Sviluppato da Pocket Trap e pubblicato da PM Studios, Pipistrello and the Cursed Yoyo è un action adventure top-down in 2D in pixel art dove come arma utilizzerai uno yoyo. Inoltre, la struttura dei livelli lo inserisce a pieno titolo nel sottogenere dei metroidvania dando vita a un neologismo bizzarro: yoyovania. Noi abbiamo vestito i panni del giovane Pippit Pipistrello su Nintendo Switch e questa è la nostra recensione. Pronto a salvare il patrimonio di famiglia?
Pipistrello and the Cursed Yoyo e l’elettricità
Pipistrello and the Cursed Yoyo ha una trama bizzarra, in parte surreale ma condita da ottimo umorismo con battute intelligenti e che sapranno intrattenerti per tutta la modesta durata dell’avventura. Il merito è sia di un cast variegato che di uno stile grafico e narrativo coerente, armonioso e in grado di colpire dopo pochi minuti. Partiamo dal protagonista, Pippit Pipistrello, un giovane che sogna di diventare il miglior atleta di yoyo del creato! Un sogno che, almeno al momento, è solo uno spreco di denaro.
Il giovane, infatti, è sostenuto economicamente dalla zia denominata “Madame” Pipistrello, una magnata dell’energia elettrica, colei che gestisce le fila di un’industria che negli anni è riuscita a sbaragliare qualsiasi altro competitor, conquistando il monopolio assoluto sulla città e iniziando così a succhiar soldi in modo indecente, aumentando i costi e andando a pesare direttamente sulle tasche dei poveri cittadini. Insomma, non è proprio una persona amorevole ma è piena di soldi e quelli servono tanto al buon Pippit.

Non solo… Madama ha conquistato nel temo un alone non proprio “aggraziato” che l’avvicina molto all’essere la padrona di una famiglia pericolosa e poco raccomandabile. Insomma, tutti temono i Pipistrello e quindi il giro d’affari sembra essere bello solito. Ebbene, quattro altrettanto poco raccomandabili individui, decidono di affrontare Madama proprio durante la visita del giovane Pippit. Lo scontro è disastroso e non finisce affatto bene…
A quanto pare, i nuovi criminali sono entrati in possesso di batterie molto particolari, alimentate da una fonte d’energia estremamente particolare che è andata a danneggiare, più del dovuto, la povera Madama e Pippit stesso. I due, sono ora legati dal destino (e non solo) e si ritrovano costretti a recuperare le batteria sia per salvare Madama sia la propria industria, il cui equilibrio economico inizia a vacillare bruscamente. E senza soldi… come può Pippit diventare il miglior maestro di yo-yo del creato?
Se trovi l’incipit leggermente “vago” è una decisione voluta in quanto abbiamo oscurato alcuni colpi di scena che rendono l’opera decisamente più accattivante lungo le prime battute. Pipistrello and the Cursed Yoyo però non offre una narrazione estremamente memorabile, è un titolo che si prende poco sul serio e a un canovaccio estremamente articolato, preferisce una battuta fulminea. E la risata riesce eccome a strapparla, anche con un certo effetto positivo. Ci sono anche diversi spunti originali laddove la linea narrativa principale diventa presto abbastanza prevedibile.

Un metroidvania moderno
Pipistrello and the Cursed Yoyo sorprende molto di più col gameplay che con la narrazione che rimane comunque una valida compagna di viaggio. Ludicamente parlando, il titolo è un action adventure top-down, quindi con visuale dall’alto, in 2D e perfettamente inseribile nella sottocategoria dei metroidvania. Il motivo è semplice: più progredisci nel mondo di gioco, più abilità sbloccherai e queste ti serviranno per sbloccare aree prima inaccessibili in cui scovare ulteriori segreti, abilità e collezionabili di vario genere.
Ma Pipistrello and the Cursed Yoyo ha una particolarità che lo rende molto originale, a suo modo unico, avvicinandolo persino al mondo dei puzzle game: lo yoyo. Questi è l’arma del protagonista e può essere utilizzata in svariati modi diversi sposandosi alla perfezione con un level design estremamente elaborato e in costante mutamento per quasi tutta la durata del gioco. Banalmente, potrai colpire i nemici a distanza tirandogli contro lo yoyo ma questi è in grado anche di rimbalzare autonomamente contro le pareti.

