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Resident Evil: Welcome To Racoon City, il male ritorna sempre

Daniele Mastrangeli 4 anni fa Commenta! 13
 

Supponiamo che tu sia un fan della saga videoludica, e supponiamo che tu sia un fan dei primi capitoli nella loro versione originale, non i remake o remastered. Supponiamo anche che hai visto i precedenti film con la sempre giovane Milla Jovovich, e supponiamo che non ti siano piaciuti perché in realtà coi videogiochi non c’entravano poco o nulla.

Contenuti
Resident Evil: Welcome To Racoon City di Johannes RobertsUno sguardo ai protagonistiUn male oscuro, non riportato in modo degnoVale la pena recarsi al cinema?

Passi davanti ad un cinema, e vedi la sua locandina: Resident Evil: Welcome To Racoon City. Acquisti il biglietto senza pensarci due volte ed entri al cinema. Poco prima che tu stai per acquistare il biglietto, eccomi qui, pronto a parlarti del film che stai per andare a vedere.

Se sei un appassionato della saga videoludica sarai felice di sapere che Resident Evil Village riceverà aggiornamenti gratuiti, come abbiamo già accennato in questo articolo. Ti invito anche ad andare a dare un occhiata al sito di Instant Gaming, dove troverai molti titoli della saga in grande sconto. E’ una buona occasione per te per giocarli, o eventualmente di rigiocarli.

Resident Evil: Welcome To Racoon City di Johannes Roberts

Un ritorno alle origini del celebre franchise Resident Evil. Il regista e fan della saga Johannes Roberts riapre i giochi per un’intera e nuova generazione di appassionati. In Resident Evil: Welcome To Racoon City, quella che un tempo era la sede del colosso farmaceutico Umbrella Corporation, Raccoon City, è ora una città morente del Midwest.

L’esodo della compagnia ha trasformato la città in una landa desolata con un grande male che si annida sotto la superficie. Quando questo male viene liberato, un gruppo di sopravvissuti dovrà collaborare per scoprire la verità dietro la Umbrella Corporation e restare in vita.

Resident Evil: Welcome To Racoon City
Villa Spencer in Resident Evil: Welcome To Racoon City

Uno sguardo ai protagonisti

Chris Redfield, Claire Redfield, Jill Valentine, Albert Wesker, Leon S. Kennedy. Tutti nomi che, stando a ciò che ho affermato sopra, dovresti conoscere molto bene, giusto? Questo è un reboot amico mio, vuol dire che prende spunto dai videogiochi ma rielabora la storia tutta in un altro modo, quindi devi adeguarti.

Cancellali, o meglio, cancella qualsiasi associazione che la tua mente fa collegando i nomi ad un determinato aspetto o ad un determinato carattere. Qui siamo davanti ad un reboot, te l’ho detto. Non a torto mi sono venuti in mente i film di Uwe Boll tratti dai videogiochi, e lo so, un po’ hai tremato con questa mia affermazione, cerco di spiegarmi meglio.

Prendi Resident Evil, la saga videoludica, mescola attentamente la storia (più o meno) dei primi due capitoli, e poi metti su un piatto ciò che ne esce fuori. Non soltanto l’aspetto fisico dei vari protagonisti poco collima con i personaggi che abbiamo visto nella saga videoludica originale, ma anche lo stesso carattere dei vari personaggi non è lo stesso.

Abbiamo un Chris Redfield che è quello più fedele, un Albert Wesker che è un ragazzone dal viso simpatico e in vena di scherzare (e non è l’unico, poi vi spiegherò), e una Jill Valentine che è tutto fuorchè la timida e dolce fanciulla che abbiamo conosciuto sul primo videogioco. I personaggi che ricordiamo sono stati abbastanza stravolti.

E’ anche incomprensibile l’aver inserito personaggi inutili come Brad Wickers o Bryan Irons, soltanto per ricordare allo spettatore che è un film basato su Resident Evil, per poi tagliar inspiegabilmente fuori il personaggio di Barry Burton.

Dimentica quindi un Albert Wesker occhial-dotato, con i capelli sempre in ordine e dal carattere altezzoso e irritante. E dimentica anche un Leon S. Kennedy grande promessa della Polizia, in quanto su questo riadattamento sembra uscito più da un film di Scuola di Polizia.

Nota degna di merito: gli attori ce l’hanno messa davvero tutta, niente da eccepire riguardo la loro interpretazione, nonostante tutto non è loro la colpa di quello che è venuto fuori.

Resident Evil: Welcome To Racoon City
ti sfido, riusciresti ad associare ogni attore al giusto personaggio della saga videoludica?

Un male oscuro, non riportato in modo degno

E’ giunto il momento di parlare Resident Evil: Welcome to Racoon City, ovviamente tenendoci lontano da spoiler. Ciò che ti narrerò esplicitamente è qualcosa di cui si viene a conoscenza nei trailer, nella sinossi del film, o nei primi minuti in sala. Non ti svelerò quindi alcun “colpo di coda”, che poi in realtà neanche sono presenti.

Chris e Claire Redfield crescono in un orfanotrofio gestito dalla Umbrella Corporation a Racoon City, ad un certo punto della loro infanzia vengono separati e da li nasce già la prima domanda. Nel videogioco originale non si sa nulla della loro infanzia quindi ok, ci viene colmato un po’ il vuoto.

