Sviluppato da The Station e pubblicato da Coatsink in sinergia con Thunderful Publishing, Islanders: New Shores è un particolare city builder ambientato su delle isole e che punta a offrire un’esperienza tanto rilassante quanto intrigante e a suo modo imprevedibile. Noi ci siamo dati alla costruzione di isole su Nintendo Switch e questa è la nostra recensione. Pronto a dar vita a un tuo personale arcipelago?
Islanders: New Shores e un arcipelago da popolare
Prima di affrontare la narrazione di Islanders: New Shores è bene rivelare che questo è una sorta di remake-sequel dell’originale Islanders pubblicato nel 2019 e di cui recupera fedelmente il gameplay base e la filosofia stessa del titolo. A mutare rispetto al titolo originale, oltre alla quantità di contenuti notevolmente maggior, sono le tipologie di biomi e con essi le strutture che potrai inserire e coordinare tra loro per ottenere il maggior punteggio possibile.
Non solo, il titolo dispone di ben due modalità, la prima, quella principale, è una serie di sfide unidirezionali (ossia, non è possibile tornare all’isola precedente) e procedurali, dove sarai messo alla prova su territori sempre più complessi da studiare e sfruttare a tuo vantaggio. La seconda modalità è quella sandbox, decisamente più rilassante e aperta alla creatività dell’utente. Qui, infatti, non ci sono sfide ma solo un vero e proprio parco giochi da riempire con la nostra fantasia.

In termini narrativi, Islanders: New Shores non offre praticamente niente. Non c’è una trama, non ci sono personaggi con cui interagire e non c’è neanche un contesto di sfondo a incitare la prosecuzione dell’avventura. Il titolo firmato The Station punta esclusivamente al gameplay scommettendo tutto su questo e riuscendo a restituire un’esperienza rilassante, originale ed efficace nel suo minimalismo. Non per niente, parliamo di un city building nonché gestionale estremamente intuitivo e accessibile ma non per questo meno “sfidante”.
Come andremo a scoprire, infatti, a un’esperienza sì pacata e trasversalmente aperta a qualsivoglia tipologia di utente, si contrappongono comunque dei livelli di sfida intriganti e che spingono a riformulare la propria strategia in modi quasi da puzzle game. L’unico limite di tutto ciò è che, basandosi esclusivamente su un’unica tipologia di gameplay, la ripetitività è dietro l’angolo e con essa la longevità rischia di essere minata prima della conclusione di tutte le sfide.

Minimalista ma veloce e appagante
Islanders: New Shores è un city building minimalista ma comunque strategico e che in certi versi assomiglia quasi a un puzzle game. La modalità principale del titolo offre una serie di sfide, ossia di isole, con lo scopo di raggiungere un determinato punteggio per poter procedere in una scalata lineare e sempre più complessa e ramificata. Essenzialmente, ci viene fornita un’isola deserta da popolare con “pacchetti di edifici”, tutto in chiave procedurale. Ogni pacchetto, contiene al suo interno diverse tipologie di strutture che possono essere edifici e/o risorse di vario genere come alberi, allevamenti, ecc.
Ogni edificio ottiene determinati punti bonus o malus a seconda di dove viene posizionato e tali punteggi li potrai sempre vedere in anteprima. Una volta collocato un edificio, tocca collocare gli altri elementi del pacchetto selezionato. Tali elementi vanno sempre posizionati in base alla previsione di punteggio ottenibile o, in caso di strategie a lungo termine, in previsione di future costruzioni. Questo perché i vari elementi “comunicano” tra loro nel bene e nel male.
Banalmente, un “centro città” ottiene e fornisce punti bonus alle case e alle ville che vengono collocate entro il suo “raggio” per dare vita a una vera e propria cittadina. Edifici di “produzione” invece, comunicano in termini differenti. Posizionare due pescherie vicino andrà a indebolire entrambe dovendo condividere le medesime risorse e facendoci così incappare in diversi malus e rischiando di portarci al game over. L’obiettivo è quindi quello di dar vita a un’isola con uno sfruttamento di suolo e un posizionamento di risorse intelligente e che non si autocannibalizzi.

Su carta può sembrare facile e le prime isole sono anche abbastanza accessibili e in linea con lo spirito rilassante dell’intera opera… ma nelle fasi avanzate la situazione si complica ed evolve, dando vita a situazioni più accattivanti e complesse: il suolo edificabile si riduce, gli edifici si complicano, le risorse diminuiscono e altre situazioni che ti porteranno a ragionare bene prima di ogni posizionamento. Personalmente, abbiamo apprezzato la varietà di biomi e la tipologia di struttura oltre ai risultati finali davvero appaganti da vedere.
Dar vita a veri centri urbani laddove prima c’era solo un terreno vuoto, è soddisfacente, soprattutto se i punteggi ottenuti vanno a superare i record previsti dal gioco. Infatti, può succedere di raggiungere il traguardo prima del tempo e potrai così procedere per cercare di stabilire un tuo record personale, eventualmente da sconfiggere in futuro. Il game over, invece, verrà a sorprenderti quando non riuscirai a superare il punteggio stabilito per procedere al successivo pacchetto di edificio e senza aver raggiunto il record per l’area successiva.
Nonostante ciò, l’esperienza offerta da Islanders: New Shores è comunque prettamente rilassante ma è anche decisamente ciclica e ripetitiva. Da un lato abbiamo l’occasione di fare partite mordi e fuggi di durata abbastanza ragionevole, seppur decisamente più longeve nelle fasi finali, dall’altra abbiamo un titolo che potrebbe stancare chi cerca gestionali più complessi. Lo ricordiamo, qui non ci sono risorse da tener d’occhio ma solo elementi da posizionare e punteggi da concatenare.
La modalità sandbox, invece, è organa della sfida e ci regala un mondo da personalizzare a nostro piacimento tra l’altro con salvataggio “a parte” e quindi parallelo alla modalità principale. Inutile dire che questa variante ludica è ancor più rilassante e ci permette sia di studiare i vari elementi “costruttivi” sia di dar libero sfogo alla nostra creatività. Nota finale sul gameplay stesso che è studiato prevalente per PC ma che si adatta abbastanza bene, salvo qualche imprecisione, anche agli analogici.

Grafica e sonoro
Graficamente parlando, Islanders: New Shores è molto accattivante e in linea con il minimalismo proposto dal titolo stesso. Certo, mancano elementi identificativi ma l’impatto generale, soprattutto quando inizieremo a riempire le isole di strutture e risorse, è molto appagante e soprattutto varia al variare dei biomi in modo credibile. Non è un caso, infatti, la presenza della modalità foto con tanto di telecamera regolabile e filtri di vario genere.
Il sonoro è in linea con la filosofia del titolo, in gran parte rilassante e leggera, mai invadente o ridondante. Non è memorabile ma raggiunge il suo scopo e personalmente l’abbiamo apprezzata anche per la sua notevole varietà. Da segnalare la gradita presenza della lingua italiana mentre Islanders: New Shores si difende bene in entrambe le modalità dell’ibrida Nintendo con quella portatile che presenta un boost maggiore per le partite mordi e fuggi di cui il titolo stesso sembra essere promotore.