Sviluppato e pubblicato da Limited Run Games, Gex Trilogy è la trasposizione videoludica dei tre capitoli principali di una saga platform nata in 2D ed evolutasi in 3D che, seppur meno iconica rispetto ai suoi contemporanei Crash Bandicoot e Spyro, è riuscita a imprimersi nella memoria di diversi videogiocatori. Noi abbiamo accolto il suo ritorno su PlayStation 5 e questa è la nostra recensione! Pronto a riscoprire le avventure del geco dei videogiochi più famoso di sempre?
Gex Trilogy come in passato ma più nostalgico
Gex Trilogy, come altri progetti firmati Limited Run Games, è una fedele trasposizione dei tre capitoli originali anzi, nel dettaglio, si tratta delle versioni americane, con doppiaggio, sottotitoli e struttura ludica immutate rispetto all’originale. Questo, ahinoi, amputa qualsivoglia presenza della lingua italiana oltre a imporci un unico doppiaggio. C’è da fare un solo appunto, la trilogia ha come indicazione la presenza dei sottotitoli in lingua italiana ma questo è vero in minima parte.
Ci spieghiamo meglio, chi ha già affrontato progetti simili come il ritorno di Tomba! (di cui puoi recuperare la nostra recensione) è già a conoscenza di una “sovrastruttura” che altri non è che un’interfaccia aggiuntiva che collega i vari capitoli e aggiunge diverse opzioni ludiche. Tra queste, segnaliamo la possibilità di salvare e caricare in qualsiasi momento, agevolando non poco l’esperienza in sé. Presente anche una modalità per i filtri e un’altra per modificare le dimensioni dello schermo o aggiungere sfondi di vario genere.

Ecco, tutto ciò che riguarda questa interfaccia aggiuntiva è in italiano, il resto è tutto in inglese. Non solo, da segnalare che in caso di cut scene o per i monologhi estemporanei di Gex, mancano anche i sottotitoli in italiano, limitandosi al semplice audio originale. Abbiamo iniziato questa recensione con tale appunto perché se c’è una cosa che spicca nella Gex Trilogy è proprio l’umorismo del suo protagonista, fatto di battute estemporanee (seppur spesso cicliche) che sono un po’ diventate iconice: it’s tail time!
Ma di cosa parla Gex Trilogy? Ebbene, Gex è un geco molto particolare e specializzato nel consumo televisivo. Esatto, è un poltronaro che consuma televisione per ore e ore e, se non lo hai già fatto, puoi approfondire la sua storia anche grazie alla nostra speciale rubrica Player One. Tornando a noi, come anticipato, Gex Trilogy include i primi tre capitoli originali della saga, escludendo quindi le variante uscite per Game Boy.

Un geco in viaggio tra i cliché televisivi
Gex, il primo capitolo della trilogia sviluppato originariamente da Crystal Dynamics, è datato 1995 e ritorna su console carico di tutto il suo tempo. L’effetto nostalgico è innegabile come è innegabile la legnosità dei comandi e la sua difficoltà legata prevalentemente a un level design non di facile impatto. Si tratta anche del titolo su cui sono stati apportati meno interventi, limitandosi a una fedele trasposizione con l’aggiunta del rewind e del save manuale. Per il rewind, si tratta di un’opzione sempre più comune nelle trasposizione dei classici e che permette di tornare indietro quasi del tutto a nostro piacimento.
Per quanto riguarda la narrazione del primo capitolo di Gex Trilogy, il nostro eroe si ritrova, suo malgrado, a essere letteralmente rapito dal suo televisore. O meglio, Rez, una stravagante entità cibernetica, decide di rapire il geco, imprigionandolo in un dedalo di scenari ispirati palesemente ai classici televisivi. Tra mondo horror, mondo cartoon e mondo stile giungla (un ibrido tra Tarzan e Indiana Jones) il nostro protagonista dovrà padroneggiare le sue abilità per raccogliere degli speciali telecomandi e sbloccare così la via per raggiungere quella che diventerà la sua nemesi principale.

