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Il Parkinson? Si cura con le cellule staminali, almeno nelle scimmie

Massimo 8 anni fa Commenta! 3
 

Neuroni creati a partire da cellule staminali possono rallentare la progressione della malattia di Parkinson

Un team di ricercatori giapponesi è riuscito a contenere la sintomatologia, tipica del morbo di Parkinson, per almeno due anni in alcuni primati. Oggi si stanno approntando sperimentazioni sugli umani.

Contenuti
Neuroni creati a partire da cellule staminali possono rallentare la progressione della malattia di ParkinsonGli studiosi sperano di poter avviare test clinici su pazienti umani già dal prossimo anno.

Questa malattia neurodegenerativa è una patologia a carattere progressivo, che attacca un gruppo di cellule nervose poste a livello cerebrale e note come neuroni dopaminergici (DA). Questi sono i responsabili della trasmissione della dopamina, un’importantissima sostanza chimica che trasporta i segnali ad aree del cervello deputate al controllo del movimento.

Con la progressione della malattia, si perdono neuroni in quantità sempre maggiori. I pazienti sviluppano sintomi come tremore agli arti, alterazione dell’espressione verbale ed equilibrio instabile. Al momento, non esistono cure note.

Oggi, però, un’èquipe dell’Università di Kyoto, in Giappone, ha utilizzato con successo staminali umane riprogrammate per ripristinare la funzionalità cerebrale in alcune scimmie di Giava o macachi dalla coda lunga, affetti da sintomi assimilabili al Parkinson.

Gli studiosi sperano di poter avviare test clinici su pazienti umani già dal prossimo anno.

I ricercatori sono riusciti a produrre neuroni DA funzionanti, utilizzando staminali pluripotenti indotte (iPS). Queste sono cellule ottenute “riprogrammando” quelle epiteliali o ematiche adulte e facendole regredire a uno stadio embrionale, per poi essere in grado di differenziarle in qualsiasi tipo di tessuto.

I neuroni DA sono stati creati con materiale prelevato da quattro soggetti esenti da Parkinson e da tre pazienti ai quali era invece stata diagnosticata la malattia. Sono stati poi iniettati nel cervello di sette diversi primati. Tutti gli animali hanno evidenziato un deciso miglioramento dei movimenti.

Tuttavia, i risultati sono apparsi dipendenti dalla qualità delle cellule impiantate più che dalla loro quantità, come spesso avviene nel caso delle terapie con staminali.

“Abbiamo prodotto neuroni DA a partire da diverse linee cellulari iPS. Alcune provenivano da donatori sani, altre da individui con parkinsonismo”, ha detto il ricercatore Tetsuhiro Kikuchi. “Ciascuna scimmia ha ricevuto cellule preparate con materiale proveniente da un diverso donatore di iPS. La qualità della donazione cellulare ha influenzato fortemente il tasso di sopravvivenza dei neuroni DA”.

Ai primati erano stati somministrati farmaci per impedire il rigetto delle nuove cellule da parte del sistema immunitario. Il periodo di osservazione è durato per circa due anni, senza particolari problemi.

L’équipe scientifica spera di poter iniziare a reclutare pazienti umani per la terapia a base di staminali pluripotenti indotte entro il prossimo anno.

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