Sviluppato da GXN Games e pubblicato da QUByte Interactive, Shroomtopia è un puzzle game in 3D a visuale fissa dove ci viene richiesto di risvegliare alcuni particolari funghi. Il tutto, mentre visitiamo i vari biomi del mondo di gioco la cui morfologia richiama un po’ Q*bert. Pad alla mano, invece, ci ritroviamo un vero e proprio puzzle di logica dove, essenzialmente, dovremo far scendere dell’acqua sfruttando elementi ambientali e colori. Noi siamo partiti in esplorazione su Nintendo Switch e questa è la nostra recensione!
Shroomtopia e un mondo pieno di funghi
Shroomtopia non ha una vera e propria trama nonostante uno svolgimento lineare che ci porterà a visitare ben cinque biomi differenti con circa 75 sfide differenti e una longevità complessiva soddisfacente, considerando che l’intero titolo poggia le basi su un’unica tipologia di puzzle. A guidare le nostre scoperte, c’è una sorta di narratore che comunica con messaggi scritti a schermo, analizzando scenari e soprattutto gli abitanto di Shroomtopia, ossia i funghi.
Questi sono principalmente caratterizzati per colore del cappello e relativa forma anche se l’anonimo protagonista ci tiene a sottolineare che sono differenti anche sul profilo comportamentale. Lo scopo del gioco, oltre a importunare i vari funghi, è quello di ridare vita al mondo di gioco sfruttando quella che viene denominato “Nettare della Vita”. Trattasi di acqua colorata che, se in contatto con particolari zone funghine, dona ulteriore vita ai piccoli funghi. E cosa succede quando un abitante di Shroomtopia viene circondato da piccoli funghi? Si desta in tutta la sua bellezza.
Ecco, volendo riassumere, l’obiettivo del gioco è quello di modificare la morfologia del terreno spostando il nettare da un esagono all’altro e cercando di fornire il miglior habitat possibile agli abitanti di Shroomtopia. A impreziosire questo viaggio all’insegna del rilassamento e della logica, c’è un mutare dei biomi, soprattutto per gli scenari di fondo e un piccolo ma crescente livello di difficoltà caratterizzato da un continuo moltiplicarsi di elementi in gioco. Questo perché Shroomtopia non va sottovalutato e, anzi, i suoi puzzle potrebbero richiedere più di una sperimentazione. Ma andiamo subito a scoprire come si gioca coi funghi!

Un puzzle di logica e colori
La modalità principale di Shroomtopia è caratterizzata dalla campagna lineare e suddivisa nei già citati biomi. Su schermo, interagiremo come cursore e, in quanto tale, su console non offre proprio un feedback immediato e spontaneo. Per fortuna, trattandosi di un titolo caratterizzato da ritmi lenti e compassati, abbiamo tutto il tempo per giostrare la nostra strategia e spratichirci col puntatore stesso. Inoltre, considerando che non dovremo interagire con chissà quanti elementi, l’ostacolo dei comandi cede già dopo una decina di minuti.
Ciò con cui interagiremo di più, infatti, è il terreno stesso di gioco. Questi è rappresentato da una sequela di esagoni a più livelli con cui potremo interagire a patto che siano confinanti con l’esagono (o esagoni) pieni di nettare. Solo le zone intorno a esso, infatti, saranno colorate e quindi interagibili. L’interazione si traduce nell’abbassare di uno o più livelli l’esagono prescelto, modificando così il corso del nettare. Sfruttando una certa verticalità e forte del fatto che parliamo di zone conchiuse e dai confini “vuoti”, basta eliminare un esagono di troppo per vedere defluire tutto il nettare fuori dal campo di gioco, impedendoci di fatto di poter fare altre azioni.

Come anticipato nel paragrafo precedente, lo scopo di questo puzzle game è individuare le zone con piccoli funghi e formare vicino a essi un esagono di nettare, modificando il suolo per portarlo fin lì, inclusa la possibilità di sfruttare alture e ammirare un copioso e ben fatto effetto cascata. Una volta portato il nettare vicino ai piccoli funghi, questi andranno a espandersi autonomamente finché non incontrano ostacoli come zone sassose o con cartelli che indicano “zone morte” o il vuoto. Per superare un livello, dovremo far circondare i principali abitanti di Shroomtopia da piccole zone coi funghi.
Se i primi livelli risultano molto semplici e intuitivi, ben presto irrompe la questione “colore”. Questi è legato al nettare che a sua volta colora del suo stesso colore le zone fungose a sé limitrofe. Ovviamente, per svegliare i vari funghi obiettivo, dovremo circondarli del loro giusto colore rappresentato dal cappello fungoso. Inutile dire che la situazione è destinata a complicarsi ulteriormente inserendo la ruota dei colori e la fusione degli stessi con in più il pericolo di annullamento nel caso si dovesse mescolare troppo o erroneamente il nettare. Un’acqua nulla va a cancellare qualsivoglia colore e risulta un ostacolo non di poco conto.
Nonostante un’inevitabile ripetitività legata a una sola tipologia di puzzle disponibile, ammettiamo che la difficoltà crescente unita a un sapiente level design che raramente abusa della medesima soluzione, richiedendo un pensiero laterale pressocché costante, riesce a coinvolgere e trascinare fino alla fine. Inoltre, da segnalare anche la presenza di un editor con cui potrai realizzare i tuoi personali livelli. Tale editor è decisamente accessibile e pratico da padroneggiare.

Grafica e sonoro
Lo stile grafico di Shroomtopia potrebbe erroneamente accomunarlo a titoli per smartphone ma basta poco per lasciarsi ammaliare dalla palette cromatica vivace e allegra che ben si sposa con l’obiettivo prettamente “cozy” del gioco. Le stesse animazioni dei funghi “principali” risultano semplici e il loro aspetto richiama anche un po’ i “level up” del buon vecchio Mario. Buona anche la mutazione dei biomi, prevalentemente ancorata ai colori e immagini di sfondo. Positivo anche il 3D applicato al terreno di gioco con modifiche ed effetti credibili. Tra questi spicca lo scorrere del nettare tra cui innegabili effetti cascata.
Il sonoro è in linea con la tipologia di prodotto, con sonorità compassate e rilassanti. Nulla di realmente memorabile ma comunque gradevole ed efficace, mai ridondante. Infine, il titolo presenta i sottotitoli in lingua italiana. Non c’è molto da leggere ma la sua presenza aiuta senz’altro a vivere meglio l’esperienza rendendola ancora più accessibile.
