In un panorama videoludico sempre più saturo di produzioni che spesso si somigliano, ogni tanto emerge un titolo capace di distinguersi per originalità e stile. Fretless – The Wrath of Riffson è esattamente uno di questi. Sviluppato da un piccolo team che ha avuto il coraggio di mescolare due linguaggi apparentemente lontani, quello dei deck-builder strategici e quello del rock, il gioco riesce a creare un’esperienza unica. L’idea alla base è semplice ma geniale: prendere l’energia di un concerto e traslarla in un sistema di carte e battaglie a turni, dando vita a un mix che si muove tra l’assurdo e l’esaltante.
Non è solo un titolo che strizza l’occhio ai musicisti, ma un’avventura pensata per chiunque abbia voglia di immergersi in un mondo ironico e sopra le righe, dove la chitarra elettrica diventa l’arma definitiva e i riff sono colpi letali. Fretless non ha paura di esagerare e proprio per questo riesce a conquistare dal primo momento.

Storia, personaggi e ambientazione
La trama di Fretless è volutamente sopra le righe e gioca con gli stereotipi del rock per trasformarli in elementi narrativi. Il protagonista è un giovane chitarrista che si trova a dover affrontare Riffson, un villain che incarna la parte più malvagia e tirannica dell’industria musicale. Non si tratta di una storia cupa o seriosa, ma di una satira che prende in giro con affetto sia il mondo della musica sia quello dei videogiochi.
I personaggi che incontri lungo il cammino sono caricature brillanti: compagni di band eccentrici, nemici che sembrano usciti da un album heavy metal e figure che incarnano le varie anime della cultura musicale. Non c’è mai un momento in cui la narrazione si prenda troppo sul serio e questo diventa uno dei punti di forza del gioco. Ogni personaggio ha un carisma esagerato, costruito per strapparti un sorriso e coinvolgerti in un mondo che vive di ironia e passione.
L’ambientazione segue la stessa filosofia. Le città e i luoghi che attraversi sembrano palchi immensi, sale prove trasformate in dungeon e scenari surreali dove le leggi della musica dettano le regole. Il mondo di gioco non vuole essere realistico, ma coerente con l’idea di una dimensione in cui tutto è dominato dal potere dei riff.

Gameplay
Il gameplay è la vera anima di Fretless e qui gli sviluppatori hanno osato con intelligenza. Alla base trovi un deck-builder a turni: ogni carta rappresenta un accordo, un riff, una tecnica musicale che si traduce in un attacco o in un potenziamento. All’inizio può sembrare un sistema familiare a chi conosce altri giochi del genere, ma ben presto ti accorgi di quanto l’elemento musicale lo renda unico.
Ogni mossa è accompagnata da un feedback sonoro e visivo che rafforza la connessione tra ciò che fai e la musica che senti. Le combo sono vere e proprie jam session, in cui carte giocate in sequenza generano effetti devastanti sul campo di battaglia. Non è solo questione di strategia: c’è un ritmo da rispettare, una melodia da comporre, e questo rende il gameplay diverso da qualsiasi altro deck-builder.
Oltre alle battaglie, ci sono momenti di esplorazione leggera, interazioni con NPC e decisioni che influenzano la progressione. Non è un open world, ma un’avventura guidata che alterna con equilibrio fasi di combattimento e narrazione. La varietà delle carte e delle abilità a disposizione garantisce un alto livello di rigiocabilità: non esistono due concerti uguali e ogni partita ti spinge a sperimentare nuove strategie.
Il punto di forza di Fretless è proprio questa fusione tra musica e tattica, che trasforma ogni scontro in un piccolo spettacolo. Anche chi non ha mai toccato una chitarra può apprezzare la meccanica, perché il gioco non richiede conoscenze musicali ma le sfrutta come linguaggio universale.

Livello tecnico
Dal punto di vista tecnico, Fretless sorprende con una direzione artistica coerente e stilizzata. I personaggi sono disegnati con tratti marcati, quasi fumettistici, e le animazioni esagerate sottolineano l’ironia del contesto. Non c’è il realismo delle grandi produzioni tripla A, ma c’è una personalità spiccata che rende il gioco immediatamente riconoscibile.
Il comparto sonoro è ovviamente il protagonista assoluto. Le tracce musicali accompagnano ogni momento, dalle fasi più tranquille fino alle battaglie epiche contro boss che sembrano rockstar maledette. Gli effetti audio rendono giustizia all’impatto delle carte, con distorsioni, assoli e riff che scandiscono le azioni. È un’esperienza da vivere in cuffia, perché il suono diventa parte integrante del gameplay.
Le prestazioni tecniche sono solide, con caricamenti rapidi e una fluidità costante. Essendo un titolo che non punta al fotorealismo, l’ottimizzazione è eccellente anche su macchine meno performanti, permettendo a un ampio pubblico di godersi l’avventura senza ostacoli.