Infatti, anche in Gex: Enter the Gecko, secondo capitolo ufficiale della saga datato 1998, ha Rez come nemico principale. Ma non solo, questo è il capitolo più iconico, coraggioso e longevo dei tre. Si tratta della prima avventura in 3D del geco dei videogiochi e, come da ormai prassi, ci rivede risprofondare nel mondo “televisivo” tra vecchi e nuovi cliché di vario genere. Recupera, in parte, alcuni mondi del primo capitolo (horror e cartoon) tra tutti ma li evolve in modo decisivo e originale, sfruttando intelligentemente le tre dimensioni.
Ancora una volta, a spiccare in Gex è l’elemento parodistico. Tra battute rubate dal protagonista ad elementi visivi che urlano richiami a tutto spiano. Solo il mondo cartoon è una sorta di mega parodia dei Looney Tunes partendo dalle carote come collezionabili ai lavandini che cadono dal cielo come le incudini del coyote più sfigato di sempre. E tutto ciò, ancora oggi, funziona bene. Anzi, funziona di più avendo il bonus di una nostalgia collettiva che abbraccia tutti i generi dell’epoca e restituendo una sorta di spaccato globale televisivo dagli anni ‘70 in poi.
I viaggi di Gex diventano una sorta di viaggio storico per l’utente che si ritrova letteralmente catapultato nel passato, divertendosi a rivivere esperienze e momenti legati anche ad altri brand e riportati in chiave ironica e mai volgare dal buon geco. E se il secondo capitolo è quello dei tre più rivoluzionario e memorabile, grazie anche alla palese evoluzione rispetto al primo, il terzo, datato 1999, è quello più “conservatorio” e solido, oltre che maturo e ancor più umoristico (tra l’altro introduce anche Marlice Andrada in carne e ossa). Una sorta di secondo capitolo plus con aggiunta di piccole migliorie al gameplay ma con meno coraggio nell’innovare e osare.

Com’è giocare a Gex oggi?
Gex Trilogy è un platform adventure nato in 2D e cresciuto e sviluppato in 3D che manca sulla scena videoludica da decenni. La sua assenza si è fatta sentire prevalentemente chi è cresciuto con lui ma in termini di innovazione ludica il buon Gex doveva faticare non poco considerando i diretti competitor dell’epoca. Come intuibile, il vantaggio caratteristico del geco è uno: quello di potersi arrampicare a pareti e soffitte. Stranamente, se questo elemento è stato implementato ampiamente nel primo capitolo, nel secondo viene limitato enormemente, ristretto solo a stabilite pareti e riducendo di molto una delle sue caratteristiche principali.
Come più volte detto, sin dall’esordio, a dare spirito alle avventure di Gex è il richiamo ai generi in cui sono ambientate le sue avventure. Sia 2D ma ancor più in 3D, nemici, location e collezionabili richiamano direttamente o meno altre produzione, siano essi videogiochi, film o cartoni animati. E questo funziona ancora oggi in modo impeccabile se non più forte. A funzionare meno, purtroppo, è il gameplay. Sia chiaro, il primo Gex è un solido platform in 2D a scorrimento orizzontale ma presta il fianco a un level design non molto evoluto e non sempre intuibile oltre che con elementi molto frustranti.

Basti pensare alle boss fight con scontri che richiedono attenzione e cura in quasi ogni singolo salto. C’è però da indicare come tale difficoltà sia oggi fortemente limata dalla presenza del già citato rewind. Questi permette di risparmiare vite preziose ma occhio a non far pasticci con i loop temporanei visto che questi vanno a resettarsi a seconda di come si “torna indietro”. Tornando al sistema ludico, siamo letteralmente nel 1995 e il gioco in sé non ha subito interventi specifici.
Puoi menare i nemici con la coda, effettuare dei balzi con la coda spingendola verso il basso e sfruttare la lingua da geco per catturare insetti di vario genere. Questi ultimi possono fornire power up temporanei, curare la nostra energia vitale o anche essere essi stessi una “up” extra. A condire l’esperienza del primo capitolo, non manca l’area segreta con il “vero finale” che solo i più attenti potranno raggiungere in modo assolutamente fedele a come era in passato.

