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Kill the Brickman, la recensione (Steam)

Un arcade fuori dagli schemi che mescola satira e caos videoludico

Alessandro Rulli 1 ora fa Commenta! 7
 
Kill the Brickman
7.5
Kill the Brickman

Il panorama degli action game indipendenti si è spesso distinto per la capacità di sorprendere con idee eccentriche, e Kill the Brickman si inserisce in questo solco con una proposta che non vuole essere solo un videogioco, ma anche una parodia feroce di certi immaginari pop e delle meccaniche classiche dei platform. Il titolo nasce come una produzione spiazzante, capace di fondere humour, assurdità e una sfida punitiva, senza però rinunciare a un messaggio ironico che ti spinge a riflettere mentre combatti contro nemici improbabili.

Contenuti
Trama e narrazione di Kill the BrickmanKill the Brickman: un gameplay arcade variopintoTecnicamente Kill the Brickman fa il suo

Il concept è tanto semplice quanto bizzarro: il mondo è stato invaso dai Brickman, figure goffe e inquietanti che hanno preso possesso del pianeta. Tu, giocatore, sei chiamato a ribellarti a questa dittatura surreale e a distruggerne le fondamenta un mattone alla volta. L’idea alla base di Kill the Brickman è proprio questa: unire un gameplay arcade duro e punitivo a una narrazione satirica, capace di ridicolizzare convenzioni sociali e culturali con uno stile volutamente sopra le righe.

Dietro a quello che sembra un gioco “semplice” si nasconde invece un progetto che porta con sé scelte artistiche nette, riferimenti culturali volutamente esagerati e un approccio che divide: o lo ami per la sua originalità, o lo odi per la sua ostinata eccentricità.

Kill the Brickman

Trama e narrazione di Kill the Brickman

La trama di Kill the Brickman non è mai lineare o convenzionale. L’incipit ti racconta di un pianeta caduto in mano a misteriose entità chiamate Brickman, esseri antropomorfi dalla fisionomia caricaturale che incarnano l’idea di un potere assurdo e implacabile. Non ci sono grandi spiegazioni, né un world building complesso: il gioco ti catapulta in medias res, lasciandoti scoprire il senso degli eventi attraverso piccoli indizi, cutscene e dettagli ambientali.

Il protagonista non è un eroe classico, ma piuttosto un antieroe che si muove tra il ridicolo e il tragico, combattendo nemici che sembrano usciti da una satira grottesca della società contemporanea. I personaggi secondari, per quanto volutamente macchiettistici, sono parte integrante dell’umorismo del titolo: dalle voci dei nemici che ti deridono fino a NPC che incarnano stereotipi volutamente portati all’eccesso.

L’ambientazione alterna scenari cittadini devastati, strutture surreali e livelli che sembrano costruiti come teatri dell’assurdo, con colori accesi e architetture volutamente incoerenti. Non esiste un vero senso di realismo: il mondo di gioco è una caricatura, un palcoscenico teatrale dove si consuma una ribellione grottesca. Questo rende l’esperienza molto più simile a una satira interattiva che a un action tradizionale.

Kill the Brickman

Kill the Brickman: un gameplay arcade variopinto

Dal punto di vista delle meccaniche, Kill the Brickman si muove in bilico tra action arcade, platform e survival. Il combattimento è il cuore pulsante: hai a disposizione un arsenale di mosse semplici ma efficaci, che vanno da colpi ravvicinati a strumenti più devastanti con cui abbattere orde di nemici. I Brickman non sono avversari passivi: ognuno di loro ha comportamenti imprevedibili, e la difficoltà cresce rapidamente, costringendoti a studiare strategie anche nei livelli più lineari.

Non si tratta di un titolo che fa concessioni: la curva di difficoltà è ripida e volutamente punitiva. Ogni errore si paga caro e la ripetizione diventa parte integrante dell’esperienza. Questo approccio richiama i giochi arcade del passato, dove la frustrazione si mescolava alla voglia di superare l’ostacolo.

