Sviluppato e pubblicato da Pippin Games in sinergia con Eastasiasoft Limited, Maiden Cops è un beat’em up decisamente classico in pixel art 2D e a scorrimento prevalentemente orizzontale. Si tratta di un titolo fortemente nostalgico e che guarda molto al lato arcade e quindi ai punteggi, il tutto con un’identità estetica ancorata al mondo furry e marcatamente ammiccante. Noi abbiamo indossato gli striminziti panni delle eroine di turno su PlayStation 4 e questa è la nostra recensione!
Maiden Cops le eroine di Maiden City
Maiden Cops è un titolo fortemente arcade e che guarda con una certa nostalgia ai classici beat’em up e non sorprende quindi la scelta di presentare una trama abbastanza prevedibile e scontata che funge da collegamento per le nostre scazzottate in giro per sette livelli. Si tratta, a conti fatti, di un’avventure estremamente standard composta da sette capitoli lineari, senza quindi bivi o scelte di alcun tipo, e con una durata media di poco più di un’ora per arrivare ai titoli di coda.
Eppure, Maiden Cops riesce ad evitare il totale anonimato grazie a due scelte. La prima è quella che caratterizza parte delle opere firmate Eastasiasoft, ossia la scelta voluta di mettere su schermo eroine ammiccanti, ben dotate e per gran parte svestite. Nel caso specifico del titolo in esame, al tutto si somma il non sottovalutabile elemento furry. Esatto, le Maiden Cops sono tre poliziotte furry e, nel dettaglio, abbiamo Priscilla la salamandra bionda, Nina la coniglietta dal grande carisma ma dalla corporatura esile e minuta e infine, la lascia e abbastanza perversa mucca Meiga.

Le tre eroine sono le protagoniste indiscusse di una trama che si regge su innumerevoli cliché fra cui il telefonatissimo colpo di scena finale. Ma non è sulla tensione narrativa e sulla complessità dell’intreccio che la narrazione di Maiden Cops riesce a difendersi bensì sulla seconda scelta eseguita dagli sviluppatori: una consapevole ironia e autoironia. Il titolo è infarcito di un umorismo prevalentemente incentrato in scambi di battute a inizio e fine di ogni livello.
Tali battute vede le tre eroine confrontarsi tra loro tra l’ingenuità della salamandra, la perversione della mucca e il nervosismo da “capo squadra” della coniglietta. Un trio quindi che riesce a strappare qualche sorriso nonostante siano tutte e tre dei cliché viventi a cui si sommano una serie di “cattivoni” abbastanza prevedibili e idioti ma che, proprio nell’idiozia, trovano un’efficiente chiave di espressione restituendo quindi una storia non memorabile ma godibile e piacevole da inizio alla fine.
Da evidenziare anche la presenza di un fumetto da leggere online che funge da prequel introducendo il rapporto tra le tre protagoniste e altri personaggi. Un modo per ampliare le avventure all’interno di Maiden City che, non lo nascondiamo, ha del potenziale, soprattutto umoristico, anche per potenziali sequel potendo ospitare innumerevoli situazioni surreali e inevitabili siparietti ammiccanti.

Un classico dei classici
Sul versante ludico, Maiden Cops non sorprende in niente, restituendo un’esperienza da beat’em up estremamente classica e prevedibile seppur piacevolmente solido e immediata. Non bisogna sottovalutare, infatti, il sistema di combo a nostra disposizione. Per affrontare l’avventura, potremo selezionare una delle tre poliziotte furry, ognuna dotata di determinate caratteristiche che spaziano dalla velocità di movimento alle combo stesse fino alle abilità.
Banalmente, Nina è la più veloce mentre Priscilla è quella più equilibrata mentre Meiga è la più lenta e coriacea. Ognuna di loro è dotata di tre abilità ricaricabili autonomamente e che sfruttano la loro forma “animale”, soprattutto per Priscilla e la sua coda. Ovviamente, alcune combo sono quasi delle scusanti per portare le eroine a eseguire mosse abbastanza ammiccanti come il già citato colpo di coda o il poderoso assalto frontale della prosperosa Meiga…
La situazione non muta per i nemici, praticamente tutte donne, che non si differenziano molto per tipologia e anzi, nelle ultime battute, c’è un riciclo abbastanza evidente, eppure riescono a fornire una discreta varietà di scontri grazie a nemici colpi a distanza e altri votati al confronto diretto. Non mancano poi i boss, discretamente accattivanti anche se parte delle loro mosse vengono poi ripetute dai minion dei livelli successivi.

I livelli sono discretamente prevedibili con pochissime variazioni come un livello su moto o un altro che azzarda un’esplorazione vagamente verticale. In compenso, la struttura è fedelmente classica con oggetti da distruggere, power up da raccogliere per curare l’energia vitale e accumulare punteggio e armi di vario genere dotate però di barra di consumo con conseguente rottura finale. Insomma, anche qui, l’esperienza è prevedibile ma gradevole e nostalgica. Da segnalare la possibilità di co-op locale a due giocatori e la presenta di due modalità principali.
La prima è l’avventura classica con vite praticamente infinite mentre la seconda, denominata “Arcade” è uno specchio della prima ma con vite predefinite con game over e obbligo di ricominciare tutto dal principio. Presente anche una modalità in cui spendere i punti ottenuti nelle modalità principali convertendoli in artwork, costumi alternativi e tanto altro. Un modo abbastanza semplice per incitare a ripetere l’avventura più e più volte potenziando una longevità altrimenti molto bassa.

Grafica e sonoro
Graficamente parlando, Maiden Cops presenta una pixel art 2D gradevole e fortificata da animazioni credibili e volutamente ammiccanti. Il risultato complessivo, seppur non molto vario, è gradevole e gli amanti dei furry non resteranno delusi, grazie anche alle varie tipologie di boss e rispettive fusioni “animali”. Le ambientazioni restituiscono un impatto complessivo abbastanza anonimo e prevedibile, come le immancabili fasi in ascensore o tra stradine tutte uguali.
Buoni gli artwork in 2D, tra gli elementi più ammiccanti e che, ironicamente, stonano quasi rispetto alla buona fattura della pixel art. Da segnalare anche il filtro “schermo tondo” che prova a replicare gli schermi arcade, a conferma della ricerca nostalgica più volte citata. Il sonoro è nella media, mai fastidioso ma neanche memorabile. Buoni gli effetti speciali. Peccato per l’assenza della lingua italiana anche se i testi presenti sono abbastanza semplici da comprendere.