Nintendo ha assestato un altro duro colpo, nella sua lotta contro la pirateria su Switch, vincendo una battaglia legale che le ha fruttato la bellezza di 2 milioni di dollari.
In maggio, Nintendo, aveva mosso un’azione legale nei confronti di Uberchips.com e il suo proprietario, Tom Dilts Junior. Il sito era accusato di vendere strumenti per la modifica di Nintendo Switch e quindi in grado di far partire codice non firmato. I tool sono stati creati dal Team-Xecuter, un gruppo di hacker anonimi, i quali sono riusciti più e più volte a “bucare” il firmware della console ibrida di Nintendo.
L’exploit consiste nell’attaccare un dongle alla presa USB tipo C della console e nel toccare, con una chiavetta speciale, i pin del joycon destro. Così facendo la console entrerà in modalità DFU. C’è da sottolineare, però, che questa pratica funziona solo con le Nintendo Switch più vecchie, ovvero quelle prodotte prima del 2018. Essendo una falla di tipo hardware, a Nintendo è bastato fare una piccola revisione alla console per ovviare al problema.
Il sito e il suo proprietario, hanno patteggiato per un risarcimento di 2 milioni di dollari, sentenza emessa dal giudice del Nothern District Court of Ohio. Oltre al salatissimo risarcimento, è stato disposta la distruzione di tutti gli stock rimanenti e l’impossibilità di vendere materiale similare in futuro.
Oltre a questo caso, Nintendo, sta portando avanti altre 8 cause legali, accusate di vendere lo stesso prodotto creato dal Team-Xecuter. Tuttavia, i ragazzi che sono riusciti nell’exploit, hanno accusato la casa di Kioto di: censura, controllo monopolistico e pratiche commerciali scorrette. Viste queste accuse, il Team-Xecuter, afferma di essere in pieno diritto di poter modificare con la proprietà intellettuale di Nintendo.
La casa di Mario da sempre si è impegnata contro la pirateria. Basti ricordare la chiusura di massa di parecchi siti di roms, accaduto appena un anno fa. C’è da capire se Nintendo riuscirà, in qualche maniera, ad arginare questo fenomeno, che danneggia parecchio la casa di Kioto, ma soprattutto gli sviluppatori, specialmente i più piccoli. Vedremo!