Tradotto, significa che se lanci uno yoyo contro una serie di pareti diagonali, questi può sterminare interi gruppi di nemici. Ed è ciò che avviene in buona parte delle stanze. Prima di partire all’assalto, il gioco ti spinge a studiare il luogo e a sperimentare la via migliore e più distruttiva possibile, per evitare i danni ed eliminare i nemici. Assicuriamo che una volta entrati nell’ottica proposta dal titolo, si entra in un loop che può creare assuefazione.
Ma non finisce qui, lo yoyo del giovane protagonista può separarsi dal suo filo ed essere letteralmente lanciato contro i nemici a distanza o oltre eventuali ostacoli. Questo elemento, unito allo stesso attacco “semplice” prima spiegato, è utile anche nell’esecuzione di diverse tipologie di enigmi ambientali, tutti ben studiati seppur in parte riciclati. Così come suonano “riciclati” molti dei minion nemici che tendono a ripetersi un po’ troppo a seconda del bioma in cui ci troveremo.
E parlando di biomi, il mondo di gioco di Pipistrello and the Cursed Yoyo è semplicemente magnetico. Tralasciando che avrai a disposizione una certa libertà di esecuzione e quindi di poter selezionare da quale dei due biomi iniziare, in modo similare a quanto visto in altri titoli recenti come Starlight Legacy, lo studio delle aree concatenate tra loro regala continue sorprese. Inoltre, sono presenti anche scorciatoie da svelare oltre innumerevoli segreti nascosti e le già citate aree destinate al backtracking dopo aver sbloccato l’upgrade di riferimento.

Veniamo ora ai punti negativi di Pipistrello and the Cursed Yoyo. Il primo e più grave riguarda il già elogiato combat system. Se da un lato abbiamo un sistema ingegnoso e accattivante, nonché originale, dall’altro abbiamo un’imprecisione di fondo legata alla natura stessa del titolo. La rigidità dello schema classico con visuale dall’alto in cui si è imprigionato Pipistrello and the Cursed Yoyo non gli permette di essere fluido e rapido quanto richiesto, soprattutto in presenza di molti nemici.
Per fortuna, è solo una questione di abitudine e coloro che sapranno studiare i pattern nemici, potranno presto diventare dei veri e propri master di yoyo come sognato dal protagonista stesso. L’altro punto critico, è legato alla ripetitività e eccessivo riciclo dei nemici, che tra l’altro respawnano anche in certe occasioni, col potenziale rischio di rendere l’esperienza più ripetitiva di quanto dovrebbe. Per fortuna, Pipistrello and the Cursed Yoyo è un gioco che non lesina in trovate ingegnose grazie a un già evidenziato ed elogiato level design.

Grafica e sonoro
Graficamente parlando, Pipistrello and the Cursed Yoyo ha stile ed è innegabile. I livelli si distaccano, in parte, dai classici biomi, offrendo una città simil open world che è accattivante oltre a essere piena di aree da svelare. I personaggi sono iconici e potenziati da animazioni semplici ma efficaci. Il protagonista stesso spicca subito per la sua eccentricità a cui si somma quella dei vari boss e anche di alcuni minion.
Il sonoro è gradevole e idoneo all’atmosfera caciarona promossa dal titolo, perfezionata da effetti azzeccati e coerenti. Peccato per l’assenza della lingua italiana che rischia di far perdere alcune battute, indebolendo di fatto l’umorismo che permea l’intera avventura. Infine, il titolo si difende egregiamente in entrambe le modalità dell’ibrida Nintendo e non abbiamo riscontrato particolari problemi se non sporadici rallentamenti in presenza di molti nemici a schermo.