Nel panorama dei titoli in accesso anticipato, Ertuğrul of Ulukayın si presenta con un’identità forte e una promessa affascinante: trasportarti in un mondo che affonda le radici nel folklore turco, dove mito, storia e leggenda si intrecciano in un racconto denso di simbolismi e spiritualità. Questo action-adventure in terza persona è sviluppato da Berzah Games, uno studio indipendente turco che tenta con coraggio di costruire un’esperienza a cavallo tra realtà storica e mitologia tengrista, mescolando combattimenti, esplorazione e narrativa ambientale in una formula tanto ambiziosa quanto, per ora, ancora grezza.
Il titolo prende il nome da Ertuğrul, figura storica realmente esistita e padre di Osman I, fondatore dell’Impero Ottomano. Tuttavia, Ertuğrul of Ulukayın non vuole essere un racconto realistico o rigorosamente documentato: piuttosto, ti invita a immergerti in una versione mitizzata dell’Anatolia medievale, in cui lo sciamanesimo, le creature leggendarie e i riti arcaici convivono con il peso della responsabilità, della guerra e dell’identità culturale.

La narrazione di Ertuğrul of Ulukayın
La trama è costruita attorno alla figura del protagonista, Ertuğrul, rappresentato come un giovane leader ancora alla ricerca del proprio posto nel mondo e del proprio legame con Ulukayın, l’albero cosmico che secondo la mitologia tengrista collega i mondi superiore, medio e inferiore. La narrazione si sviluppa attraverso sequenze oniriche, visioni sciamaniche, dialoghi interiori e momenti di meditazione, creando un percorso spirituale prima ancora che militare. È un viaggio di formazione e scoperta, più interiore che epico.
L’ambiente in cui si svolge l’avventura è uno dei punti più suggestivi del progetto. Le steppe turche, le foreste sacre, le montagne nebbiose e le caverne rituali costruiscono un mondo che appare mistico, sospeso, intriso di simbologia. Le location sono chiaramente ispirate all’iconografia e all’architettura medievale turca, ma reinterpretate con tocchi fiabeschi: totem scolpiti, fuochi votivi, altari dedicati agli spiriti della natura. L’effetto finale è un’ambientazione che riesce a essere evocativa e originale, capace di distinguersi dal fantasy occidentale più convenzionale.
Il gameplay
Dal punto di vista del gameplay, Ertuğrul of Ulukayın propone una struttura ibrida che cerca di combinare combattimenti in tempo reale, esplorazione in ambienti semi-aperti e una leggera componente RPG. L’intenzione è quella di creare un’esperienza profonda e coinvolgente, ma al momento molte meccaniche risultano ancora acerbe. Il sistema di combattimento, ad esempio, prevede attacchi leggeri e pesanti, schivate e parate, con alcune abilità speciali legate alla spiritualità del protagonista. Purtroppo, l’impatto dei colpi è debole, le animazioni risultano rigide, e l’intelligenza artificiale dei nemici lascia spesso a desiderare.
Nonostante questi limiti, si intravedono alcune idee interessanti, come il legame con lo spirito guida, che permette di ottenere vantaggi temporanei in battaglia o rivelare segreti nascosti nell’ambiente. Ci sono anche sezioni in cui puoi meditare presso pietre sacre per ottenere visioni, che fungono da frammenti di narrazione e guida spirituale. Questi momenti rappresentano una delle componenti più riuscite del gioco: rallentano il ritmo, offrono respiro e approfondiscono il legame tra protagonista e mondo circostante.

L’esplorazione è un altro aspetto centrale. Il mondo non è open world in senso classico, ma è diviso in aree connesse tra loro, che si aprono gradualmente man mano che procedi nella storia. Puoi raccogliere oggetti, parlare con NPC (ancora poco interattivi), leggere iscrizioni e partecipare a piccole quest secondarie, spesso legate a leggende locali o riti di passaggio. L’ambiente invita alla curiosità, ma l’assenza di una mappa dettagliata e di un sistema di navigazione efficace può rendere l’orientamento frustrante, soprattutto nelle aree più vaste.
La gestione dell’inventario è basilare, così come la progressione del personaggio. Esistono abilità sbloccabili, ma la struttura dell’albero delle skill è ancora in costruzione e manca di profondità. Alcune sezioni sembrano più abbozzate che definite, ed è chiaro che ci sia bisogno di ulteriore tempo e rifinitura per raggiungere una coerenza di sistema.
Tecnicamente in accesso anticipato
Dal punto di vista tecnico, Ertuğrul of Ulukayın si presenta con luci e ombre. La direzione artistica è senza dubbio uno degli elementi più distintivi: gli scenari, i colori tenui, le architetture e i costumi evocano un mondo affascinante e poco esplorato nei videogiochi contemporanei. L’uso della luce e delle particelle nei momenti rituali è suggestivo e contribuisce a creare un’identità visiva forte.
Tuttavia, le debolezze tecniche sono evidenti: le animazioni sono legnose, i movimenti del personaggio poco naturali, e le interazioni ambientali talvolta imprecise. Il gioco soffre di cali di frame anche su PC di fascia media, e alcuni bug minori, come la compenetrazione dei modelli, l’audio che salta o i personaggi che si bloccano, sono ancora presenti in maniera non trascurabile.
Il comparto sonoro è discreto: la musica, basata su strumenti tradizionali turchi, crea un sottofondo adeguato all’atmosfera, alternando momenti solenni a passaggi più dinamici nei combattimenti. Gli effetti sonori sono invece ancora limitati, e il doppiaggio appare un po’ forzato o poco naturale. Si sente che manca ancora un lavoro di pulizia e rifinitura in questo ambito.

Nonostante tutto, Ertuğrul of Ulukayın riesce a trasmettere un senso di identità. È un progetto che parla con voce propria, anche se ancora incerta. Non vuole imitare i grandi titoli occidentali, ma affonda nel proprio patrimonio culturale, cercando di offrire un’esperienza diversa, legata a un immaginario poco esplorato. In questo senso, è già una piccola vittoria.
Naturalmente, trattandosi di un accesso anticipato, è giusto contestualizzare ogni giudizio. Il gioco non è completo, e molte delle sue mancanze possono essere colmate nei prossimi aggiornamenti. Le fondamenta ci sono: una buona idea narrativa, una direzione artistica distintiva e alcune meccaniche promettenti. Ma serve tempo, pazienza e attenzione da parte degli sviluppatori per trasformare questa ambizione in un prodotto solido e coinvolgente.