Sviluppato da Firedrake Games e pubblicato da BlackSmoke Studios, Desert Race Adventures, a dispetto del nome e delle apparenze, è un gestionale in 2D con elementi da roguelike. Un ibrido interessante che colpisce proprio per la sua stessa formula, il tutto ambientato, ovviamente, nel mondo dei motori e, nel dettaglio, in una corsa di rally che ci vedrà affrontare anche il deserto. Noi ci siamo messi più volte alla prova affrontando innumerevoli imprevisti su Nintendo Switch e questa è la nostra recensione. Pronto a scaldare i motori? Si parte!
Desert Race Adventures una corsa senza storia
Senza girarci troppo intorno, Desert Race Adventures non vuole raccontare una storia ma offrire un’esperienza e, al tempo stesso, una sfida. L’esperienza è quella di una corso contro gli imprevisti che vede un pilota e il suo copilota alla guida di un’auto in una corsa costantemente cronometrata e che culmina, in circa venti-trenta minuti con un punteggio e rispettiva classifica. Sempre se non ci si ferma prima dinanzi al fatidico “game over”. L’anima arcade del titolo è quindi molto presenta e funziona per tutti coloro che adorano superare se stessi e gli altri.
Il problema principale di Desert Race Adventures è però la casualità dei suoi eventi che rendono ogni singola corsa troppo diversa dalle altre e quindi non “eque” per una valutazione paritaria. Banalmente, gli eventi casuali che possono creare danni a piloti e vettura, possono rallentare bruscamente la corsa e/o azzerrare quasi del tutto le risorse in nostro possesso costringendoci a rallentamenti o ritirare di emergenza. Non solo, ci sono eventi che possono portare i piloti a smarrirsi e prolungare il percorso di decine e decine di chilometri.

Tutto ciò è semplicemente imprevedibile, fa parte del gioco e non sembra essere collegato in alcun modo al nostro sistema di scelte che, invece, è connesso alla gestione di risorse e statistiche per quanto riguarda la micro gestione dell’inventario e la possibilità di far riposare i due piloti. e approfittiamo di questo paragrafo per confermare che Desert Race Adventures è un gestionale roguelike e non un gioco di corse. Anzi, l’auto guiderà da sola, procedendo in linea dritta in modo spedito e anche esteticamente monotono.
La nostra azione ludica è quindi relegata esclusivamente e in modo sinceramente originale, alla gestione delle opzioni di scelta in caso di eventi, alla possibilità di mutare la velocità seguendo tre livelli a disposizione e il comando “riposa” che permette ai piloti di rigenerare l’energia vitale e la stanchezza. Quindi Desert Race Adventures è completamente incentrato sulla gestione di statistiche con l’obiettivo di arrivare alla fine della gara coi piloti ancora vivi e l’auto funzionante, cosa che, ti garantiamo, non è affatto scontato.
Narrativamente parlando, non c’è quindi una storia se non la gara in sé e gli eventi che vanno a sommarsi man mano si procede nel percorso, tra l’altro sempre ben visibile a schermo. Le tappe segnate, tutte città e luoghi reali, sono sia un momento ludico per rifornire l’inventario sia un micro spazio di “curiosità” turistica con tanto di note non sempre approfondite legate al luogo stesso a cui spesso si accompagna anche una fugace istantanea in pixel. Per quanto riguarda gli eventi in game, si va dall’incidente alla tempesta di sabbia, passando per i banditi fino al smarrirsi tra le dune. Una buona varietà che, innegabilmente, già alla terza run finiscono per ripetersi.

Come arrivare al traguardo
Desert Race Adventures è un gestionale con elementi roguelike e un fugace sistema di scelte testuali durante eventi procedurali. Ogni corsa è diversa dalle altre. Parliamo di un titolo incentrato sul sfidare se stessi e gli altri e quindi fortemente arcade nell’ancorarsi al sistema di punteggi finale che regala sì soddisfazione ma che potrebbe risultare un po’ poco in termini di rigiocabilità. Inoltre, considerando che oltre alla gara non c’è altro con cui intrattenersi, in molti potrebbero ritenere il titolo povero di contenuti.
Nonostante ciò, il sistema ludico implementato in Desert Race Adventures è interessante, con sprazzi di originalità e riesce a dare sia la sensazione di “avventura” quanto quella di costante imprevedibilità. Può succedere realmente di tutto anche a pochi metri dal traguardo e non bisogna mai abbassare la guardia. Come già anticipato, il titolo si basa sulla gestione di poche opzioni, tutte ancorate alle statistiche di piloti e vettura. Pilota e copilota bisogna selezionarli a inizio avventura e ognuno di loro a bonus e malus, alcuni potrebbero stancarsi prima rispetto ad altri o essere dei “mangioni” consumando quindi più risorse di cibo.

La selezione del proprio equipaggio è quindi già in partenza un modo per selezionare bonus e malus con cui fare i conti. A ciò si somma la scelta di tre elementi con cui riempire l’inventario e che fungono da risorse che saranno utilizzate automaticamente dal titolo in caso di necessità. Tra queste spiccano le riserve di cibo, carburante extra, delle parti con cui intervenire in caso di problemi meccanici e altro. La vettura stessa, infatti, ha delle sue statistiche come il carburante e la stabilità meccanica.
Quest’ultima è suddivisa in tre parti e richiede manutenzione pressoché costante in quanto basta che uno dei tre pezzi esaurisca le energie per rischiare un fermo della vettura e quindi il game over. Per riparare gli elementi meccanici dovrai investire le “parti” esattamente come per tener sazi i membri dell’equipaggio dovrai consumare cibo. Tutte queste risorse possono essere ricaricate in vari modi tra luoghi di stop che combaciano coi punti di interesse visualizzati sul percorso fino a eventi casuali e fortuiti.
Per il riposo dei piloti, invece, potrai scegliere quando preferisci l’opzione “riposa”. Questa ricarica il riposo e anche la salute ma aumenta il tempo di gara e quindi peserà sul punteggio finale che premia un percorso pulito e soprattutto rapido. Purtroppo, come detto, gli eventi casuali sono croce e delizia del titolo. Da un lato spezzano il ritmo e invogliano ad agire costantemente anche se spesso le scelte effettuate sono più mosse d’azzardo che di strategia. Dall’altro lato, invece, minano pesantemente la gestione stessa con malus che possono gravare più del dovuto anche in una partita gestita perfettamente.

Grafica e sonoro
Graficamente parlando, seppur abbastanza monotono e limitato in termini di variabilità estetica, la pixel art utilizzata è nostalgica ed efficace. Buona anche l’interfaccia, intuitiva e completa. Nulla di realmente identitario ma nel complesso funziona e svolge adeguatamente il suo compito. Anche le animazioni, seppur poche e ripetute di continuo, contribuiscono sia all’atmosfera retrò che alla “gara” stessa. Discorso analogo per il sonoro, non molto originale ma efficace nell’accompagnarci nei nostri viaggi.
Per quanto riguarda le modalità offerte dall’ibrida Nintendo, il titolo si difende bene in entrambe ma è in portabilità che offre il meglio, considerata la natura immediata del titolo e la durata relativamente contenuta di ogni singola gara. Da segnalare, infine e purtroppo, la totale assenza della lingua italiana anche se il testo utilizzato è abbastanza semplice da comprendere.