Ma per quale ragione Claire Redfield aspetta circa 20 anni per tornare dal fratello, che nel frattempo è diventato un bravissimo poliziotto proprio a Racoon City? Partiamo dal presupposto che questo film ci getterà in faccia due diramazioni della stessa vicenda. In una vedremo Chris Redfield a Villa Spencer, in un altra Claire Redfield con Leon S. Kennedy alla Stazione di Polizia.

Esattamente come nei due videogiochi della saga, anche se voglio portare all’attenzione un dettaglio non di poco conto. Nella saga videoludica le due avventure si svolgono a due mesi di distanza l’una dall’altra, quindi prendiamo anche questa piccola cosa e gettiamola da una parte, insieme al ricordo dei personaggi come li abbiamo conosciuti sino ad oggi.

Non viene neanche approfondita la questione riguardo come si sia diffuso il virus, e perché alcune persone ne siano immuni. Vengono gettate al vento delle congetture ma non si scava, nel concreto, nel vivo della questione. Ho trovato però molto piacevoli alcuni “easter egg” o rimandi ad altri capitoli della saga videoludica, come ad esempio alcuni personaggi.

Nello specifico io personalmente ho notato la presenza di Lisa Trevor ed i gemelli Ashford. Rispettivamente una bambina di cui viene narrata la storia ed è presente nel remake della saga videoludica, ed i due gemelli Alexia ed Alfred Ashford, presenti in Resident Evil Code: Veronica.

Non ci sono soltanto queste strizzatine d’occhio alla saga videoludica, ed ho tenuto la migliore per ultima. La scena del primo incontro con il primo zombie in Villa Spencer, qui veramente riprodotta fedelmente e in modo più che accurato. Mi ha riportato alla mente la sera in cui ho giocato al primo Resident Evil su PlayStation a casa di un amico.

Resident Evil: Welcome To Racoon City
Leon S. Kennedy in compagnia di Claire Redfield.

Vale la pena recarsi al cinema?

Non siamo davanti ad un film bruttissimo, anche se è palese che hanno voluto tenersi bassi con il budget puntando ad un remake un po’ mescolato e rabberciato. Allo spettatore, nel concreto, sembrerà di assistere a spezzoni gettati li, che ripercorreranno diramazioni della stessa storia, per poi farle incrociare in un modo che definire diabolico è riduttivo.

Assurda l’idea di rivedere in todos non soltanto l’aspetto di quasi tutti i personaggi, ma anche il carattere in se. Io un Leon S. Kennedy messicano-statunitense o una Jill Valentine afro-americana non li ricordo. E non si tratta di una mera questione riguardo i tratti somatici, va benissimo una rivisitazione del loro aspetto, è stato di gran lunga peggiore vederne distorti i tratti caratteriali.

Purtroppo c’è di peggio ad aleggiare sopra questo film, il fatto che in un film dal titolo Resident Evil ci sia poca presenza delle creature che abbiamo imparato a conoscere, e temere, nei videogiochi da cui il film è tratto. C’è una presenza (discutibile a mio avviso, per ciò che concerne gli effetti speciale) di zombie, ma poco altro.

Dimenticatevi una presenza massiccia di cani zombie o di Licker, nel film se ne vedrà soltanto una piccola parvenza, e per pochi minuti per giunta. Stessa sorte per un qualsiasi “boss” degno di tale nome, sarà presente ma tenete sempre a mente che è palese che ci troviamo davanti ad un film con un budget limitato, troppo a quanto sembra.

Resident Evil: Welcome To Racoon City
credo che questa donna fosse già morta, prima di prendere una camionata sulle gengive

Sembra che si sia fatto un uso accentuato del classico “effetto buio” per mascherare le carenze sugli effetti speciali, e ci sta, ma in quel caso si sarebbe dovuto lavorare di più sulla caratterizzazione dei personaggi. I dialoghi logici sono del tutto assenti, o quasi, e la presenza di una vena ironica, spesso fuori luogo degli stessi personaggi, non aiuta a prendere sul serio il film.

Cerco di spiegarti meglio, nel mezzo di un apocalisse zombie, quando tutta la città è deserta, quando sei assediato da mostri che vogliono strapparti la carne dal corpo, tu avresti voglia di lasciarti andare in battute scherzose e sfottò con i tuoi compagni?

Non è un bruttissimo film, anche se da come ne ho parlato lo sembrerebbe, a me ha lasciato soltanto un po’ di amaro in bocca poiché, da fan della saga e avendo completato tutti i capitoli originali dei videogiochi, mi aspettavo qualcosa di leggermente più fedele. E’ vero che è stato ripetuto a più riprese che fosse un reboot, ma non è una giustificazione valida.

Uscito dal cinema ho avuto modo di riflettere, se dovessi pensare a Resident Evil, come film mi verrebbe in mente più la saga con Milla Jovovich che questo. Ho trovato più piacevole quel film che questo, anche li c’erano rimandi ai videogiochi ed alcuni personaggi erano un po’ rivisitati, quantomeno c’era più presenza di effetti speciali degni, di cani zombie e di nemici vari.

Non posso sconsigliare del tutto la visione di questo Resident Evil: Welcome To Racoon City, ad ogni modo ho ritenuto giusto avvertirti che dovresti tenere basse le pretese, Come ho già detto, sembra di assistere ad uno dei tanti film di Uwe Boll tratti dai videogiochi, piuttosto che ad un vero e proprio film su Resident Evil.

Ah, e mi raccomando, non fare come tante persone che come vedono i titoli di coda corrono fuori dal cinema, forse è meglio che ti prendi qualche minuto, magari per parlare con chi è al tuo fianco, e attendi. A buon intenditor…

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