Hegzis è uno di quei titoli che, a prima vista, sembrano fatti apposta per rilassarsi dopo una giornata lunga. Un puzzle game con forme esagonali, colori tenui e una colonna sonora ambient: tutto fa pensare a un’esperienza zen.
Sviluppato da EastAsiaSoft e disponibile su Nintendo Switch dal 23 aprile 2025, Hegzis propone un gameplay ispirato ai classici del genere puzzle, ma con una struttura esagonale che vuole offrire una piccola variazione sul tema. Il gioco è disponibile solo in digitale tramite Nintendo eShop, ed è pensato per sessioni brevi e rilassate, rivolto principalmente a chi cerca un passatempo senza troppe pretese.
Il problema? Dopo pochi minuti la sensazione di tranquillità lascia spazio a una certa monotonia.

Panoramica generale
L’impatto iniziale con Hegzis è minimalista, quasi troppo. Nel menu principale si accede subito a due modalità: “Stage”, per scegliere il livello da affrontare liberamente, e “Next Level”, che invece segue un percorso progressivo. Nessuna introduzione, nessun tutorial parlato o testuale: sei subito dentro il gioco, nel bene e nel male.
Le impostazioni sono ridotte all’osso, tanto che sembra di trovarsi di fronte a uno di quei vecchi giochi da browser web. Si possono regolare solo il volume della musica e degli effetti sonori. Nessuna opzione di accessibilità, niente comandi alternativi. Sembra quasi di percepire una certa pigrizia che si riflette anche nel resto dell’esperienza.
L’obiettivo in ogni livello è abbastanza chiaro: riempire righe sulla griglia esagonale per ottenere punti e raggiungere il target rappresentato da monete d’oro. Una volta fatto, si passa avanti. Non ci sono penalità per gli errori, non ci sono limiti di tempo, e nemmeno una vera curva di difficoltà. Tutto procede con lo stesso ritmo blando, senza sorprese.
Gameplay
La meccanica di base di Hegzis prende ispirazione dai classici del genere puzzle di cui il Tetris è precursore, ma la declina in chiave esagonale. Si piazzano pezzi composti da più celle a forma di esagono all’interno di un grande esagono centrale. L’idea è quella di creare linee complete in qualsiasi direzione per eliminarle e fare punti.
Sulla carta non è male, anzi, ci sarebbe pure del potenziale. Il problema è che non viene mai davvero sfruttato. Il fatto che si possano ruotare i pezzi liberamente rende la sfida praticamente inesistente. Basta ruotare e rigirare finché qualcosa combacia. E senza limiti di tempo, pressioni esterne o penalità, si finisce per giocare in automatico, senza nessuna tensione o vera soddisfazione.

In alcuni livelli sono disponibili delle “abilità” che permettono di rimuovere pezzi o modificare il tabellone. Anche qui, però, manca una logica profonda: si usano perché ci sono, non perché ci sia una strategia specifica da adottare. È un’aggiunta che potrebbe movimentare il gameplay, ma così poco bilanciata da sembrare più un contentino che un vero strumento di gioco.
I comandi su Nintendo Switch di certo non aiutano. Il movimento dei pezzi con lo stick è lento e poco preciso. In aggiunta non è nemmeno possibile usare il touch screen: una mancanza inspiegabile per un gioco di questo tipo. La Switch è perfetta per il controllo tattile, e qui sarebbe stato il modo più naturale per interagire con i pezzi. Il risultato è che ogni azione richiede più tempo del necessario, interrompendo quel flusso che dovrebbe essere continuo in un puzzle game.
Grafica e audio
Visivamente, Hegzis punta tutto sulla semplicità. I colori sono pastellosi, i pezzi si distinguono bene, e la griglia è chiara. Ma dopo un po’ l’estetica comincia a sembrare sempre la stessa. In ogni livello cambia giusto lo sfondo e qualche accento cromatico, ma l’impostazione resta identica. Nessun dettaglio extra, nessuna variazione stilistica che dia un minimo di personalità o che faccia dire “ah, questo livello è proprio diverso dal precedente”.
I temi dei livelli dovrebbero suggerire una certa varietà, ma in realtà si tratta solo di sfondi statici che si notano a malapena durante il gioco. La griglia e i pezzi restano sempre i protagonisti, ma anche loro non offrono variazioni visive che possano ravvivare l’esperienza.
Anche sul fronte audio, questo titolo non lascia il segno. C’è una sola traccia musicale che accompagna l’intera esperienza. All’inizio forse fa il suo dovere, ma dopo qualche livello diventa inevitabilmente ripetitiva. Fortunatamente, è possibile silenziarla dalle opzioni. E a dire il vero, dopo un po’ è quasi consigliabile farlo.

Gli effetti sonori non sono molto meglio: le varie azioni hanno dei suoni dedicati, che però non sembrano troppo ricercati, come se l’audio fosse stato implementato per dovere e non per creare atmosfera.
Hegzis è un puzzle game che cerca di offrire un’esperienza rilassante e accessibile, ma finisce per essere troppo semplice e, alla lunga, noioso. La meccanica degli esagoni ha un potenziale interessante, ma il gioco non si impegna a costruirci qualcosa sopra. Nessuna reale difficoltà, nessun picco emotivo, nessuna evoluzione nel gameplay.
Può funzionare come passatempo leggero per chi ama riempire griglie colorate senza troppa pressione. Ma se cerchi un puzzle game stimolante, creativo o anche solo un po’ più vivo, probabilmente è meglio guardare altrove.
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