Un 3D grezzo ma ancora divertente
Il secondo e terzo capitolo di Gex sono quelli sviluppati in 3D e sono i più divertenti del lotto. Una volta padroneggiata la filosofia ludica e spirituale del titolo, è difficile restarne impassibili. Inoltre, nei titoli è stata aggiunta la telecamera manuale che permette di gestire un po’ meglio alcune situazioni. Si tratta però di una telecamera ancora molto grezza e che spesso rimbalza con pareti e limiti invisibili annunciati da un fastidioso suono. Insomma, con la telecamera litigherai ancora seppur meno rispetto al passato.
Per il resto, i titoli sono uguali al passato, il restyling grafico è minimo e anche qua come aggiunta principale, oltre ai save manuali, troviamo il rewind di cui però farai un uso abbastanza ridotto essendo l’esperienza in sé più accessibile e intuitiva rispetto al primo capitolo. Anzi, qui il livello di difficoltà cala drasticamente, offrendo un’avventura più leggera e votata all’esplorazione. In termini pratici, l’avventura di Gex va a suddividersi in aree di gioco sempre rigorosamente tematiche e parodistiche, da affrontare più volte inseguendo determinati obiettivi.

Lo scopo è sempre conquistare telecomandi ma questi sono legati a specifiche missioni come raggiungere una determinata zona, eliminare TOT nemici o raccogliere un dato numero di oggetti. Situazioni che vanno a mutare di area in area e che riescono a trascinare l’utente in un’avventura non molto longeva ma ancora oggi divertente e intrigante nonostante gli innegabili limiti tecnici ed estetici. Perché sì, ci sono ancora bug di vario genere ed evidenti limiti tecnici non essendo stato implementato alcun intervento specifico. E a tal proposito, anche gli extra di questa trilogia non soddisfano in pieno risultando abbastanza marginali, racchiusi nelle classiche gallery storiche.
Gex 3 Deep Cover Gecko, terzo e ultimo capitolo della Gex Trilogy è il capitolo di rifinitura, prende quanto fatto dal sequel e lo migliora in più punti aggiungendo sezioni sott’acqua, in volo, migliorando il sistema di travestimenti, elemento già presente nel secondo capitolo in chiave prevalentemente parodistica, e introducendo anche nuovi personaggi. Non è memorabile come il secondo ma funziona e diverte ancor oggi.

Grafica e sonoro
Chi cerca una rivoluzione grafica in Gex Trilogy resterà deluso. Il Carbon Engine fa il suo dovere ma è pur sempre un restauro fedele di tre titoli datati fine anni 90’ a cui sono state apportate ben poche migliorie. Rimane però un titolo fortemente nostalgico e discretamente iconico ancora oggi. Un must per i cultori videoludici di quell’epoca e per tutti coloro che vogliono conoscere una mascotte non molto fortunata e che, nel suo piccolo, ha comunque affrontato giganti come Crash Bandicoot e Spyro.
Certo, un remake sarebbe stato sicuramente meglio per riportare in auge il buon geco ma già questa trilogia è uno spaccato videoludico in grado di emozionare e divertire nonostante gli innegabili limiti tecnici di cui porta il peso. Tutt’altra grafica e resa visiva, invece, per l’interfaccia nuova che, appunto, ci fa rimpiangere l’eventuale possibile remake. Il sonoro è invece perfetto e fedelissimo. Tracce iconiche, mai fastidiose, tra cui spicca una sorta di sigla proprio dedicata al buon Gex.
Anche la recitazione è di alto livello, non per niente Dana Gould è tra gli autori di Gex stesso. Si sente la sua “spontaneità” e le battute fulminee legate sempre alla parodia televisiva, filmica e videoludica, funzionano ancora oggi e donano un alone nostalgico ancor più forte. Peccato che tutto sia esclusivamente in inglese, rendendo di fatto più complicato entrare nel mood per chi non capisce la lingua.