Sviluppato e pubblicato da NEOWIZ, Lies of P: Overture è la prima espansione ufficiale di Lies of P, action rpg nonché soulslike che già nel 2023 ha saputo ritagliarsi non poca attenzione grazie a un gameplay fortemente personalizzabile, fedele al sottogenere di appartenenza e dal livello di sfida alto e soddisfacente oltre a un’atmosfera intrigante. Noi siamo tornati ad affrontare gli orrori di Krat su PlayStation 5 e questa è la nostra recensione!
Lies of P: Overture più storia e più dolore
Dopo aver recensito l’avventura principale, ossia Lies of P, non potevamo di certo mancare dal tornare a vestire i panni del misterioso e silenzioso P per quella che è un vero e proprio prequel: Lies of P: Overture. Un prequel però che ha necessariamente bisogno del capitolo principale tant’è che l’avventura diventa disponibile solo nelle ultime fasi del titolo originale. Quindi sì, Overture è un’espansione ma non è stand alone, può essere quindi fruita esclusivamente insieme a Lies of P.
Nel dettaglio, l’espansione diventa disponibile non appena si arriva alla fine del capitolo 9 di Lies of P, quindi quasi alla fine dell’avventura principale. In tale momento, tornando nell’hub centrale ossia nell’Hotel Krat, il protagonista riceverà un oggetto con cui potrai dar vita all’avventura inedita. Avendola identificata come prequel ed essendo disponibile solo a fine avventura, ci si potrebbe fare più di una domanda su come si svolga la narrazione ma ti lasceremo scoprirlo da te, essendo essa stessa parte della narrazione.

Ti basti sapere che, grazie a un escamotage non proprio originale, avremo modo di tornare nel passato di Krat, alla vigilia di una catastrofe che ha segnato l’avventura principale stessa. Sorprendentemente, quello che inizia come un anonimo filler, mostra gradualmente un canovaccio ben più serrato, ritmato e coinvolgente del previsto. Sotto certi aspetti, grazie anche a diversi colpi di scena ben posizionati, le vicende di Lies of P: Overture sorprendono più del capitolo originale.
Inoltre, la sua collocazione alla “fine” è motivata dal fatto che Overture recupera, approfondisce e migliora di molto diversi personaggi del titolo originale, fornendo loro una visione in parte inedita e andando a colmare “vuoti” preesistenti. Ma procediamo con ordine, per gran parte dell’avventura inedita e lineare, ci ritroveremo a seguire le orme di Lea, la Persecutrice Leggendaria, una figura in cerca di vendetta a cui dobbiamo consegnare qualcosa.
Ed è seguendo i suoi passi che andremo a incappare in legami e scontri sempre più serrati e che, se da un lato rievocano la medesima atmosfera dell’originale, dall’altro spingono ancora di più sul macabro e sulla crudeltà stessa. Inoltre, anche le missioni secondarie svelano risvolti narrativi molto più dolorosi e inquietanti, oltre che crudeli. C’è quindi un miglioramento quasi totale del ruolo della storia all’interno del titolo, una storia che saprà coinvolgervi e trascinarvi nonostante sia sempre costellata da frammenti “fumosi” tipici del genere soulslike in cui è fedelmente blindato.

Difficoltà ad alti livelli
Lies of P: Overture è fedele al titolo originale presentandosi in modo pressoché identico. Parliamo sempre di un action RPG in terza persona inseribile a pieno titolo nel genere dei soulslike. Questo significa che gli scontri, anche quelli coi minion più imbecilli, possono risultare ostici se presi alla leggere. A essere onesti, in Overture questa regola vale il triplo. L’espansione, infatti, è tarata vertiginosamente verso l’alto prestando il fianco a innegabili problemi di sbilanciamento.
Basta il primo nemico più “grosso” del normale o un piccolo branco di lupi per renderci conto di quanto sia diventata più tosta la situazione generale del titolo. Basta davvero poco per crepare anche se si è oltre il livello 90 di esperienza. Il motivo è che i nemici sono più veloci, più aggressivi, più numerosi e più potenti. Inoltre, a vecchie conoscenze, si sommano diverse e gradevoli new entry dotate di mosse non facilmente intuibili e che richiedono pratica e impegno per essere domate a dovere.
Anche le boss fight sono tarate molto verso l’alto con gli scontri contro i nemici “umani” nuovamente più ostici del normale. Inoltre, non mancano nemici a più “fasi” andando a gravare sulla durata di un singolo scontro e portando alcune situazioni allo stremo. Certo, torna l’utilizzo dello spettro contro determinati nemici e anzi, c’è anche un boss dove potremo evocare un aiuto “extra”, ma ti garantiamo che morirai spessissimo grazie anche a combo nemiche spezza difesa che non ti permettono letteralmente di muoverti.

