha da offrire, e una volta terminati i livelli non resta molto altro da fare. Nessuna modalità aggiuntiva, nessuna sorpresa, nessuna evoluzione del gameplay.
Anonimo e poco vario
Sul piano visivo, Soccer Dash: Football Simulator si presenta con un’estetica estremamente basilare, che non cerca in alcun modo di stupire o proporre qualcosa di distintivo. I colori utilizzati sono vivaci, anche piuttosto accesi in alcune fasi, ma il colpo d’occhio generale rimane decisamente piatto. Lo stile grafico richiama quello low poly, soprattutto nella rappresentazione dei giocatori e degli ostacoli, con modelli semplificati e contorni netti che sembrano usciti direttamente da un editor di asset preconfezionati. Il problema, però, non sta tanto nella semplicità in sé, quanto nell’assenza di qualunque spunto visivo degno di nota.
È evidente, anche solo dopo pochi minuti, che Soccer dash: football simulator è stato concepito in origine per il mercato mobile, e questo traspare chiaramente nella povertà degli ambienti, nella ripetizione degli elementi scenici e nella totale mancanza di varietà. I livelli, uno dopo l’altro, si somigliano in tutto e per tutto, al punto da creare una sensazione quasi costante di monotonia. Nessun dettaglio, nessun cambiamento di ambientazione, nessuna variazione cromatica sostanziale che possa, anche solo per un attimo, dare un po’ di respiro all’occhio.

Sul fronte tecnico, invece, non si registrano problemi particolari in Soccer dash: football simulator: il titolo è stabile, gira senza incertezze e risponde come ci si aspetta da un gioco così leggero. Ma verrebbe da dire che è il minimo sindacale, considerando la struttura essenziale dell’esperienza. Funziona, sì, e questo è già qualcosa, ma non c’è nulla che vada oltre il livello base di funzionalità tipico di molti porting mobile ben realizzati su Nintendo Switch.
Ancora meno c’è da dire sul comparto sonoro in Soccer dash: football simulator, l’accompagnamento audio è ridotto ai minimi termini, con effetti tanto generici quanto dimenticabili, e senza alcun tema musicale che possa anche solo lontanamente restare impresso. Tutto è funzionale, certo, ma anche estremamente anonimo, privo di carattere, incapace di aggiungere atmosfera o rendere più vivido ciò che accade su schermo. Non è presente la localizzazione in italiano, ma trattandosi di un titolo con interfacce essenziali e pochissimi testi, anche questo non rappresenta un limite reale alla fruibilità. I menu, del resto, sono quelli classici da produzione mobile basilare, con opzioni minime e navigazione immediata.