Sviluppato da Abylight Barcelona e pubblicato da Abylight Studios, One Military Camp è un gestionale 3D a tema militaresco dotato di un utilizzo intrigante dell’humour oltre a una campagna single player con tanto di esercito nemico da sgominare. Noi ci siamo dati da fare, formando un esercito pronto a tutto su PlayStation 5 e questa è la nostra recensione. Scopriamo insieme come allevare le reclute e prepararle a riconquistare la propria terra e non solo!
One Military Camp e un esercito da formare
One Military Camp sorprende in poco tempo grazie soprattutto a una modalità storia che non funge da mero tutorial e non è neanche succube del gameplay che, nonostante tale premessa, rimane comunque l’ossatura principale del titolo in esame. La narrazione è quindi un elemento di cui tenere in considerazione, dimostrandosi anche curato in più aspetti tra cui spicca l’umorismo, dosato molto bene e impreziosito da uno stile cartoonesco azzeccato.
In breve, un dittatore pazzo e i suoi stravaganti sottoposti, hanno iniziato a conquistare tutta la regione, passando di territorio in territorio. Al momento, ne manca uno solo: il nostro. Insieme al sergente Hawkins, siamo incaricati di difendere il territorio, formare un esercito partendo dal reclutamento, avere cura del campo di addestramento e, soprattutto, riconquistare le terre perse, respingendo l’invasore e ristabilendo la serenità sulla regione.

Su carta la storia è abbastanza classica e, a conti fatti, lo è. Ma a brillare, come già accennato, è il tono umoristico e surreale del titolo a cui si sommano una serie di citazioni che è davvero impossibile da cogliere. Basti pensare al Sergente stesso la cui estetica e modo di fare rievoca con prepotenza quella dell’iconico e intramontabile Sergente maggiore Hartman di Full Metal Jacket. E le battute funzionano, così come funziona il surrealismo.
Basti pensare che uno dei “pezzi forti” dell’esercito nemico è allergica… e cosa fa per proteggersi? Costringe il popolo occupato ad amputare ogni singolo fiore. Ecco, One Military Camp è pieno di piccole trovate ironiche che vengono riscontrate anche nel gameplay stesso dalle animazioni alle azioni stesse. Per creti versi, infatti, sembra quasi di essere alle prese con un titolo di Two Point Studios da cui è innegabile la presa di alcuni spunti. Ma bando alle ciance e andiamo subito a vedere come dar vita al miglior esercito possibile!

Da recluta a conquistatore
One Military Camp è un gestionale in 3D con elementi strategici che punta tanto sull’umorismo quanto e soprattutto sulla gestione delle risorse. Banalmente, se finisci i soldi è game over. E i soldi sono tutto anche sul campo di battaglia. Dalla struttura e relativi potenziamenti, oltre alla sua cura e gestione, passando per la paga di ogni singola recluta, tutto è legato al denaro e funziona anche discretamente bene.
Bisogna saper dosare i propri interventi e aver cura di chi si va a reclutare man mano. Ogni recluta, infatti, ha diverse statistiche ma anche bonus e/o malus di cui tener conto. Questo andrà a influenzare tanto le mansioni alla base quanto le attività per missioni esterne tra cui quelle sul fronte con tanto di possibilità di riconquista del territorio. E qui diventa essenziale dar vita a un vero e proprio esercito pronto a tutto in modo tale da evitare perdite e massimizzare i risultati.

A schermo, l’interfaccia di gioco è abbastanza chiara e, nonostante una buona dose di elementi di cui tener conto, basta un po’ di pratica per diventare padroni a 360° dell’intero campo e delle sue potenziali mansioni. Purtroppo, One Military Camp è un titolo nato su PC e datato 2023 e il primo elemento si nota più della sua età (comunque abbastanza giovane). Il titolo su console subisce un leggero rallentamento in termini di feedback con comandi leggermente meno immediati e pratici. In poche parole: bisogna abituarsi.
A mancare sono alcune scorciatoie di combo di tasti presenti in altri congeneri ma nulla di realmente grave. Anche perché l’impianto tecnico adottato, salvo qualche rallentamento e qualche elemento che si ricarica in ritardo, è discretamente notevole con alcuni colpi d’occhio più che soddisfacenti. Da segnalare che, oltre alla modalità principale, è presente anche una modalità sandbox, molto personalizzabile e pensata prevalentemente ai cultori del genere e che funge da mero accessorio extra.

Grafica e sonoro
Abbiamo già evidenziato la bontà generale dell’impatto visivo di One Military Camp che, oltre a un buon livello grafico, offre anche trovate stilistiche accattivanti. Basti pensare al tavolo “di combattimento” che diventa letteralmente un gioco da tavolo in 3D. Apprezzato anche il character design, in linea con il surrealismo e l’esagerazione della narrazione. Certo non brillano per originalità e ricordano un po’ lo standard dei battle royale, ma colgono il segno e sfruttano bene le parodie (e ritorniamo al buon Hartman).
Il sonoro è gradevole e idoneo alla messa in scena. Nulla di memorabile ma neanche ridondante o monotono. Buoni gli effetti sonori mentre da segnalare, a malincuore, l’assenza della lingua italiana, orfana anche dei sottotitoli. Questa è una mancanza di cui tener conto considerando l’interfaccia da padroneggiare e i molteplici elementi da gestire tra risorse e abilità.