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Lettura Gris – La recensione di un piccolo capolavoro
 
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IndieRecensioni

Gris – La recensione di un piccolo capolavoro

Mattia Borsoi 6 anni fa 2 commenti 6
 

Per recensire Gris bisogna uscire dagli schemi e comprendere che questo non è un gioco come tutti gli altri, ma è un viaggio nell’interiorità della protagonista, ovvero un viaggio che potenzialmente può riguardare ognuno di noi.

Contenuti
Il giocoIl messaggioComparto tecnicoIn conclusioneTi potrebbe interessare

Il gioco

Gris

Gris è un platform-adventure piuttosto inusuale, semplice nelle meccaniche, il cui obiettivo principale non è fare punti o saltare in testa ai nemici, ma semplicemente assaporare il viaggio e l’esperienza della nostra protagonista, da cui il gioco prende il nome, ed interiorizzarla fino a dare l’interpretazione ed il significato che sentiamo più nostro. Questo rende l’esperienza di gioco molto personale, discostandosi dalla massa e dalla classicità dei platform game, portando il giocatore a muoversi all’interno di una sorta di fiaba che racconta la storia di Gris, una ragazza dalla chioma azzurra che ha perso l’uso della voce e che dovrà superare diverse difficoltà per ricostruire il suo mondo che è letteralmente andato in pezzi.

Il gioco comincia appunto con la nostra protagonista che perde la sua candida e vellutata voce, e il mondo intorno a lei comincia a sgretolarsi e perdere colore, come se fosse lo specchio della sua anima. I primi minuti disorientano un po’, sia perché il gioco riflette lo stato d’animo di Gris, sia perché appare subito molto semplice e lineare, quasi troppo scriptato. Con l’avanzare dell’avventura invece capiremo che questa semplicità è perfettamente funzionale al senso dell’intero titolo, infatti non si può né morire né fallire, e un qualcosa di più complicato e frustrante sarebbe servito solo a rovinare l’equilibrio e il senso di introspezione che il gioco ci regala. Avanzando nell’avventura la nostra Gris avrà la possibilità di combattere le proprie sfide personali, restituendo colore un po’ alla volta al mondo che quel colore aveva perduto.

Saltare tra una piattaforma e l’altra ci regalerà un senso di leggerezza, e risolvere i rompicapi non sarà mai troppo difficile, anche se richiede una certa dose di attenzione all’ambiente circostante; nel corso dell’avventura Gris dovrà collezionare delle piccole sfere di luce, molto spesso dopo aver completato un puzzle, che le permetteranno di avanzare nella sua avventura e apprendere nuove abilità per affrontare le diverse sfide. La ragazza otterrà ad esempio l’abilità di solidificare il suo vestito per resistere alle intemperie o la capacità di saltare più in alto per raggiungere superfici più distanti.

Il messaggio

Gris

Questo (all’apparenza) semplice gioco, cela qualcosa di più profondo al suo interno, che è il cardine portante dell’intera storia e ciò che lo rende così affascinante e staccato dalla mera analisi delle meccaniche di gameplay.

Un attento osservatore, infatti, capirà ben presto di trovarsi davanti ad una stupenda rappresentazione delle cinque fasi dell’elaborazione del lutto teorizzate dalla psichiatra Elisabeth Kubler Ross nel 1970: prima c’è la “negazione”, poi la “rabbia”, la “contrattazione”, la “depressione” ed infine “l’accettazione”. Mano a mano che avanzeremo nell’avventura ci troveremo davanti a scenari caratterizzati da un solo colore, come il giallo, oppure il blu, e più andremo avanti più il mondo intorno a noi riceverà nuovi colori che si sommeranno e si sovrapporranno, rispecchiando ciò che afferma la nota psichiatra, ossia che le fasi dell’elaborazione del lutto possono alternarsi o sovrapporsi.

Comparto tecnico

Gris

Il comparto tecnico di Gris è una gioia per gli occhi. Il modo in cui sono disegnati gli scenari è sopraffino, con questi colori ad acquerello che creano un’atmosfera unica e fiabesca. Nonostante sia un’avventura in 2D, sono presenti molti piccoli dettagli ben curati, come ad esempio le animazioni della protagonista o degli altri personaggi che incontreremo nel corso del gioco, e anche le animazioni dell’ambiente circostante. Incontreremo ambienti molto diversi e tutti rappresentati magnificamente, sia che si tratti di un arido deserto sia di una fitta giungla, oppure che si tratti di un ambiente marino. Le musiche dell’orchestra Berlinist completano alla perfezione l’atmosfera, agganciandosi superbamente ad ogni momento di gioco ed accentuando le emozioni, infatti è consigliabile giocare con gli auricolari per godere appieno del comparto sonoro. Anche i suoni ambientali rendono molto bene l’atmosfera di ogni livello, e sono molto ben realizzati.

L’unico “neo” che possiamo sottolineare riguarda i comandi, in quanto il touchscreen, soprattutto nei dispositivi di dimensioni più piccole, a volte può risultare impreciso, ma non è assolutamente qualcosa che rovinerà l’esperienza di gioco.

In conclusione

Gris

Gris esula da qualsiasi classificazione standard si possa dare ad un gioco platform. Gris è più di un gioco, è un’esperienza profonda che permette al giocatore di immedesimarsi e dare a questa esperienza il significato che sente più suo; oltre al fatto che si tratta di un gioco davvero piacevole da giocare, dove ci viene spiegato poco e si ha la soddisfazione di imparare le dinamiche di gioco con l’avanzare dell’avventura. Un titolo che sicuramente merita di essere acquistato, dopo il successo che ha avuto su Nintendo Switch e PC, che ora è disponibile nell’App Store e sarà in grado di regalare qualche ora di emozioni in una dimensione eterea.

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2 commenti 2 commenti
  • Davide Saietti ha detto:
    24 Settembre 2019 alle 16:28

    Bellissima recensione

    Rispondi
    • Mattia Borsoi ha detto:
      25 Settembre 2019 alle 16:33

      Grazie mille Davide!! Bellissimo gioco

      Rispondi

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