Dragon Ruins II arriva oggi su Xbox Series X|S, Xbox One, Windows, PlayStation 5, PlayStation 4 e Nintendo Switch. Il prezzo è fissato a 14,99 dollari e KEMCO conferma che ogni store può proporre promozioni dedicate al lancio. Il gioco è sviluppato da Graverobber Foundation e punta a rilanciare un approccio classico al dungeon crawling con un sistema costruito attorno all’esplorazione, alla crescita del party e a missioni che aumentano di intensità fino allo scontro finale contro un drago antico risvegliatosi nelle rovine sotterranee.
Il titolo offre una struttura immediata. Parti dalla capitale di Isigwere, dove il tuo gruppo di avventurieri riceve incarichi che spaziano da banali problemi cittadini fino a richieste che hanno un impatto diretto sul destino del mondo. Il gioco vuole creare una progressione che passa da minacce minori come goblin e creature comuni a un conflitto più grande, con la regina che ti affida il compito di fermare un potere che minaccia la distruzione totale.
Un dungeon crawler costruito attorno a 15 aree da esplorare

Dragon Ruins II non tenta strade contorte. L’esperienza gira attorno ai 15 dungeon principali, ognuno strutturato per proporre un ritmo più intenso man mano che avanzi tra i livelli. Gli ambienti includono grotte, rovine, corridoi meccanici e zone più antiche che custodiscono reliquie utili per costruire un party davvero efficiente.
Il gioco abbraccia la filosofia dei dungeon crawler classici. Esplori, combatti, ottieni equipaggiamento migliore e torni in città per gestire abilità, materiali e quest. Non ci sono deviazioni narrative particolarmente elaborate. Tutto viene costruito attorno alle tue scelte nella composizione del gruppo e nei potenziamenti disponibili per affrontare le aree successive. Ogni dungeon include nemici con pattern differenti e boss che richiedono un minimo di adattamento nelle build.
Un sistema di classi pensato per sperimentare
Uno degli elementi più interessanti riguarda la scelta dei personaggi. Dragon Ruins II propone 21 classi, un numero nettamente superiore alla media dei dungeon crawler a piccolo budget. Puoi formare un party da quattro membri scegliendo tra archetipi familiari come Fighter, Ranger e Mage, ma anche varianti più specifiche che si concentrano su supporto, debuff o attacchi a distanza con meccaniche miste.
Molte classi funzionano in combinazione. La forza del gioco è permettere al giocatore di creare gruppi tematici o squadre più tecniche capaci di affrontare run ripetute con strategie differenti. Questo sistema punta a dare libertà a chi vuole ottimizzare danni, gestione dei turni e costruzioni basate su equipaggiamenti molto precisi.
La varietà del roster diventa centrale quando ti spingi nelle fasi più avanzate. Le combinazioni tra abilità, nuove armi e perk costruiti nel corso delle run permettono di correggere la rotta quando un dungeon diventa troppo complesso. Qui Dragon Ruins II trova un equilibrio interessante, perché costringe a ragionare più sulla gestione del party che sull’aumento “meccanico” delle statistiche.
Quest, bottini e crescita del personaggio

Le attività si suddividono tra incarichi della popolazione, missioni principali connesse alla storia e un set più ampio di obiettivi secondari. Il ritmo è rapido. Completi una quest, torni in città, selezioni un dungeon e riparti. Questo sistema evita tempi morti e fa sentire subito la progressione, elemento chiave per mantenere vivo il loop del genere.
Una caratteristica centrale è la presenza degli auto battles. Puoi velocizzare gli scontri quando la tua build è abbastanza solida da gestire orde di nemici senza richiedere interventi manuali continui. Non è una funzione decorativa. Serve per snellire la fase di grinding, permettendo di dedicare tempo alle zone più pericolose o ai boss extra.
L’equipaggiamento ha un peso elevato. Ogni dungeon include equip avanzato che modifica statistiche chiave e apre interazioni con abilità di classe. In Dragon Ruins II il potenziamento non ruota solo attorno ai numeri. Molti oggetti cambiano il modo in cui approcci una run. Alcune armi generano turni extra, altri item influenzano il raggio delle abilità, altri ancora potenziano effetti di status come veleno o fuoco. Ci sono margini per creare gruppi molto diversi tra una partita e l’altra.
Rigiocabilità e boss sempre più impegnativi
Il titolo spinge parecchio sulla rigiocabilità. Le run sono costruite per essere affrontate più volte, con nemici che crescono di livello e boss che richiedono strategie via via più complesse. Un gruppo costruito per gestire attacchi fisici potrebbe crollare di fronte a boss che puntano sul controllo del campo o su abilità ad area.
Le meccaniche funzionano meglio quando ti spingi verso l’endgame. I dungeon diventano più lunghi e i drop più interessanti. L’obiettivo finale resta sconfiggere il drago risvegliato nelle rovine sotterranee, ma lungo il percorso Dragon Ruins II inserisce nemici che mettono alla prova ogni debolezza del party.

Pubblico di riferimento e classificazione
Il gioco è classificato ESRB Teen per fantasie violente e temi allusivi, mentre PEGI 12 segnala contenuti legati a umorismo a sfondo leggero. Il target è quindi ampio, orientato ai fan dei dungeon crawler classici e agli appassionati di RPG a turni con struttura semplice e progressione immediata.
Dragon Ruins II vuole essere un titolo accessibile, perfetto per chi cerca un gioco veloce da avviare, senza sistemi dispersivi ma con abbastanza profondità da permettere build interessanti. Con 21 classi, 15 dungeon e un sistema di quest che mantiene viva la progressione, costruisce un loop solido che punta alla costanza più che agli effetti speciali.
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