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Eriksholm: The Stolen Dream, la recensione (Steam)

Un sogno rubato nel cuore dell’oppressione

Alessandro Rulli 3 ore fa Commenta! 7
 
Eriksholm: The Stolen Dream
7.6
Eriksholm: The Stolen Dream

Nel mondo videoludico, i titoli che scelgono di raccontare storie mature, ambientate in contesti politici complessi e legati alla realtà storica, sono spesso rari e preziosi. Eriksholm: The Stolen Dream si inserisce in questa nicchia con coraggio e sensibilità, offrendo un’esperienza narrativa intensa che unisce elementi stealth, storytelling cinematografico e un’ambientazione profondamente evocativa. È un titolo che non punta a conquistarti con l’azione frenetica o con la spettacolarità tecnica, ma piuttosto con l’intimità delle sue emozioni, la forza dei suoi personaggi e il peso delle scelte morali.

Contenuti
Eriksholm: The Stolen Dream, una narrazione potenteIl gioco del silenzioTecnicamente semplice ed elegante

Sviluppato da un team indipendente con un’evidente passione per la narrazione, Eriksholm: The Stolen Dream si presenta come una lettera d’amore al genere stealth narrativo, arricchita da un contesto storico che richiama i periodi più bui del Novecento. Il gioco non ha paura di toccare temi scomodi come l’occupazione militare, la censura, la perdita e la speranza. Sin dall’inizio, ci si rende conto di essere di fronte a qualcosa di diverso, che merita attenzione e rispetto.

Eriksholm: The Stolen Dream

Eriksholm: The Stolen Dream, una narrazione potente

La trama di Eriksholm: The Stolen Dream si svolge in una città immaginaria ispirata all’Europa del Nord sotto una brutale occupazione militare. L’atmosfera richiama i toni cupi e opprimenti delle dittature del secolo scorso, con elementi visivi che ricordano il cinema espressionista e la letteratura distopica. Il cuore pulsante della storia è Karl, un giovane orfano che si ritrova improvvisamente coinvolto in un mondo di resistenza e cospirazioni dopo la scomparsa del fratello maggiore, un attivista politico ricercato dal regime.

Karl non è un eroe nel senso classico. È un ragazzo spaventato, fragile, ma determinato. Il suo viaggio non è solo fisico, attraverso le strade silenziose e sorvegliate di Eriksholm, ma anche interiore, una lenta ma potente trasformazione da vittima degli eventi a protagonista consapevole del cambiamento. Attorno a lui gravitano altri personaggi ben scritti, tra cui la sua sorellina Lise, testimone silenziosa dell’oppressione, e una serie di figure secondarie che rappresentano le molte sfumature della resistenza, della complicità e della paura.

La scrittura è il vero punto di forza di Eriksholm. I dialoghi sono sobri, realistici, a tratti poetici, e riescono a tratteggiare con delicatezza una rete di emozioni e motivazioni che rendono ogni scelta carica di significato. La narrativa non ti impone verità assolute, ma ti pone davanti a dilemmi morali, lasciandoti spesso con la sensazione che non esista una scelta giusta, ma solo quella meno dolorosa.

L’ambientazione, ispirata a città scandinave ma filtrata attraverso una lente distopica, è un altro elemento fondamentale. Strade deserte, edifici sorvegliati, propaganda sui muri e silenzi carichi di tensione rendono Eriksholm un luogo che respira, soffre e osserva. Ogni angolo nasconde una storia, ogni casa ha una finestra che può diventare un nascondiglio o una trappola. Il mondo di gioco è costruito con attenzione e amore per il dettaglio, trasmettendo un senso di oppressione costante che accompagna il giocatore dall’inizio alla fine.

Eriksholm: The Stolen Dream

Il gioco del silenzio

Eriksholm: The Stolen Dream è un gioco stealth puro, dove la sopravvivenza passa attraverso la discrezione, l’intelligenza e l’osservazione. Non ci sono combattimenti, né possibilità di ribellione violenta. Karl non ha armi, solo coraggio e astuzia. Il giocatore è chiamato a nascondersi, distrarre, manipolare gli ambienti per avanzare senza essere visto. Ogni errore può significare il fallimento della missione o la morte di un innocente.

