Hai mai desiderato un simulativo strategico dove l’obiettivo principale non è conquistare il mondo, ma… sfamare una banda di adorabili (e nevrotici) mostriciattoli? Se la risposta è sì, allora Hungry Meem potrebbe fare al caso tuo. O forse no. Dipende tutto da quanto siete disposti a sopportare le stranezze, perché questo titolo è tanto originale quanto imprevedibile.
Hungry Meem: la trama in breve
In Hungry Meem, un simulatore di colonia, i giocatori devono salvare i Meem, adorabili creature affamate, dall’estinzione dopo la distruzione del loro “Pentola Miracolosa” che cucinava cibo delizioso.

I giocatori guideranno i Meem a ripopolare la loro civiltà ai piedi dell’Albero del Mondo, facendoli crescere, riprodursi per creare nuove variazioni e sbloccare nuove abilità e aree esplorando il mondo ed essi costruiranno strutture come case e fattorie per migliorare la loro vita, raccogliendo materiali durante l’esplorazione per creare un “felice” futuro per i Meem
Una favola bizzarra con meccaniche da dungeon crawler
Nel cuore di un villaggio buffo e colorato, vive un gruppo di creature chiamate Meem. Il vostro compito? Aiutarle a sopravvivere, evolversi e festeggiare e per farlo dovrai raccogliere risorse, cucinare, costruire e soprattutto tenere alto il morale; sì, perché in Hungry Meem la salute mentale è una delle tre barre fondamentali, e ignorarla può trasformare un Meem affamato in una piccola mina vagante.

Il cuore pulsante del gioco è l’Albero del Mondo, una sorta di dungeon vivente da esplorare in cerca di materiali e lì manderai i tuoi Meem a recuperare rami, frutta, foglie e altre stranezze da trasformare in snack e più cucini, più i tuoi Meem saranno felici, e più saranno felici, più saranno produttivi. Ma attenzione: quando un Meem impazzisce, smette di collaborare e svuota il magazzino. Letteralmente.
Costruisci, esplora, cucina… e organizza banchetti
La progressione ruota attorno a una statua misteriosa di nome Tohren, che vi affida missioni da completare e dopo un tot di quest, potrete organizzare un banchetto, evento che non solo rallegra il villaggio, ma fa anche crescere l’Albero del Mondo (una sorta di Yggdrasil del mondo di Hungry Meem), sbloccando nuove aree del dungeon.

E non è finita qui: i Meem possono anche riprodursi! Due creature compatibili possono generare un uovo, e al nascituro potrete assegnare abilità ereditate dai genitori; un sistema semplice ma simpatico, che aggiunge varietà alla gestione della vostra piccola tribù.
Una formula brillante… ma faticosa
Sulla carta, Hungry Meem sembra un mix riuscito tra Pikmin, Overlord e un gestionale rilassato. Ma alla prova dei fatti, qualcosa scricchiola; i comandi con il cursore sono spesso imprecisi, i Meem agiscono in modo confusionario, e il loop di gameplay (raccogli, cucina, costruisci, ripeti) rischia di diventare ripetitivo dopo qualche ora.
Il tutorial iniziale è poco efficace: non spiega con chiarezza le meccaniche di base, né ti dà una panoramica solida su cosa fare e in quale ordine e nei primi minuti regna la confusione, e ti ritrovi a tentare interazioni fino a capire per tentativi come far funzionare il tutto. E se sbagli qualcosa (come lasciare affamato un Meem) rischi di pagarlo caro.
Questo rende l’impatto iniziale frustrante, soprattutto per chi proviene da gestionali classici come Theme Hospital, Black & White o Zoo Tycoon, dove, pur nella complessità crescente, capivi subito cosa fare e come muoverti e l’interfaccia era chiara, i comandi rispondevano bene e i tutorial se presenti; erano realmente formativi. In Hungry Meem, invece, serve pazienza… forse troppa.

Per chi è abituato a vecchi titoli simili come Black & White, la saga Tycoon o altri gestionali del passato, i comandi da PC (mouse e tastiera) risultano scomodissimi: è possibile che il titolo, essendo di origine giapponese, fosse inizialmente pensato per essere giocato con il pad, e solo successivamente adattato al PC.
Questo però non giustifica la totale assenza del movimento in diagonale, una scelta che (per chi arriva dagli strategici o gestionali su PC) può risultare davvero frustrante e controintuitiva e in un gioco dove devi muovere elementi e creature in ambienti semi‑aperti, la mancanza di direzionalità completa toglie fluidità e rende l’esperienza meccanicamente faticosa.

In più, l’aspetto tecnico non aiuta: grafica semplice e poco rifinita, effetti sonori fastidiosi e un’interfaccia scarna che rende tutto meno piacevole del dovuto e il gioco ha carisma e idee, ma manca di quella rifinitura necessaria per brillare davvero.
Per chi è Hungry Meem?
Se ti piacciono i giochi di nicchia, con un tocco strambo e sperimentale, e sei disposto a chiudere un occhio (o due) sulla resa tecnica, allora Hungry Meem potrebbe regalarti qualche ora di divertimento alternativo, ma se cerchi un gestionale profondo o un’esperienza rilassante, forse è meglio guardare altrove!