L’esplorazione ha un ruolo più marginale, ma contribuisce a variare il ritmo. Alcuni livelli ti spingono a muoverti in verticale, altri a gestire piattaforme mobili e trappole mortali. Le sezioni platform sono impegnative e spesso richiedono una precisione millimetrica, mettendo alla prova riflessi e pazienza. Non mancano puzzle ambientali leggeri, pensati più per spezzare il ritmo che per proporre una vera sfida cerebrale.

Una delle caratteristiche più particolari è l’interazione con il mondo di gioco, che a volte ti costringe a usare gli stessi nemici come strumenti per avanzare, ad esempio sfruttando i loro corpi come trampolini o come scudi improvvisati. Questo elemento dà al gameplay un gusto anarchico, coerente con l’anima parodica dell’opera.

Nel complesso, Kill the Brickman è un titolo che vuole costringerti a uscire dalla comfort zone, premiando chi accetta la sfida e punendo chi cerca un’esperienza rilassata. È un gioco che vive di intensità e ripetizione, pensato per chi ama il trial and error e le difficoltà punitive.

Kill the Brickman

Tecnicamente Kill the Brickman fa il suo

A livello tecnico, Kill the Brickman si distingue soprattutto per la direzione artistica. Non c’è la ricerca del fotorealismo: i modelli sono volutamente grossolani, con texture volutamente esagerate e un design che strizza l’occhio al kitsch. Questa scelta non è casuale, ma parte integrante del messaggio satirico. L’impatto visivo è disturbante e bizzarro, e proprio per questo resta memorabile.

Il comparto sonoro accompagna perfettamente l’atmosfera. Le musiche alternano toni martellanti e surreali, rinforzando il senso di disagio e follia, mentre gli effetti sonori sono volutamente caricati, con rumori che amplificano l’assurdità delle situazioni. Le voci dei nemici, a volte fastidiose, sono parte integrante della parodia: servono a destabilizzarti, a rompere la concentrazione e a ricordarti che sei dentro un mondo che non vuole mai prendersi troppo sul serio.

Dal punto di vista delle prestazioni, il gioco non è privo di difetti. Alcuni cali di frame rate si fanno sentire nei momenti più caotici, e la gestione della telecamera può risultare problematica in sezioni particolarmente frenetiche. Anche le hitbox non sempre convincono, rendendo alcuni scontri più frustranti del previsto. Tuttavia, l’ottimizzazione generale è discreta e non compromette l’esperienza complessiva.

Scopri tutto su Kill the Brickman
Kill the Brickman
Kill the Brickman
7.5
Grafica 7
Sonoro 7
Longevità 7.5
Stile e direzione artistica 8.5
Aspetti positivi Stile artistico unico, grottesco e memorabile Satira pungente che permea ogni aspetto del gioco Gameplay arcade punitivo e soddisfacente per chi ama le sfide dure Livelli vari e ricchi di trovate surreali
Aspetti negativi Difficoltà elevata che può scoraggiare i meno pazienti Design volutamente kitsch che potrebbe risultare respingente per alcuni giocatori
Considerazioni finali
Kill the Brickman non è un titolo per tutti, ed è proprio questa la sua forza. È un videogioco che osa, che non ha paura di risultare sgradevole o disturbante, e che costruisce attorno a queste sensazioni un’esperienza coesa e riconoscibile. La sua anima arcade, la difficoltà punitiva e l’estetica grottesca lo rendono un gioco capace di dividere il pubblico: chi lo amerà per la sua originalità e per la sua satira dissacrante, e chi lo odierà per la sua ostinata eccentricità. Se sei alla ricerca di un action convenzionale, probabilmente non fa per te. Ma se vuoi provare un’esperienza fuori dagli schemi, capace di sfidare le tue abilità e il tuo senso estetico, Kill the Brickman è una scelta da non sottovalutare. Non è perfetto, ma la sua unicità lo rende un titolo che lascia il segno, nel bene e nel male. Il prezzo poi è davvero contenuto.

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