Skate Story arriva su PC, PlayStation 5 e Nintendo Switch 2 come una delle interpretazioni più particolari mai viste del mondo skateboard. L’autore Sam Eng, insieme a Devolver Digital, presenta un gioco che non punta sul realismo sportivo, ma su una visione oscura e surreale dell’Underworld, dove ogni trick è un rituale e ogni caduta è un ricordo della fragilità del protagonista.
Il punto di partenza è già un manifesto: sei un demone fatto di vetro e dolore, condannato a pattinare nelle profondità dell’inferno. Il Diavolo ti offre un patto: raggiungi la Luna, inghiottiscila e sarai libero. È un incipit volutamente estremo, capace di caratterizzare subito il tono dell’esperienza.
Skateboarding come linguaggio mistico

La base resta lo skate, ma interpretato in modo completamente diverso dai giochi tradizionali. In Skate Story ogni movimento è guidato dal peso, dalla fluidità e dalla precisione del giocatore. Ollie, kickflip, grind, powerslide, revert, ogni trick è un gesto che deve essere compreso prima ancora di essere eseguito. La surfata perfetta non è estetica: è significato.
Il mondo stesso reagisce al protagonista. Le superfici non sono pavimenti: sono memorie. Le strade sembrano sospese, ferite, piangenti. L’Underworld è rappresentato come un paesaggio costruito di ceneri, vetro frantumato e colori saturi che sfumano nel nero. Skate Story usa lo skate come chiave per attraversare un luogo che non vuole essere solo pericoloso, ma emotivamente pesante.
Un viaggio tra demoni e architetture impossibili
La struttura è un misto tra storia lineare, libertà controllata e livelli aperti. Si pattina attraverso strade psichedeliche, gap surreali, ledge cerati, piattaforme che sfidano la logica. Alcuni percorsi ricordano aree da superare con attenzione, mentre altri sono veri freeform skate spot dove provare trick e concatenazioni fino a trovare un ritmo soddisfacente.
Lungo il percorso compaiono demoni torturati, figure disturbanti, elementi architettonici che sembrano usciti da un incubo astratto. A questo si aggiungono persino boss fight basate sullo skate, una scelta che ribalta le aspettative tipiche del genere: non si tratta di combattere, ma di pattinare meglio del tuo avversario.
Un protagonista fragile e un mondo che vuole romperlo
L’idea del demone di vetro non è solo estetica. Ogni caduta è un fragore, un’esplosione che ricorda la natura del personaggio. Non esiste corazza, non esiste protezione. Esiste solo la capacità di rialzarsi e continuare il viaggio. Skate Story insiste su un concetto chiave: non sei forte, sei determinato.
Le sezioni più impegnative richiedono padronanza del movimento, comprensione dell’inerzia e gestione intelligente dello spazio. Il gioco non vuole punire con frustrazione, ma stimolare una forma di controllo che ricorda lo skate reale: nessun trick è gratuito.
Personalizzare lo skate come rituale
La personalizzazione dello skate è un altro aspetto del progetto. È possibile modificare stickers, ruote, trucks, deck, creando una tavola unica sia per stile sia per risposta fisica. Non si tratta solo di estetica. Cambiare una parte può alterare la sensazione durante trick e transizioni.
Per i fan delle simulazioni, questa feature aggiunge profondità. Per chi cerca un’esperienza narrativa, è un modo per rendere il viaggio più personale.
Una colonna sonora che guida la discesa nell’oscurità
Il viaggio è accompagnato da una colonna sonora firmata da Blood Cultures, artista newyorkese noto per sonorità cariche di malinconia e mistero. A queste si aggiungono brani di John Fio, creando un mix che dà al gameplay un sapore onirico. Ogni trick, ogni caduta, ogni atterraggio sembra parte di una danza rituale al ritmo della musica.
La scelta musicale è centrale: Skate Story non vuole solo essere giocato, vuole essere assorbito.
Skate Story oggi disponibile su tutte le piattaforme principali
Il titolo è ora disponibile su PC, PS5 e Nintendo Switch 2, con un lancio mirato a coprire immediatamente il pubblico più ampio possibile. La natura unica del progetto lo rende diverso da qualunque skate game precedente, pur mantenendo un livello tecnico degli trick che i fan del genere possono apprezzare.
Skate Story non punta a essere uno sportivo, non punta a essere un walking simulator, non punta a essere un platform tradizionale. È un’ibridazione forte tra narrazione, stile, controllo e skateboarding simbolico. È una discesa negli inferi, sì, ma anche una risalita attraverso i movimenti delle ruote.
Per chi cerca qualcosa di diverso, questo è uno dei titoli più particolari dell’anno.
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