Eccoci di nuovo con PlayerOne, la rubrica che ci porta a esplorare i mondi dei personaggi videoludici a cui siamo più legati. Oggi parleremo di una figura a cui, personalmente, sono molto affezionata e che mi ha fatto appassionare all’universo di The Walking Dead sviluppato da Telltale: Clementine.
Nel corso della saga videoludica di The Walking Dead, Clementine è stata riconosciuta da numerosi critici e giornalisti come il cuore emotivo della narrazione, capace di suscitare nel giocatore una profonda empatia nei suoi confronti, un risultato che pochissimi videogiochi sono riusciti a raggiungere.
Concept e creazione del personaggio
Durante la fase di sviluppo della storia, il team creativo desiderava inserire una bambina all’interno di una narrazione cupa e tragica, in linea con i toni presenti nel fumetto The Walking Dead di Robert Kirkman. È così che nasce il personaggio di Clementine, destinato a diventare un punto di riferimento fondamentale: una vera e propria “bussola morale” per il protagonista giocabile. Grazie alla sua intelligenza, onestà e intraprendenza, Clementine spinge il giocatore a riflettere profondamente sulle scelte da compiere lungo il percorso di gioco.
La creazione e il design del personaggio di Clementine si sono ispirati direttamente alla figlia del direttore creativo, Derek Sakai. Come lei, Clementine dimostra un certo gusto nel vestire, evidente ad esempio nell’iconico cappellino da baseball, che simboleggia il legame con i suoi genitori. Nel corso della saga, anche l’abbigliamento di Clementine cambia sensibilmente, riflettendo l’evoluzione della sua personalità. Nel primo capitolo, ad esempio, indossa un vestitino bianco e pulito, che però si sporca progressivamente durante il gioco, diventando metafora visiva della perdita della sua innocenza, come sottolinea lo stesso Sakai.

La relazione tra Lee e Clementine nel primo gioco è stata definita da molti come emotivamente autentica. Per costruire fin da subito questo legame profondo, gli sviluppatori hanno scelto di introdurre Clementine già nelle primissime fasi del primo episodio. La scena in cui Lee affronta la babysitter di Clementine, ormai trasformata in zombie, è stata pensata proprio per mettere in evidenza la simpatia, l’intraprendenza e al tempo stesso la vulnerabilità della bambina.
Gli scrittori hanno dovuto bilanciare con grande attenzione tutti gli elementi della scena, affinché Clementine non risultasse ai giocatori fastidiosa o noiosa. Il rischio, infatti, era che una percezione negativa del personaggio impedisse la creazione di un legame emotivo, portando il giocatore a prendere decisioni senza preoccuparsi realmente del suo destino. Questo ha reso lo sviluppo narrativo particolarmente complesso: gli autori dovevano fare in modo che Clementine diventasse una figura da proteggere e difendere. Ne è derivata una dinamica interessante, in cui alcune scelte vantaggiose per il gruppo non coincidevano necessariamente con ciò che era meglio per Clementine, ponendo il giocatore davanti a dilemmi morali tutt’altro che semplici.
Nel secondo capitolo della saga, Clem diventa il personaggio giocabile, a conferma della sua centralità nella storia. Questa scelta ha permesso di proseguire le tematiche avviate nel primo gioco, introducendo al contempo nuovi scenari e personaggi. Per la prima volta, Telltale si è trovata ad affrontare una sfida narrativa complessa: fare in modo che Clementine apparisse come un personaggio plasmato dalle decisioni prese dal giocatore nei panni di Lee, mantenendo così coerenza con il percorso emotivo costruito nel primo titolo.

