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Run Tekila Run!, recensione (PlayStation 5)

All’inseguimento di una pecorella ribelle

Pasquale Aversano 7 mesi fa Commenta! 8
 
4.9
Run Tekila Run!

Sviluppato e pubblicato da Tonguç Bodur, Run Tekila Run! è un action adventure in 3D con visuale isometrica dal forte stampo umoristico e surreale. Noi abbiamo inseguito la piccola pecorella Tekila in un viaggio stralunato e imprevedibile su PlayStation 5 e questa è la nostra recensione. Pronto ad affrontare orde di zombie scagliando magie a più non posso?

Contenuti
Run Tekila Run! e la storia di una pecorella fuggitivaMonotonia portami viaGrafica e sonoro

Run Tekila Run! e la storia di una pecorella fuggitiva

Run Tekila Run! ha una trama completamente senza alcun filo logico, composta da una serie di eventi totalmente sconnessi e infarcita da gag e dialoghi completamente no-sense. Eppure, è proprio questo umorismo surreale e fuori dagli schemi l’elemento principale che spinge a giocare al nuovo gioco di Bodur, autore di innumerevoli titoli prevalentemente racchiusi nel genere dei walking simulator come The Redress of Mira (di cui puoi recuperare la nostra recensione).

Ma torniamo a Run Tekila Run! e alla sua narrazione… prima di tutto, la protagonista: tale Dua. Non sappiamo niente di lei se non che esordisce nel vago tentativo di prendere sonno. Come? Contando le pecorelle, ovviamente. Solo che proprio una di queste, Tekila, la più piccola del gregge, decide di scappare all’interno di una foresta magica, costringendoci all’inseguimento. Eccoci quindi incalzare un copricapo di corna di cervo e a sfoggiare poteri magici di vario genere.

L’inseguimento di Tekila ci porta in un percorso lineare che non è altro che una banale scusa per farci vivere un’avventura senza alcun senso, passando per luoghi tutti rigorosamente e inspiegabilmente invasi da zombie da sterminare. C’è anche un narratore antipatico che ci fa compagnia, unica voce dell’intero gioco e che prova, inutilmente, a far il verso allo splendido narratore di The Stanley Parable, con tanto di incitamento all’azione… attività che però esegue una sola volta.

Run Tekila Run!, recensione (PlayStation 5)

Così come è un’unica volta in cui il titolo azzarda una battuta sul mondo moderno, forse l’unica battuta fuori di testa che riesce a strappare una risata come si deve e di cui ti diciamo solamente: “Apple Store”. Ci sono anche momenti in cui il titolo prende in giro se stesso e il suo aspetto tecnico mooolto arretrato, tra cui evidenziamo uno degli inseguimenti più lenti della storia dei videogiochi ma che, per risultare veloce, decide di tener fermo su schermo una navicella spaziale ultrasonica (per illuderci di essere più veloci di lei). 

Come avrai potuto intuire da questi esempi, Run Tekila Run! è infarcita di trovate fuori di testa molto (troppo) scollegate tra loro e che funzionerebbero anche bene se fossero sorrette da uno schema ludico appagante e divertente (elemento che analizzeremo a breve). Purtroppo, le poche idee divertenti si perdono in una narrazione sconclusionata e che, addirittura, nel new game+ prova una certa “serietà” introducendo una serie di testi statici da scovare e approfondire e che danno una chiave di lettura leggermente diversa al tutto (anche se fin troppo confusa e arzigogolata). 

Run Tekila Run!, recensione (PlayStation 5)

Monotonia portami via

Le gag imprevedibili e le situazioni assurde di Run Tekila Run! sono praticamente l’unico motivo valido per arrivare ai titoli di code di un action adventure estremamente lineare e anche breve (bastano due ore o poco più per giungere alla fine anche se il titolo spinge a una seconda run). Il problema dell’intero lotto è che il titolo si presenta da subito ripetitivo, monotono e privo di mordente, offrendo uno schema ciclico e noioso oltre che estremamente abusato.

Di base dobbiamo andare dal punto A al punto B liberandoci la strada da orde di zombie tutti uguali e tutti imbecilli. Per farlo, basterà scagliare l’unica magia in nostro possesso: un cerchio di fiamme che nasce intorno a noi. Per farlo però, dobbiamo prima creare del mana verde. Questi si crea trovando e raccogliendo il mana blu e il mana giallo (sì, le aree di gioco sono infarcite da sfere colorate che dobbiamo andare a cercare scappando dagli zombie per poi menarli una volta carichi di magia).

Run Tekila Run!, recensione (PlayStation 5)

Oltre a ciò, più andremo avanti, più sbloccheremo poteri nuovi… per un totale di tre poteri. Tra questi c’è la possibilità di rallentare il tempo per qualche secondo e quello (il nostro preferito) di evocare un cane dalla testa a palla che scatta contro gli zombie facendo stragi. Per dare poi un senso di “crescita” all’interno del gioco è nascosto anche del mana biaco con cui poter accrescere i massimali di energia vitale e quelli delle riserve di mana magico. 

Inutile dire che lo schema “cerca il mana e poi ammazza gli zombie” stanca subito, soprattutto se si ripete continuamente con ben poche trovate intermezze. Di queste ultime abbiamo il già citato inseguimento lentissimo e qualche sporadico enigma ambientale davvero poco ispirato e di una semplicità disarmante. Inoltre, da segnalare che il titolo, nonostante la sua semplicità, presenta diversi bug come nemici che scompaiono o appaiono all’improvviso ed elementi che si ricaricano in lieve ritardo (comunque niente di grave). C’è anche un trofeo buggato che ci ha impedito di ottenere un altrimenti facilissimo platino.

Run Tekila Run!, recensione (PlayStation 5)

Grafica e sonoro

Graficamente parlando, Run Tekila Run! è leggermente migliore rispetto alle altre opere di Bodur ma continua a sembrare un gioco nato su PlayStation 3 e che fatica non poco a reggere il confronto anche con gli indie di attuale generazione. Ancora una volta, sono soprattutto gli essere umani a risultare legnosi e brutti da guardare, con poche animazioni. Questa bruttezza, riesce però nell’ottica surreale e parodistica, nonché folle, a risultare coerente.

Peccato per un mondo di gioco davvero poco ispirato e con elementi ambientali poveri e riciclati continuamente. Un’occasione persa visto che quando vuole, il titolo riesce a sfoderare trovate ironiche efficaci sfruttando molto poco a schermo. Il sonoro, invece, presenta un buon doppiaggio (relegato al solo narratore) mentre il resto può mandarti all’esaurimento nervoso… Le musiche, infatti, sono quasi interamente composte da un flauto suonato rigorosamente male.

Sentire un flauto stonato per due ore… è una prova di resistenza non da poco. C’è da evidenziare che le sinfonie sono anche familiari, seppur stonatissime e fastidiose e se all’inizio può far sorridere, la mancanza di varietà sonora diventa sinceramente fastidiosa. Infine, con somma sorpresa, Run Tekila Run! ha i sottotitoli in lingua italiana… anche se in gran parte sbagliati.

Scopri tutto su Run Tekila Run!
Run Tekila Run!
4.9
Grafica 5
Sonoro 4
Longevità 5
Gameplay 5
Umorismo surreale 5.5
Aspetti positivi No sense che può strappare qualche risata Alcune idee ludiche parodistiche Ci sono i sottotitoli in lingua italiana
Aspetti negativi Gameplay monotono e noioso Graficamente indietro di generazioni e poco ispirato Il no sense non è per tutti Dura abbastanza poco Il flauto stonato che fa da sottofondo è una vera prova di resistenza acustica

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