Sviluppato da Mission Critical Studios, Handcrafted Mystical Games e Normal Distribution e pubblicato da Eastasiasoft Limited, Montezuma’s Revenge – The 40th Anniversary Edition è un action platform in 2.5D nonché revisione di un classico degli anni ‘80 a tema avventuroso e che fa il verso a Indiana Jones. Noi abbiamo affrontato le circa cento camere di un antico tempio su Nintendo Switch e questa è la nostra recensione. Sei pronto all’avventura?
Montezuma’s Revenge – The 40th Anniversary Edition e il ritorno al passato
Prima di affrontare la narrazione, se così la si vuol identificare, di Montezuma’s Revenge – The 40th Anniversary Edition, è doveroso anticipare e approfondire la natura stessa del prodotto. Come da titolo, si tratta di un’edizione pensata per festeggiare i quarant’anni del titolo originale. Ma tocca subito fare un appunto: si tratta di un remake soprattutto grafico. Il titolo, infatti, non apporta praticamente nessun miglioramento in termini di gameplay rispetto all’opera originale, riportando a galla quasi tutti i difetti che oggi si notano ancora di più.
Per essere precisi, parliamo di un platform a scorrimento orizzontale datato 1983 che si chiamava, appunto, Montezuma’s Revenge. Cosa è cambiato rispetto all’originale? Ebbene, in quanto “remake” presenta diversi ritocchi grafici 3D che si sommano alla natura 2D del capitolo natio. L’effetto finale, come vedremo nel dettaglio nel paragrafo dedicato… è decisamente altalenante e discretamente conflittuale, andando a minare anche il fattore nostalgia con un’interfaccia esteticamente discutibile e anche scomoda.
Tornando all’aspetto narrativo, il gioco ci cala nei panni a scelta di uno dei due avventurieri: Pedro o Rosita. Entrambi privi di carattere e decisamente ben lontano dall’iconico Indiana Jones. Il nostro scopo è esplorare una piramide dotata di cento stanze piene zeppe di pericoli e misteri. Tutto qui. Non c’è altro in termini di narrazione che, palesemente, non è il nucleo pulsante dell’opera che, considerando anche la sua origine, mirava a un’esperienza prevalentemente ludica. Andiamo quindi subito a scoprire come sopravvivere alle innumerevoli sfide di Montezuma’s Revenge – The 40th Anniversary Edition!

Un platform dove ci si fa male cadendo da piccole altezze
Montezuma’s Revenge – The 40th Anniversary Edition è un platform a scorrimento orizzontale in 2.5D che ha una spruzzata di metroidvania in quanto le innumerevoli stanze sono interconnesse tra loro e sarà richiesto anche un po’ di backtracking per aprire porte o raggiungere zone precedentemente inaccessibili. Il titolo è focalizzato, come da genere, nel farci saltare piattaforme, schivare nemici e trappole e raccogliere tesori, il tutto con tanto di energia vitale a schermo e power up da raccogliere e sfruttare a nostro vantaggio.
Su carta è un sistema decisamente standard e molto in linea coi classici dell’epoca. è innegabile che tornare su un titolo simile, considerando anche la forzata trasposizione con tutti i pregi e difetti annessi, crea una certa nostalgia a cui si somma il livello di difficoltà abbastanza elevato oggi discretamente raro, soprattutto nel genere di riferimento. Il problema è che tale difficoltà è “artificiale” e dona vita a momenti di frustrazione elevata che solo veterani del passato o patiti del genere possono sopportare.

Banalmente, il “salto” del protagonista è goffo e impreciso, costringendoci a movimenti lenti verso il bordo delle piattaforme per procedere con cautela eccessiva. Questo perché in Montezuma’s Revenge – The 40th Anniversary Edition se cadi ti fai male… anche se la caduta proviene da un’altezza irrisoria. Il calcolo del danno non ci ha soddisfatto e fa parte degli elementi che potevano essere decisamente limati per offrire un’esperienza più moderna, attuale e coerente col genere stesso del titolo.
A ciò va evidenziato quanto l’intero sistema dei comandi risulti invecchiato male, mostrando una natura molto grezza e ben lontana dagli standard odierni. Le poche animazioni presenti, sia dei protagonisti che dei pochi ispirati nemici, evidenziano la legnosità e amplificano anche l’anonimato del titolo. Gli amanti delle sfide e con molta pazienza, oltre che cultori di titoli arcaici e non molto famosi, potranno trovare in Montezuma’s Revenge – The 40th Anniversary Edition una buona mole di contenuti seppur imprecisi e abbastanza ripetitivi.

Grafica e sonoro
Graficamente parlando, Montezuma’s Revenge – The 40th Anniversary Edition prova a rinfrescare il classico adottando un’estetica 2.5D che sostituisce la natura in soli pixel dell’originale. Il risultato però è un impoverimento identitario dell’opera a cui si somma anche l’indebolimento dell’effetto nostalgia. La nuova grafica, in poche parole, non funziona. L’estetica è anonima, i personaggi sono animati goffamente… basta guardare l’intro dove un personaggio suona un tamburo senza neanche sfiorarlo.
Anche l’interfaccia è grossolana e non dona alcuna coerenza al gioco. Un peccato colossale in quanto annulla il lavoro eseguito su un titolo comunque datato 1983 che abbisognava di evidenti aggiunte per rendersi più appetibile. Tali aggiunte però, non funzionano. Anche i fondali delle varie aree spesso creano solo ulteriore confusione non riuscendo a far risaltare come si deve le aree di gioco con cui è possibile effettivamente interagire o meno. Anche il sonoro non spicca granché anche se è tra i pochi elementi che provano timidamente a preservare il valore nostalgico del titolo originale.
Da segnalare che Montezuma’s Revenge – The 40th Anniversary Edition arranca in entrambe le modalità offerte dall’ibrida Nintendo. In dock i suoi limiti sono fin troppo palesi mentre in portabilità, complice le dimensioni ridotte dello schermo, alcune magagne vengono mascherate meglio. Infine, il titolo è completamente privo della lingua italiana ma, a conti fatti, non c’è poi molto da leggere.
