Sviluppato da Frostwood Interactive e pubblicato da Dino Digital, Forgotten Fields è un’avventura narrativa in terza persona 3D che punta principalmente a condividere un viaggio e una storia emotiva. Nel dettaglio, il titolo ci mette nei panni di Sid, uno scrittore in piena crisi creativa, e ci spingerà a un vero e proprio viaggio nei suoi ricordi e, parallelamente, nella creazione dell’opera stessa. No ci siamo lasciati emozionare su Nintendo Switch e questa è la nostra recensione. Pronto a un’ondata di palpabile nostalgia?
Forgotten Fields e il peso delle emozioni
Parlare di Forgotten Fields è complicato. Prima di tutto, parliamo sì di un titolo narrativo ma non dotato di una narrazione che brilla per complessità dell’intreccio. Tutt’altro. Questo è un titolo che brilla per le sensazioni e per la potenza comunicativa che riesce a fornire durante il duplice viaggio, nostalgico e creativo, del suo protagonista. Parliamo di una sorta di rito di passaggio, malinconico e obbligatorio che segna un po’ la crescita del nostro alter ego.
Procedendo con ordine, come anticipato, noi vestiamo i panni di Sid, uno scrittore impegnato al suo secondo libro e con cui ha un rapporto a dir poco conflittuale. Sid, infatti, non riesce a scrivere un accidente, è in piena crisi creativa, lamenta di non avere l’originalità quasi istintuale che lo aveva spinto e guidato nell’opera d’esordio ed è quindi arrivato vicino alla scadenza della consegna in uno stato decisamente discutibile. Tradotto: è impantanato tra pagine bianche.

Il nostro scrittore segue un po’ i cliché, non esce di casa, si svacca costantemente sul letto, si danna davanti lo schermo e limita al più possibile l’interazione sociale, inclusa quella con la propria famiglia. Eppure, è proprio sua madre che lo porterà a iniziare il viaggio di cui saremo protagonisti. In soldoni, la casa dove Sid è cresciuto, sta per essere messa in vendita e, per “salutare” il luogo dove hanno vissuto, la mamma del nostro alter ego ha ben deciso di imbastire una festa con tutte le persone di quei tempi e che hanno quindi condiviso una parte della propria storia in modo diretto o meno proprio con quell’edificio.
L’idea a Sid non gli fa proprio impazzire, considerando anche lo stato in cui regna la sua opera incompiuta, eppure si lascia convincere e parte per un viaggio solo apparentemente tranquillo ma che in realtà ha in serbo più di una riflessione profonda con tanto di già citata malinconia e nostalgia. D’altronde, il tempo passa, la giovinezza non torna indietro e le storie del passato lasciano echi indelebili nei luoghi e nelle cose. Ecco quindi che Forgotten Fields sfodera un’aura magnetica e potente, comune a tutti.
La delicatezza del racconto, fatto di silenzi e scenari spesso affascinanti, trova riflesso concreto in una serie di dialoghi solo all’apparenza banali ma che trovano nel loro essere “semplici” una credibilità sconcertante che si traduce in una facile legame empatico col protagonista stesso. Noi diventiamo Sid perché tutti noi abbiamo un passato e basta poco, una spiaggia, una frase, una vecchia casa… per tornare a quei tempi andati.

Un’avventura grezza
Forgotten Fields è un’avventura narrativa in terza persona 3D molto grezza nella sua struttura ludica e che presta il fianco a diverse osservazioni. Prima tra tutte, una trasposizione console imperfetta e che vede anche vistosi rallentamenti soprattutto in portabilità. Basta provare a girare manualmente la telecamera e ci imbatteremo in un effetto slow motion involontario e discretamente fastidioso con cui dovremo abituarci.
Per quanto riguarda la struttura ludica in sé, essenzialmente in Forgotten Fields si legge e si risponde a domande cercando di approfondire quanto più possibile sia gli eventi che le trame di chi andremo a incrociare sul cammino. Il tutto per una storia che, lo ricordiamo, è lineare. A queste fasi predominanti fatte di testo da leggere, si alternano piccole parentesi ludiche in stile Life is Strange ma ancor più ridotte e grezze. Banalmente,s i tratta di risolvere piccoli enigmi ambienti abbastanza semplici e intuitivi e che richiedono anche azioni banali come portare un oggetto o lanciare qualcosa per sbloccare il successivo oggetto da raccogliere.

Insomma, sul versante enigmistico, difficile ti troverai bloccato, facendo risultare queste fasi quasi come una sorta di leggera pausa dalla storia che, a sua volta, è comunque abbastanza compassata e rilassante. Il versante ludico di Forgotten Fields non regala quindi sorprese e anzi ne esce in modo abbastanza anonimo e poco accattivante. Eppure, anche questi momenti ludici sono complici dell’obiettivo principale del gioco stesso: emozionare.
Un’emozione che non è per tutti e non tutti riusciranno a cogliere e qui c’è la difficoltà nel valutare Forgotten Fields che fa delle trovate narrative il suo punto di forza. Ma è ancora una volta una narrazione emotiva legata all’attimo fuggente, alla nostalgia amara e a tutta una serie di semplicissimi elementi messi insieme a formare un breve puzzle in grado di lasciare tanto a chiunque riuscirà a mettersi in sintonia con Sid.

Grafica e sonoro
Graficamente parlando, Forgotten Fields soffre di alti e bassi. I personaggi e alcune location risultano grezze e anonime. La maggior parte delle persone che incontreremo sembrano tutte uguali eppure questa scelta è funzionale alla storia in sé. Una storia potenzialmente comune a tutti e l’essere anonimo diventa strumento per plasmare quanto avviene in chiave personale. Ma a ciò, si sommano anche momenti esteticamente gradevoli nella loro semplicità, come una spiaggia su cui correre e i mondi fantasy nati dalla mente di Sid (alcuni momenti meritano davvero tanto).
Il sonoro è un valido alleato in Forgotten Fields, forte di sonorità leggere che riescono a insinuarsi con efficacia nell’atmosfera promossa dal titolo, arricchendo il tutto senza risultare mai invadente. Punto dolente, invece, la mancanza della lingua italiana, assenti anche i sottotitoli. Una mancanza che pesa non poco, considerando la centralità e la quantità del testo da leggere. Infine, il gioco si difende bene in entrambe le modalità dell’ibrida Nintendo anche se sulla versione portatile abbiamo riscontrato qualche problema tecnico e qualche rallentamento in più.