Sviluppato e pubblicato da Forever Entertainment in sinergia con MegaPixel Studio e Square Enix, FRONT MISSION 3: Remake è, come da titolo, il remake ufficiale del terzo capitolo originale della saga di Front Mission nonché ultimo tassello di un’operazione di restyling che ha coinvolto l’IP partendo dai primi due capitoli. Noi abbiamo affrontato questa nuova avventura a bordo degli iconici wanzer su Nintendo Switch e questa è la nostra recensione. Pronto ad affrontare complotti e battaglie strategiche?
FRONT MISSION 3: Remake il ritorno del terzo capitolo
Dal 2022 Forever Entertainment ha iniziato un lavoro certosino di remake dedicandosi con cura alla saga di Front Mission. Si tratta di una serie di giochi di ruolo strategici in 3D e a turni che ha saputo conquistare l’attenzione dei videogiocatori sia grazie a una trama fantapolitica sempre più ramificata sia, e soprattutto, grazie agli iconici robottoni qui chiamati “Wanzer”. FRONT MISSION 3: Remake è il remake del terzo capitolo ufficiale datato originariamente 1999.
Nel dettaglio, FRONT MISSION 3: Remake ha ben due linee narrative interne che rivoluzionano, di fatto, l’andamento della storia e quindi l’esperienza di gioco stesso. Oltre a ciò, parliamo di uno dei titoli della saga più profondo e ramificato di sempre, impreziosito da un cast di personaggi che, a differenza dei precedenti, hanno una leggera marcia in più in termini di carattere. Non per niente, c’è anche maggior spazio a dialoghi con un conseguente aumento di testo da leggere (per fortuna tradotto in lingua italiana).

A tutto ciò, si aggiunge un sistema di navigazione in “rete” all’interno del gioco stesso che fornisce un mosaico vasto e in continua espansione in termini di lore e sviluppo degli eventi. Tradotto, è un sistema di informazioni interne che simula “internet” e che ci permette di navigare in siti fittizi, scoprire informazioni e approfondire personaggi ed eventi anche in ottica “globale”. Il tutto per rafforzare la già citata fantapolitica che predomina il registro narrativo dell’opera e dando anche maggior contesto a ciò che capiterà ai nostri personaggi.
Lo ammettiamo, chi vorrà spulciare tutto, si troverà davanti un bel mondo da “ricostruire” costellato di informazioni che ben si allineano a una trama principale fatta di intrighi, tradimenti, alleanze e soprattutto, tanti combattimenti. Inutile dire che nei meccanismi narrativi, oltre che ludici, un ruolo chiave li hanno i wanzer, queste macchine da combattimento che possono decisamente ribaltare le sorti di un conflitto e anche di un’intera nazione. Personalmente, abbiamo apprezzato la narrazione per un lavoro fedele all’originale e in linea coi precedenti remake.

Uno strategico a turni soddisfacente
FRONT MISSION 3: Remake è un GDR tattico a turni in 3D in grado di regalare non poche soddisfazioni grazie a un sistema di gioco sì classico ma ancora oggi solido e appagante, nonostante alcuni elementi “casuali”. Ogni scontro è preferibilmente svolto a bordo di un wanzer che ricopre un ruolo a dir poco centrale all’interno dell’intero sistema di gioco. Potremo, infatti, potenziare e personalizzare ogni singola unità in nostro possesso, oltre poterne acquisire di nuove direttamente dal campo di battaglia.
Ogni robottone può essere equipaggiato con diverse tipologie di armi, siano esse a distanza o ravvicinate, con conseguente range di danni ipotetici. A ciò, si somma una personalizzazione a “parti” dell’armatura con tanto di parametri di esistenza e movimento a essi collegati. Ogni battaglia si svolge su un’area chiusa interamente suddivisa in quadrati in cui muoversi e interagire. A seconda del wanzer di turno, potremo muoverci in determinate caselle e colpire a date distanze.

Viene da sé che conoscere e personalizzare al meglio il proprio wanzer è cruciale per sopravvivere nei vari scontri. Scontri che, lo diciamo subito, possono essere anche decisamente lunghi a seconda delle strategie che andremo ad adottare. A ciò, inoltre, si somma un elemento casuale localizzabile nei danni inflitti e ricevuti. Nel dettaglio, è difficile prevedere quali parti nemiche andranno a incassare il maggior danno da noi inferto. Questo perché ogni wanzer ha una serie di indicatori vitali legati alle sue rispettive parti.
Un wanzer e il suo pilota sono “KO” quando la parte del torso si vede azzerare l’energia vitale. In caso dei due arti, invece, l’azzeramento dell’energia si traduce nell’eliminazione dell’arto e nell’inutilizzo dell’arma a essa abbinata. Infine, per le gambe, l’azzeramento dell’energia va a condizionare lo spostamento del mecha. In caso di pericolo potremo anche decidere di eiettare il pilota che, in forma umana, potrà muoversi e agire in mappa. Tale mossa può essere utile per salvarsi la pelle e/o spostarsi in un altro robot ma ha dei rischi non da meno tra cui la scarsa potenza offensiva e la debolezza vitale dell’umano.

Grafica e sonoro
Graficamente parlando, FRONT MISSION 3: Remake si difende abbastanza bene, proseguendo l’impegno di restauro dei precedenti remake e restituendo una visione estetica complessiva decisamente più moderna e accessibile rispetto all’opera originale seppur non eccelsa. La cura dei dettagli, infatti, wanzer a parte, non brilla particolarmente e le location sono quelle che ne escono “peggio”. I mecha, invece, rimangono identitari e belli da vedere, grazie anche alle loro differenze estetiche. Per quanto riguarda gli artwork 2D dei personaggi, seppur nettamente superiori per dettaglio e pulizia grafica, non spiccano granché per originalità e identità, salvo dovute eccezioni.
Il sonoro è iconico e funzionale alla situazione su schermo, riuscendo a coinvolgere nonostante qualche fugace ripetizione. Si tratta quindi di un accostamento più che positivo che svolge il suo compito in modo armonioso oltre che fedele al titolo originale. Da segnalare anche la gradita e non scontata presenza dei sottotitoli in lingua italiana, cosa non da poco considerando la mole di testo da scoprire e approfondire. Infine, FRONT MISSION 3: Remake si difende positivamente in entrambe le modalità offerte dall’ibrida Nintendo.