Sviluppato da Abbey Games e pubblicato da Firesquid, Reus 2 è un particolare gestionale strategico che ci pone nei panni di bizzarre e colossali divinità Si tratta, inoltre, come da titolo, del sequel diretto di Reus che ha saputo distinguersi proprio per creatività e originalità. Noi abbiamo plasmato mondi dominando gli elementi su Nintendo Switch e questa è la nostra recensione! Pronto a plasmare il tuo mondo?
Reus 2 e il fascino di essere divini
Reus 2 è, come da titolo, il sequel diretto di Reus, un gestionale divino che, appunto, ti trasforma in una divinità, ponendo al tuo servizio una serie di giganti elementali e richiedendo di soddisfare una serie di richieste per dar vita al migliore dei mondi possibili potendo, tra l’altro, decidere le sorti dell’umanità. Ecco, Reus 2 recupera quanto di buono realizzato dal prequel, snellendo alcune strutture e rendendolo ancora più immediato e intuibile.
Non solo, la formula base è qui migliorata e ampliata eliminando alcune storture, come le fasi a tempo, che avevano danneggiato il primo capitolo. Nonostante ciò, dobbiamo però segnalare subito che il sequel non innova praticamente nulla rispetto all’originale, cercando sì di migliorarlo in tutto ma senza riuscire a introdurre qualcosa di totalmente inedito. Nonostante ciò, Reus 2 è il miglior capitolo dei due, più completo, maturo e anche appagante da padroneggiare. Peccato che ha perso la lingua italiana, assente anche nei sottotitoli. Tale assenza, che segnaliamo da subito, data anche la natura ibrida tra gestionale, puzzle e strategico del gioco, si fa sentire abbastanza.

Per quanto riguarda la narrazione, non c’è un filo narrativo unico e prestabilito, Reus 2 ci chiede di dar vita a uno e più mondi in cui sbizzarrirci nell’affrontare sfide di vario genere fino all’epilogo passando di “era” in “era”. Nel dettaglio, all’inizio di una partita ci verrà chiesto che tipologia di “guida” scegliere. Questa andrà a caratterizzare la partita offrendo bonus e malus di vario genere e inizialmente sono caratterizzati da The Goddess, The Inventor e The Savior. Ognuno di questi ha dei punti a proprio favore come bonus sulla produzione di cibo o del denaro. Ovviamente, a questi tre andranno ad aggiungersi altro, rendendo così le future partite ancora più varie e inedite.
Oltre alla “guida”, toccherà anche selezionare tre giganti elementali che ci aiuteranno a plasmare il globo, dando forma a biomi in cui poter poi costruire ulteriori elementi oltre a inserire determinata fauna e flora. Inutile dire che tutti questi elementi andranno a formare l’ecosistema in cui si incastreranno e/o scontreranno i bisogni e le richieste del popolo che andremo a far nascere e crescere. Un sistema ludico che per scritto può sembrare complesso ma che, dopo il giusto allenamento, diventa abbastanza intuitivo e pratico. Non solo, il gioco funziona anche e soprattutto per la discreta varietà di situazioni che puoi far nascere mescolando i vari elementi e mutando le proprie decisioni, incluse quelle legate alla “costruzione”.

Crea il tuo mondo
Reus 2 è un gestionale strategico con tanto di “sottonatura” da puzzle in 2D che funziona grazie a incipit creativi e diretti presi di peso dal prequel. Il problema iniziale del gioco però, è proprio che sembra voler comunicare essenzialmente proprio con coloro che hanno già vissuto il capitolo precedente. Il motivo è che molte meccaniche non vengono spiegate, il tutorial non è esaustivo e questo, unito a un’interfaccia decisamente scomoda, complica un po’ la situazione per chi arriva per la prima volta sulla saga.
Nulla che tempo e allenamento non possano risolvere ma il primo impatto potrebbe risultare più ostico del previsto, anche considerando la mole di indicatori su schermo. Di base, il gioco richiede di soddisfare una serie di richieste/missioni sfruttando le proprie risorse e suddividendo i compiti di creazione tra i tre giganti a nostra disposizione. Il tutto ruotando il pianeta da noi creato e osservando, con tanto di zoom, l’attività del popolo umano (in costante evoluzione, si spera) e degli altri abitanti.

Siamo lontani dalla complessità strategica di altri congeneri eppure, proprio nel minimalismo, Reus 2 trionfa e offre un’originalità, data dall’utilizzo elementale dei nostri giganti e dalle conseguenze grafiche e ludiche che impattano su ogni momento della partita. I giganti, infatti, hanno dei propri sottomenù con elementi di costruzione annessa che potrai impiegare per fortificare dei biomi, ampliarli e modificarli ulteriormente. Il sistema è abbastanza pratico e offre una serie di schemi a nodi interconnessi che vanno stesso a prender forma sulla superficie del nostro pianeta e in cui potremo installare nuovi fonti di risorse (come cibo e oro).
A complicare il tutto, però c’è la natura stessa del titolo che, palesemente, è pensato per un utente PC. La trasposizione su console, infatti, mostra un sistema di navigazione troppo farraginoso e sinceramente scomodo. Navigare tra le opzioni in alto è complesso e poco intuitivo, richiedendo per forza di cose il passaggio al cursore “manuale” che si attiva alla pressione dell’analogico ma che si disattiva continuamente a ogni azione successiva… richiedendo un continuo passaggio dal cursore automatico che potrebbe sfiancare i meno pazienti.

Tale meccanicità dei comandi si percepisce in peso maggiore in modalità portatile, il che è un peccato considerando le potenzialità e il fascino di poter letteralmente plasmare e governare i mondi nel palmo della tua mano. E parlando di soddisfazioni, riuscire a interconnettere efficacemente biomi differenti con relative strutture a città e rispettive popolazioni, dona vita un’evoluzione concreta che risalta il fascino stesso della produzione. Ma onde evitare abusi di costruzione, il titolo scandisce le ere ludiche in base all’utilizzo di “eon”, ossia della valuta per dar forma a tutto ciò che andremo a inserire nel mondo di gioco.
Al completamento della prima partita, ti renderai conto che sei solo all’inizio di Reus 2 in quanto sbloccherai nuovi biomi e strutture, giganti inediti e guide ancora più varie. Inoltre, il gioco permette sì di dar vita a nuovi pianeti, che insieme formeranno la “tua galassia personale” ma offre altresì la possibilità di rimanere nel mondo attualmente in corso e goderci i risultati raggiunti.

Grafica e sonoro
Graficamente parlando, Reus 2 sfrutta un certo minimalismo estetico che, grazie anche alla buona caratterizzazione e intrigante animazione dei giganti, riesce a restituire una buona identità ludica. Anche il mondo e la sua trasformazione dettata dalle nostre scelte è accattivante e funzionale allo scopo. Vedere come si evolve il mondo momento dopo momento è parte integrante dell’esperienza e lo stile grafico scelto, seppur non realistico, funziona più che bene. Inoltre, non abbiamo notato rallentamenti di sorta, salvo qualche sporadica occasione in modalità portatile.
Per quanto riguarda il sonoro, le tracce scelte sono semplici ma efficaci, quasi sempre coerenti con quanto avviene su schermo seppur poco memorabili. In compenso, non risultano praticamente mai ridondanti o fastidiose. Al momento, la modalità migliore offerta dall’ibrida Nintendo in cui vivere Reus 2 è quella in dock mentre abbiamo già segnalato la mancata presenza dei sottotitoli in lingua italiana, una mancanza che si sente (tra l’altro il prequel era anche in italiano).