Abbiamo seguito i Game Awards 2025 dall’inizio alla fine. Pre show incluso. Quasi quattro ore senza distrazioni. Negli ultimi anni l’evento era diventato difficile da digerire. Troppe interruzioni. Troppa distanza tra ciò che veniva promesso e ciò che finiva davvero sullo schermo. Questa edizione ha preso una direzione diversa. Non perfetta, ma più coerente con quello che un evento dedicato ai videogiochi dovrebbe offrire.
Il ritmo è stato più controllato. Gli spazi morti ridotti. La sensazione generale è stata quella di uno show che sa cosa vuole raccontare e lo fa senza disperdersi.
Un’edizione più focalizzata sui videogiochi
Il cambiamento si nota subito. Meno momenti autoreferenziali. Meno parentesi scollegate. Più trailer con un obiettivo chiaro. Non tutti gli annunci colpiscono allo stesso modo, ma l’attenzione resta sui giochi per gran parte della serata.
Questo approccio rende lo show più leggibile anche per chi segue l’evento senza aspettative. Non si ha la percezione di perdere tempo. Ogni segmento ha un peso preciso, anche quando non convince del tutto.
Expedition 33 domina la serata

La parte dedicata ai premi è stata quasi priva di sorprese. Expedition 33 conquista tutto. Miglior debutto. Miglior indie. Miglior colonna sonora. Miglior regia. Miglior RPG. Game of the Year.
Il team torna sul palco più volte, al punto che la ripetizione diventa parte dello spettacolo. Una vittoria così netta viene accettata senza discussioni. Un caso raro per i Game Awards, dove spesso i premi generano polemiche più dei trailer.
Il problema del finale
Il momento “one more thing” è il punto più debole dello show. Chiudere con un live service free to play presentato come esperienza epocale non funziona. Il trailer mostra un hero shooter senza una direzione forte, privo di personalità riconoscibile.
Dopo ore di annunci solidi, questo finale abbassa la tensione invece di chiudere in crescendo. È una scelta che pesa, perché arriva nel momento più delicato dell’evento.
Resident Evil Requiem e il ritorno di Leon
Tra gli annunci più forti spicca Resident Evil Requiem. Il trailer è lungo, curato, denso di atmosfera. Leon S. Kennedy torna in una versione più matura, segnata dagli eventi.

Il nuovo antagonista, Gil, sembra legato agli esperimenti Umbrella e alla ricerca dell’ospite perfetto per i virus. Il focus su Alyssa Ashcroft riporta la serie su temi più inquietanti e coerenti con le origini. Una scena con un zombie armato di motosega chiarisce subito il tono del gioco.
Divinity punta più in alto dopo Baldur’s Gate 3
Un’enorme struttura nel deserto anticipa l’annuncio di un nuovo Divinity. Non Original Sin, ma un ritorno all’universo originale della serie. Gli sviluppatori parlano del progetto più grande mai realizzato dallo studio.
Dopo Baldur’s Gate 3 è una promessa pesante. L’idea di un RPG ancora più ampio, con più scelte e più rami narrativi, alza subito l’asticella. L’ambizione è chiara e il pubblico lo percepisce.
Control cambia volto

Il nuovo capitolo di Control sorprende per direzione e tono. Il protagonista è Dylan, fratello di Jesse. Il gameplay vira verso un approccio più fisico, quasi da brawler, senza rinunciare ai poteri psichici.
Il multiverso diventa centrale. Realtà che collassano. Ambientazioni che si deformano. Gli Hiss tornano come minaccia concreta. Visivamente è uno dei titoli più forti mostrati durante lo show e uno di quelli che lascia più domande aperte.
Phantom Blade Zero mostra sostanza

Phantom Blade Zero propone un lungo gameplay trailer. Combattimenti rapidi. Coreografie precise. Uno stile che mescola realismo e arti marziali impossibili.
L’uscita è fissata per settembre 2026. È uno di quei giochi che non ha bisogno di troppe spiegazioni. Bastano pochi minuti di gameplay per capire il tipo di esperienza che vuole offrire.
Pragmata convince con i fatti

Capcom apre il pre show con Pragmata e rende disponibile una demo immediata. Una scelta semplice, ma efficace. Il gioco appare più solido rispetto alle presentazioni precedenti.
Le meccaniche risultano più chiare. L’atmosfera è definita. Mettere il gioco nelle mani del pubblico rafforza la percezione del progetto e ne aumenta la credibilità.
Star Wars tra luci e ombre
Star Wars si presenta con due annunci. Un racing che passa senza lasciare il segno e un progetto ambientato nell’epoca della Old Republic che colpisce molto di più.
Allontanarsi dai soliti personaggi e tornare a un’epoca lontana apre possibilità narrative interessanti. Un single player narrativo in questo contesto ha un potenziale evidente.
Tomb Raider e Batman tornano alle origini

Tomb Raider si mostra in doppia veste. Un nuovo capitolo e il remake totale del primo gioco, dinosauri inclusi. Il colpo d’occhio è forte e il richiamo alle origini è evidente.
Batman Dark Legacy richiama apertamente la serie Arkham. Il gameplay mostrato è concreto e riconoscibile. È uno degli annunci che trasmette più sicurezza, perché sa esattamente cosa vuole essere.
Meno CGI, più gameplay
Uno dei cambiamenti più evidenti dei Game Awards 2025 è la maggiore presenza di gameplay reale. Mostrare contenuti concreti sul palco ha un costo elevato e questo ha spinto solo chi aveva qualcosa di solido a esporsi.
Il risultato è uno show più compatto. Più leggibile. Più vicino a ciò che il pubblico si aspetta da un evento di questo tipo.
Una direzione più chiara
Non tutto funziona. Il finale resta un errore evidente. Alcuni annunci passano senza lasciare traccia. Ma il quadro generale è più coerente rispetto alle edizioni precedenti.
Ritmo più controllato. Più gameplay. Annunci con un peso reale. I Game Awards 2025 segnano una direzione diversa. Se questa strada verrà seguita anche in futuro, l’evento potrà finalmente parlare ai videogiocatori senza filtri inutili.
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