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Il sottile confine tra videogiochi e gioco d’azzardo: tecniche psicologiche per l’engagement

Valentina Paradiso 2 mesi fa Commenta! 5
 

Negli ultimi anni, l’industria dei videogiochi ha subito una trasformazione significativa, adottando sempre più tecniche psicologiche tradizionalmente associate al mondo del gioco d’azzardo. Questa evoluzione ha sollevato interrogativi importanti sulla natura dell’intrattenimento digitale e sui suoi potenziali effetti sui giocatori, specialmente tra i più giovani.

Contenuti
Meccanismi psicologici condivisi: dal casinò alla consoleStrategie di retention e implicazioni socialiLa risposta normativa e il futuro dell’intrattenimento digitaleTi potrebbe interessare

La crescente somiglianza tra questi due mondi ha portato molti appassionati a cercare esperienze di gioco più libere e meno vincolate da restrizioni. In particolare, alcuni giocatori italiani esplorano opzioni per giocare senza verifica NemID o sistemi simili, preferendo piattaforme che offrono un accesso più immediato sia ai videogiochi che ai giochi tradizionali. Questa tendenza riflette un desiderio di maggiore autonomia nell’esperienza ludica, in un contesto dove le regolamentazioni diventano sempre più stringenti.

Meccanismi psicologici condivisi: dal casinò alla console

I moderni sviluppatori di videogiochi hanno sapientemente incorporato meccanismi psicologici che per decenni hanno reso efficaci le slot machine e altri giochi d’azzardo. Il sistema di ricompense variabili rappresenta forse l’esempio più evidente: proprio come una slot machine non rivela quando arriverà la vincita, i videogiochi moderni distribuiscono ricompense in modo imprevedibile, mantenendo alta l’attenzione del giocatore attraverso l’anticipazione.

Le loot box, ormai presenti in innumerevoli titoli, rappresentano l’incarnazione più diretta di questo principio. Questi contenitori virtuali offrono ricompense casuali in cambio di valuta di gioco o denaro reale, replicando l’esperienza emotiva di una giocata alla roulette. In Italia, sebbene non esista una legislazione specifica che classifichi le loot box come gioco d’azzardo, l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (ADM) ha iniziato a monitorare attentamente questi meccanismi, preoccupata per il loro impatto sui minori.

I sistemi di progressione nei videogiochi moderni richiamano inoltre le tecniche di fidelizzazione dei casinò. Livelli, punti esperienza e ricompense crescenti creano un percorso di avanzamento che mantiene il giocatore impegnato per periodi sempre più lunghi, proprio come i programmi fedeltà delle case da gioco premiano chi continua a giocare.

Strategie di retention e implicazioni sociali

Le tecniche di retention nei videogiochi si sono evolute incorporando elementi tipici del marketing del gioco d’azzardo. Il fenomeno FOMO (Fear Of Missing Out) viene sfruttato attraverso eventi a tempo limitato ed offerte esclusive, creando un senso di urgenza che spinge i giocatori a rimanere costantemente connessi per non perdere opportunità percepite come irripetibili.

Le microtransazioni rappresentano un altro punto di contatto tra i due mondi. Proprio come nei casinò online, dove piccole puntate possono sommarsi a spese considerevoli, i videogiochi free-to-play incoraggiano piccoli acquisti ripetuti che, nel tempo, possono trasformarsi in investimenti significativi. Questo modello economico, noto come “pay-to-win” o “gacha”, solleva interrogativi sulla trasparenza e sull’equità dell’esperienza di gioco.

Le implicazioni sociali di questa convergenza sono complesse. Da un lato, entrambi i settori possono favorire la socializzazione e la creazione di comunità; dall’altro, l’eccessivo coinvolgimento può portare a problemi di dipendenza e isolamento sociale. Secondo una recente ricerca della Children’s Commissioner, il 70% dei bambini tra i 10 e i 17 anni gioca regolarmente ai videogiochi, con una significativa percentuale che mostra segni di comportamento problematico correlato al gioco.

La risposta normativa e il futuro dell’intrattenimento digitale

In Italia, il quadro normativo sta evolvendo per affrontare queste nuove sfide. L’ADM, responsabile della regolamentazione del gioco d’azzardo, sta ampliando il proprio raggio d’azione per includere anche gli elementi di gambling presenti nei videogiochi. Questo approccio mira a bilanciare l’innovazione del settore con la necessità di proteggere i consumatori, specialmente i minori, da potenziali rischi.

Le misure di protezione del consumatore, già consolidate nel settore del gioco d’azzardo tradizionale, stanno gradualmente trovando applicazione anche nel mondo dei videogiochi. Strumenti come i limiti di spesa, i sistemi di auto-esclusione e i controlli parentali rappresentano un primo passo verso un approccio più responsabile all’intrattenimento digitale.

Il futuro probabilmente vedrà una maggiore convergenza tra regolamentazione del gioco d’azzardo e dei videogiochi, con un focus particolare sulla trasparenza delle meccaniche di monetizzazione e sulla protezione dei giocatori più vulnerabili. Gli sviluppatori dovranno bilanciare l’efficacia delle tecniche di engagement con considerazioni etiche sempre più rilevanti, in un mercato dove la consapevolezza dei consumatori riguardo a questi meccanismi è in costante crescita.

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