E no, non stiamo esagerando. Gli sviluppatori stesso hanno confessato il problema e sono già al lavoro per sistemare il bilanciamento della difficoltà. Comunque, il titolo non è impossibile da risolvere, tutt’altro. Per una durata complessiva tra le 10 e 20 ore, a seconda della bravura dell’utente e del tempo impiegato per esplorare e soddisfare missioni secondarie, Lies of P: Overture soddisfa e compiace come pochi. Ci si sente come di essere sopravvissuti all’inferno videoludico.
Per quanto riguarda l’esplorazione, salvo alcune location sotterranee meno ispirate, Lies of P: Overture regala scorci inediti e altrettanto, se non più, labirintici del capitolo originale. Se da un lato permane il sistema, ormai abbastanza classico e “stretto” di corridoi collegati tra loro con tanto di scorciatoie da sbloccare, dall’altro tali corridoi si moltiplicano e si sviluppano anche verticalmente con nuovi segreti e collezionabili di vario genere (inclusi nuovi elementi estetici).
Da segnalare anche l’aggiornamento legato ai tre livelli di difficoltà con l’aggiunta di ben due modalità più semplici. La più “facile”, denominata “Guida della farfalla” intacca i nemici in termini di aggressività e resistenza ma, in alcune boss fight soprattutto, mostra comunque il già citato problema di bilanciamento. Ciò non toglie, che si tratta di due modalità pensate per accogliere i giocatori meno pratici, neofiti inclusi, in un mondo ludico tanto crudele quanto affascinante. Inutile dire che chi vive di pane e soulslike, può benissimo ignorare tali due modalità.

Veniamo ora all’elemento inedito per eccellenza: l’arco. Non si tratta di un’arma parallela a proiettili “contati” come ci si potrebbe aspettare. No, si tratta di un’arma principale a distanza a proiettili “infiniti” che intacca la stamina al pari di qualsiasi altra arma bianca principale. La presenza dell’arco va a rivoluzionare in parte l’esperienza, dandoci di fatto modo di colpire i nemici a distanza sostituendo i pochi proiettili del nostro braccio Legione.
L’arco non va sottovalutato e, anzi, diventa praticamente essenziale per alcuni minion e anche per qualche boss. Padroneggiarlo e inserirlo nelle combo può dar vita a spettacolari esecuzioni oltre a fornire innegabili vantaggi. Ma quello che sembra un vantaggio volto a semplificare l’esperienza presto mostrerà anche il suo punto debole, soprattutto in aree ristrette e con nemici veloci e spietati. Insomma, è una variante di arma principale, a cui si aggiungono anche i velocissimi artigli alla Wolverine, che abbiamo apprezzato.
Come ulteriori aggiunte di rilievo, abbiamo alcune nuove forme di braccio Legione, un ampliamento del sistema di potenziamento passivo (quello alimentato a Quarzo), nuove espressioni, nuovi elementi estetici, nuove spille con relativi bonus, diversi oggetti, nuove quest secondarie, nuovi documenti… insomma, davvero tanta roba da scoprire.

Grafica e sonoro
Graficamente parlando, Lies of P: Overture è in linea col capitolo principale non aggiungendo praticamente nulla. Ciò che fa l’espansione, è semplicemente aggiungere un gran numero di location che si distinguono tra loro per varietà e level design accattivante. Ancora una volta, esplorare Krat e dintorni è un piacere. A ciò, si sommano nuovi nemici perfettamente in linea con l’atmosfera originale e che riescono a non farci rimpiangere il precedente roster (da cui comunque prendono diversi soggetti).
Il sonoro è ancora una volta di ottimo livello, impreziosito da tracce inedite con tanto di nuovi dischi da collezionare e ascoltare in pace e tranquillità nel nostro hub. Anche gli effetti sonori come il doppiaggio in inglse, si difendono bene. Infine, da segnalare la conferma dei sottotitoli in lingua italiana, essenziali per studiare i documenti inediti che vanno a rimpolpare una lore già di base affascinante.