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Empyreal, recensione (PlayStation 5)

Un monolite da esplorare

Pasquale Aversano 7 ore fa Commenta! 11
 
7
Empyreal

Sviluppato da Silent Games e pubblicato da Secret Mode, Empyreal è un action RPG in terza persona 3D a tema fantascientifico incentrato sull’esplorazione di un mastodontico e misterioso Monolite costruito da un’antica civiltà perduta. Noi siamo andati alla scoperta di segreti sfidando orde di nemici robotici su PlayStation 5 e questa è la nostra recensione. Pronto a una nuova avventura?

Contenuti
Empyreal e di una spedizione incompiutaUn action RPG in terza persona poco coraggiosoDi combattimenti e raccoltaGrafica e sonoro

Empyreal e di una spedizione incompiuta

Empyreal ci mette nei panni di una sorta di “mercenario” professionista e misterioso da personalizzare con un editor tutto sommato esaustivo seppur di netto inferiore rispetto ai suoi congeneri più pomposi e famosi. Tale personaggio, rigorosamente muto, potrà comunicare col prossimo esclusivamente attraverso una serie di scelte che provano, in modo molto rudimentale e semplice, a dare una parvenza di carattere al nostro personaggio. 

Ci riesce? Solo in parte. In realtà, la personalizzazione caratteriale e quindi l’identità dell’intero cast di personaggi di Empyreal si presta a più di un’osservazione. Il primo impatto, infatti, complice anche una scarsa mole di informazioni e un setting ambientale non dei più completi, si è in difficoltà nell’empatizzare con i nostri nuovi “amici”. Anche perché ognuno di loro sembra una sorta di cliché ambulante con alcune specifiche caratteristiche portate un po’ all’estremo.

Empyreal, recensione (PlayStation 5)

Abbiamo il quartiermastro saggio e pacato che gestisce il bar dell’hub, il capo missione che non perde occasione per maltrattarci, disprezzarci e anche malmenarci, l’archeologa invasata che pensa solo alle sue scoperte, una sorta di agente di controllo che sorveglia la stessa spedizione con aria distaccata, l’esperta di cartogrammi che è un’altra invasata “scientifica” e infine l’unica sopravvissuta dell’ultima spedizione che è un conglomerato di depressione e mutismo. 

Come puoi vedere e come anticipato, i cliché si sprecano eppure c’è una sorta di evoluzione con quasi tutti i personaggi. Il merito è essenzialmente legato alle nostre scelte e soprattutto alle missioni legate a ogni singolo membro della spedizione a cui, per essere onesti, si aggiungerà anche qualcun altro in corso d’avventura. Il risultato complessivo è quindi riassumibile in un impatto iniziale respingente e apatico a cui però fa strada, lentamente, un senso di evoluzione e conoscenza appagante che ribalta quasi totalmente il risultato.

La storia di Empyreal, quella ad ampio respiro e che fa da linea principale al canovaccio narrativo, è abbastanza “fumosa”, quasi come un soulslike. Gli elementi vanno “tradotti” e “percepiti”, l’assenza di documenti viene sostituita dai dialoghi coi membri degli hub e le loro rispettive missioni personali mentre c’è sempre un po’ la sensazione di “vuoto” narrativo che ti accompagna quasi fino alla fine. Un vuoto giustificato anche dal fatto che il titolo, per essere ritenuto completo, va giocato almeno due volte.

Empyreal, recensione (PlayStation 5)

Questa necessità, che non tutti sapranno accettare e affrontare, va a mitigare l’altrimenti scarsa longevità del titolo. E non è l’unica trovata votata a cercare di aumentare la longevità del titolo ma di questo ne parleremo nel paragrafo dedicato. Tornando alla storia, quella di Empyreal, seppur non sempre chiara, è comunque un discreto mosaico da costruire, lasciando margine interpretativo all’utente e fornendo comunque una solida base su cui avviare la nostra avventura. 

A conti fatti il nostro obiettivo è uno: svelare i misteri celati all’interno di un gigantesco monolite legato a sua volta a una civiltà misteriosa e antica. Le domande che andranno via via a snocciolarsi sono tante e metteranno in dubbia la natura stessa del monolite. Cos’è realmente? Qual è il suo scopo? E soprattutto, il capo squadra della spedizione, nonché scintilla di tutto, che intenzioni ha realmente? Come puoi vedere, gli interrogativi ci sono e ammettiamo che bastano a spronarci in un’avventura che non sorprende molto ma intrattiene abbastanza.

Empyreal, recensione (PlayStation 5)

Un action RPG in terza persona poco coraggioso

Empyreal è un action RPG in terza persona 3D con livelli “procedurali” che ricorda neanche molto lontanamente Remnant: From the Ashes. Come questi, infatti, i livelli che andremo ad affrontare sono praticamente procedurali per quanto riguarda il posizionamento di nemici, risorse e boss finale. Questo escamotage aiuta non poco a spaziare nelle quattro macro aree principali che compongono i “livelli” del monolite. Un quantitativo, paragonabile ai classici “biomi” abbastanza scarso se contiamo che in poco meno di 10 ore, potenzialmente, potresti già averle visitate tutte. 

In compenso, c’è una discreta variabilità delle aree esplorabili con una struttura sia orizzontale che verticale che non elemosina aree segrete, premiando coloro che andranno a smarrirsi nei meandri labirintici elaborati dagli sviluppatori. Ma come si accede ai livelli? Qui subentra uno dei pochi elementi identitari e apparentemente originali di Empyreal: i cartogrammi. Si tratta di sfere che aprono il portale di trasferimento ad aree specifiche di uno dei quattro livelli del monolite.