Le meccaniche stealth sono solide e ben calibrate. La visibilità dei nemici è chiara, i percorsi di pattugliamento sono leggibili ma non scontati, e il gioco premia la pazienza e la pianificazione. C’è un sistema di rumore che rende ogni passo importante, specialmente in ambienti chiusi o durante la notte. Le ombre diventano alleate preziose, le porte un’opportunità o un rischio, e ogni oggetto può diventare strumento di distrazione o salvezza.

Le fasi esplorative sono intervallate da momenti di scelta narrativa. In alcune situazioni, puoi decidere se aiutare qualcuno a rischio della tua copertura, o se sacrificare l’empatia in nome della sopravvivenza. Le conseguenze delle tue azioni si riflettono nei dialoghi successivi e nei comportamenti degli altri personaggi. Non si tratta di un sistema di karma superficiale, ma di una sottile costruzione relazionale che influenza lo sviluppo della trama in modo organico.

L’interazione con gli oggetti e l’ambiente è semplice ma funzionale. Non ci sono sistemi complessi di crafting o inventari pesanti da gestire. Tutto è focalizzato sull’immediatezza e sulla coerenza con il tono generale. La difficoltà è ben bilanciata: il gioco non ti prende per mano, ma nemmeno ti punisce ingiustamente. Ogni successo è meritato, e ogni fallimento diventa una lezione per il futuro.

Eriksholm: The Stolen Dream

Tecnicamente semplice ed elegante

A livello tecnico, Eriksholm: The Stolen Dream punta sulla direzione artistica più che sulla potenza bruta. La grafica è volutamente sobria, con un uso sapiente di luci, ombre e colori desaturati. Lo stile visivo richiama quello delle graphic novel o del cinema in bianco e nero, con occasionali tocchi di colore usati per enfatizzare emozioni o elementi chiave della scena.

Le animazioni sono fluide e naturali, anche se non sempre perfette. Alcuni movimenti dei personaggi secondari possono risultare un po’ rigidi, ma nel complesso l’immersione non ne risente mai seriamente. I volti sono espressivi, pur nella loro stilizzazione, e i cambi di espressione nei dialoghi sono efficaci nel trasmettere emozioni.

Il comparto sonoro è un capolavoro di sottrazione. La musica è quasi sempre assente, lasciando spazio ai suoni ambientali: il rumore del vento tra i vicoli, i passi dei soldati, le voci lontane, il gracchiare delle radio. Quando la colonna sonora entra in scena, lo fa in modo misurato ma potente, sottolineando i momenti chiave della storia con temi malinconici e struggenti.

Il gioco è ben ottimizzato e non presenta bug rilevanti. I caricamenti sono rapidi, e l’interfaccia è pulita, chiara e perfettamente integrata nello stile generale. Il sistema di salvataggio è funzionale e ti permette di sperimentare senza paura di perdere ore di progresso.

Scopri tutto su Eriksholm: The Stolen Dream
Eriksholm: The Stolen Dream
Eriksholm: The Stolen Dream
7.6
Grafica 8
Sonoro 8
Longevità 7
Gameplay 7.5
Aspetti positivi Narrativa matura e coinvolgente, con scelte morali significative Ambientazione ricca di atmosfera Meccaniche stealth solide e gratificanti Personaggi ben scritti e memorabili
Aspetti negativi Ritmo narrativo lento nelle fasi centrali Mancanza di varietà nelle interazioni ambientali Possibile linearità in alcuni snodi della trama
Considerazioni finali
Eriksholm: The Stolen Dream è un’esperienza che va vissuta con calma, sensibilità e attenzione. Non è un gioco per chi cerca l’adrenalina o l’azione a tutti i costi, ma per chi desidera immergersi in una storia toccante, in un mondo opprimente e realistico, e in un viaggio personale fatto di dolore, coraggio e speranza. Con una narrativa profonda, uno stile visivo suggestivo e meccaniche stealth ben congegnate, questo titolo rappresenta uno degli esempi più riusciti di come il videogioco possa raccontare storie complesse senza sacrificare il gameplay. Eriksholm: The Stolen Dream è un piccolo grande sogno che, una volta vissuto, difficilmente si dimentica.

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