Diciamocelo: quando abbiamo a che fare con Indiana Jones, sappiamo già che finiremo in guai grossi. Che sia in un mercato arabo inseguito da mercenari, in un tempio maledetto con trappole mortali o, come in questo caso, in cunicoli romani pieni di cultisti con fissazioni bibliche, pericolo e avventura ci aspettano dietro ogni angolo
Perché sì, L’Ordine dei Giganti non è un contenuto extra di poco conto: è un DLC che ci racconta una storia completa, con un tono diverso dall’avventura principale. Se L’Antico Cerchio era il filmone d’azione alla Spielberg, pieno di panorami e nazisti da stendere a suon di pugni, qui siamo di fronte a qualcosa di molto più cupo, intimo e, a tratti, opprimente.
È come passare da I Predatori dell’Arca Perduta a una versione gotica de L’Ultima Crociata: meno respiro, più tensione. A questo punto la domanda è: funziona? Sì. Anzi, forse è proprio qui che il fascino di Indy viene fuori al meglio.
Per le fogne di Roma
La vera star del DLC non è Indiana, non sono i nemici, non sono nemmeno i puzzle. È l’atmosfera; si, perché appena scendiamo nei sotterranei della città eterna capiamo subito che non ci troviamo più nel gioco principale. Le catacombe ci inghiottono con i loro corridoi stretti, le pareti umide, gli affreschi consunti dal tempo. Camminiamo tra ossa, cripte dimenticate e statue mutilate. Ogni passo risuona come un avvertimento.

Niente grandi panorami, non ci sono più tramonti mozzafiato o scorci da ammirare. In compenso, c’è una Roma che non abbiamo mai visto: quella nascosta, quella che fa paura solo a nominarla. È un’ambientazione che trasmette suggestione, un’archeologia che si tinge di gotico.
E non servono mostri o jump scare: basta il silenzio. Basta una torcia che si spegne, o un corridoio che sembra non finire mai. Qui il brivido non viene da ciò che ci salta addosso, ma dall’ignoto e da quello che potrebbe aspettarci (a nostra insaputa) nell’ombra.
La storia prende spunto da una delle leggende bibliche più affascinanti, già accennata dell’avventura originale: quella dei Nephilim, i giganti nati dall’unione tra esseri celesti e donne mortali. Un mito oscuro, a metà tra religione e leggenda, perfetto per una storia di Indiana Jones.

Indy si ritrova così invischiato in un culto segreto che vuole riportare alla luce questi giganti, convinto che in essi si nasconda il potere di cambiare il mondo. Sul suo cammino incontra un Crociato misterioso, figura enigmatica che sembra uscita da un’altra epoca e che diventa un tassello chiave nel puzzle della trama.
La narrazione non è lunghissima e in 5-7 ore arriviamo ai titoli di coda; ma in questo arco temporale succedono abbastanza cose da tenerci incollati allo schermo. C’è mistero, c’è tensione, ci sono colpi di scena ben piazzati.
Forse il tema dei giganti poteva essere esplorato di più, resta sullo sfondo senza mai esplodere del tutto, ma anche così l’avventura resta intrigante e coerente.
Gameplay de l’Ordine dei Giganti
Il DLC ovviamente non stravolge le meccaniche di gioco ma le adatta al nuovo contesto; il risultato finale è un mix più intimo, più ragionato, che alterna tre elementi principali:
Le catacombe si prestano benissimo al gioco di ombre e ci spingono ad utilizzare spesso un approccio stealth: muoversi silenziosamente, nascondersi dietro colonne, osservare i cultisti da lontano è appagante. Come già nell’avventura principale l’eliminazione furtiva non sempre da vantaggi reali, visto che alla fine finiamo quasi sempre in rissa.

Quando la furtività fallisce, e come detto fallisce spesso, si passa alle mani. I cultisti sono più resistenti dei nazisti visti in precedenza: incassano, si muovono in gruppo e ci obbligano a ragionare. Non basta agitare la frusta: servono riflessi e un minimo di tattica.
Superati i combattimenti, inevitabilmente ci tocca risolvere qualche enigma à la Indiana: è qui che gli sviluppatori si sono davvero impegnati, per dare vita a puzzle che non sono impossibili, ma neanche banali.
Per risolverli è necessario osservare, interpretare simboli, leggere affreschi, capire meccanismi. Difficilmente ci sentiremo bloccati, ma non possiamo nemmeno dire che il gioco ci guidi per mano, in definitiva è il giusto equilibrio: ci fa sentire davvero un archeologo, non solo un giocatore che schiaccia bottoni.
Il tutto, come in ogni caso già ne L’Antico Cerchio, risulta ben bilanciato tra fasi stealth, un po’ di azione e qualche enigma qua e là. Non ci annoiamo mai e il senso di progressione resta costante.
Ma quale è dunque il punto di forza assoluto de L’Ordine dei Gigant? Non è l’azione, non sono i puzzle. Sono le emozioni.
Ci ritroviamo a camminare tra scheletri ammassati, illuminati solo da una torcia tremolante. Nessuno ci attacca, non succede niente di eclatante. Ma la tensione sale e il cuore batte sempre più forte, perché l’atmosfera ci avvolge.
Oppure quando scopriamo un affresco che sembra indicare un passaggio segreto: restiamo lì a fissarlo qualche secondo, chiedendoci se stiamo interpretando bene o se si tratta solo di suggestione.

È questa magia che rende il DLC speciale: quella sensazione di mistero, di scoperta, di essere dentro una leggenda più grande di noi.
Come già detto le sue 5-7 ore, il DLC non punta sulla quantità ma sulla qualità. Non ci sono decine di missioni secondarie o aree opzionali ma un’avventura compatta e ben definita, old style, che va dritta al punto.
Certo, alcuni spunti narrativi potevano essere ampliati, ma è anche vero che la scelta di restare concentrati mantiene alta la tensione fino alla fine. Non ci si annoia mai, ne si ha la sensazione che gli sviluppatori abbiano voluto allungare il brodo. In definitiva, L’Ordine dei Giganti, più che un DLC è un tassello che completa il mosaico.
Se l’avventura principale era il lato spettacolare, questo è il lato oscuro. Insieme formano un ritratto più completo di Indiana Jones: non solo l’eroe che combatte nazisti, ma anche l’archeologo che affronta i misteri più profondi della storia.