Empyreal, recensione (PlayStation 5)

Ogni cartogramma si distingue per livello di difficoltà, potenziale premio di completamento, tipologia di boss finale ed eventuali ostacoli e/o premi extra, tutto identificabile prima di utilizzare il cartogramma. La meccanica, come puoi immaginare, è accattivante e funzionale ma ben presto, complica anche un numero di “biomi” limitato, diventa ripetitiva. E questo elemento si accentua sia nelle fasi di grinding sia in una particolare fase avanzata del gioco dove sei praticamente costretto a rifare interi livelli cercando determinati boss da sconfiggere. 

Ovviamente, tale obbligo serve a potenziare una longevità altrimenti tarata al ribasso e che invece, complice anche una seconda run praticamente necessaria per il “true ending” (senza contare i finali alternativi in base alle nostre relazioni col resto della spedizione), riesce a portare il titolo a una longevità quasi alla pari coi suoi congeneri. Per quanto riguarda le tipologie di missioni, ne esistono solo di un tipo: andare da un punto A al punto B e sconfiggere il boss finale.

A ciò si aggiungono missioni opzionali date dai membri dell’hub come trovare determinate zone o oggetti ma la presenza o meno di queste sembra essere legata alla proceduralità stessa dei cartogrammi e quindi può rischiare di portare a numerose esplorazioni a vuoto. In compenso, a tutto ciò si somma un sistema di crafting accattivante e che premia, ancora una volta, tutti coloro che si daranno all’esplorazione selvaggia.

Empyreal, recensione (PlayStation 5)

Di combattimenti e raccolta

In Empyreal esistono tre set di armi: spada e scudo, arma a distanza e alabarda veloce. Il primo set permette un attacco forte, leggermente più lento, ravvicinato e votato alla difesa. Quelle a distanza, come da nome, premia gli scontri da lontano mentre l’ultimo premia riflessi e attacchi combo ravvicinati. A questo set di mosse si legano sia il sistema di equipaggiamento che quello delle abilità. Queste ultime, con ricarica temporanea automatica, possono essere legate o meno al set di armi scelto, vanno acquistate separatamente e permettono, se ben usate e studiate, di dar vita ad asset intriganti e letali.

Alcune abilità, infatti, permettono di curarsi o di alzare scudi temporanei mentre altre, offensive, possono dar vita a danni ad area notevoli. Per quanto riguarda, invece, il sistema di equipaggiamento, questi occupa un ruolo essenziale in quanto il livello del personaggio e le sue statistiche sono legate esclusivamente a ciò che equipaggiamo. Ecco quindi che il già citato grinding, è tutto legato ai tesori raccolti che sono, a loro volta, condizionati da determinate probabilità.

Empyreal, recensione (PlayStation 5)

Da segnalare, infine, il livello di difficoltà del titolo. Parliamo di un titolo legato tanto all’abilità del giocatore quanto, e soprattutto, al livello dell’equipaggiamento e ad eventuali sue combo. Purtroppo però, possono esserci anche situazioni di sbilanciamento che portano a frustrazione come alcuni boss che tolgono decisamente troppo o nemici in grado di concatenare attacchi continui e spesso letali. C’è anche uno particolare “stato”, denominato “smog” che porta a danni esagerati. 

Ad alimentare un po’ il tutto, si aggiunge l’assenza del lock sui nemici, che dona sì vita a scontri caotici e scenici ma che richiede anche un maggior intervento nel settare di continuo la mira per indirizzare i nostri attacchi. Inoltre, i colpi scagliati dai nemici fuori schermo non sono quasi mai visibili e questo può sbilanciarci molto rendendo gli scontri numerosi più pericolosi del dovuto.

Empyreal, recensione (PlayStation 5)

Grafica e sonoro

Ammettiamo che tecnicamente parlando, Empyreal ci ha sorpreso. L’impatto generale è positivo e il titolo regala scenari ampi e ben dettagliati. Anche i personaggi su schermo si difendono discretamente bene. Insomma, funziona tutto e anche in modo fluido peccato solo per un alone di anonimato che invade anche i nemici, prevalentemente creature robotiche molto simili tra loro e poco varie. Il risultato finale è comunque di buon livello e l’esplorazione è comunque incitata nonostante l’elemento procedurale.

Anche il sonoro si difende abbastanza bene, con tracce coerenti e piacevoli, mai ridondanti o fastidiose. Inoltre, da segnalare anche un buon doppiaggio in inglese a cui si aggiungono degli inaspettati ma apprezzabilissimi sottotitoli in lingua italiana. Presenza non da poco, considerando la mole di testo inclusa e il coinvolgimento maggiore che si ottiene.

Scopri tutto su Empyreal
Empyreal
7
Grafica 7.5
Sonoro 7
Longevità 6.5
Gameplay 7
Aspetti positivi Interessante sistema di cartogrammi Buon crafting e sistema di equipaggiamento e abilità funzionale Lato tecnico appagante Presenza sottotitoli in lingua italiana
Aspetti negativi Sbilanciamenti di difficoltà Longevità allungata in modo un po’ artificioso Non brilla di originalità e identità
Considerazioni finali
Empyreal è un titolo interessante che vince prevalentemente grazie a un impianto tecnico di tutto rispetto e a un vasto e articolato sistema di abilità ed equipaggiamento a cui si somma un intrigante sottostruttura di cartogrammi che va a incidere sui livelli e le loro tipologie. Il lato negativo, invece, è legato a una longevità prolungata da trovate non proprio apprezzate e da alcuni sbilanciamenti che potrebbero portare a momenti di frustrazione. In sintesi, è un titolo che non riesce a spiccare per originalità e identità ma che regala comunque un’avventura solida e piacevole.

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