Questo approccio si manifesta sin dall’inizio del secondo gioco, dove il giocatore, nei panni di Clementine, è chiamato a compiere scelte che possono avere conseguenze drastiche, come la morte di un personaggio o la separazione da un altro. Gli sviluppatori hanno dovuto anche riflettere su come presentare Clementine come una figura capace di influenzare profondamente il mondo e i personaggi intorno a lei, nonostante la sua giovane età. Il risultato è un personaggio che, pur essendo solo una bambina, dimostra forza, determinazione e un impatto emotivo e narrativo raro nei videogiochi.
Con il progredire della storia, Clementine diventa sempre più sfrontata e, a tratti, impulsiva. La fiducia negli altri si fa sempre più incerta, e la sua priorità diventa la sopravvivenza a ogni costo. Raggiunta l’adolescenza, si trasforma in una ragazza decisamente più indipendente, guidata dai propri valori e dalle proprie convinzioni.
Un passaggio fondamentale nel suo percorso avviene quando si ritrova a prendersi cura di AJ, un bambino nato durante l’apocalisse e rimasto orfano. Accanto a lui, Clementine impara a essere non solo più responsabile, ma anche più compassionevole, diventando per AJ una figura matura e protettiva, un vero e proprio punto di riferimento in un mondo ormai privo di certezze.
Come Clementine ha plasmato The Walking Dead
Clementine è una bambina che, già a soli otto anni, mostra un’intelligenza e una maturità decisamente fuori dal comune. Una delle sue qualità più evidenti è la perspicacia, rara nei bambini della sua età. Un esempio emblematico si trova nella prima stagione, quando Lilly mette sotto pressione Ben, appena arrivato nel gruppo insieme al suo insegnante. Mentre la tensione cresce, Clementine interviene con delicatezza, mostrando a Ben alcuni suoi disegni per distrarlo e allentare la tensione. Un gesto semplice, ma profondamente significativo, che contribuisce a salvarlo da un potenziale scontro e che dimostra quanto Clementine sia attenta e intuitiva, anche nei momenti più delicati.
Clem dimostra anche una straordinaria capacità di adattamento al mondo apocalittico popolato dai non-morti. Impara in fretta a sopravvivere in un ambiente ostile, grazie soprattutto all’influenza dei suoi tutori: Lee nella prima stagione e Jane, affiancata da Kenny, nella seconda. Jane, in particolare, le insegna tecniche di sopravvivenza avanzate, come uccidere gli zombie in modo silenzioso e poi saccheggiarne i corpi per recuperare munizioni o provviste, abilità fondamentali per restare in vita in un mondo dove ogni risorsa è preziosa

Se paragonata a Duck, il figlio di Kenny, Clementine si dimostra fin da subito molto più consapevole della gravità degli eventi e della situazione in cui si trova. Un momento particolarmente toccante è quando dice a Lee di sapere che i suoi genitori non ci sono più, dimostrando una lucidità emotiva sorprendente per la sua età. Nonostante viva in un mondo devastato, Clementine riesce a mantenere la propria integrità morale, come dimostra in una scena significativa: quando il gruppo, guidato da Kenny, trova un’auto abbandonata piena di provviste, la bambina si oppone all’idea di saccheggiarla, sostenendo che non sarebbe giusto nei confronti dei proprietari.
A quel punto, sta a Lee decidere se ascoltare Kenny o dare ragione a Clementine. Se sceglie di seguire il giudizio della bambina, lei lo apprezzerà profondamente, vedendolo ancor di più come un modello da seguire in un mondo che ha perso ogni riferimento.
Tuttavia, nonostante la sua maturità precoce, Clementine rimane pur sempre una bambina, e con l’infanzia porta con sé una certa innocenza, una qualità ancora dominante nel suo modo di vedere il mondo. Questa innocenza emerge, ad esempio, nella sua visione idealistica di come la società dovrebbe affrontare la minaccia dei non-morti: una prospettiva più ingenua che realistica, ma profondamente umana.
Anche quando non condivide alcune delle sue scelte, Clementine continua a vedere Lee come una figura paterna, in cui ripone una fiducia totale e da cui sa di essere protetta a ogni costo. I segni dell’influenza di Lee su di lei sono evidenti non solo nelle abilità di combattimento che acquisisce, ma anche nel modo in cui interagisce con gli altri: il suo senso morale, la sua capacità di ascoltare e il desiderio di fare la cosa giusta sono tutti tratti che rimandano agli insegnamenti ricevuti da lui.
Aver incontrato Lee e, allo stesso tempo, averlo perso sono due eventi fondamentali che segnano profondamente la crescita di Clementine, definendone il carattere e il percorso emotivo lungo tutta la saga.

L’innocenza persa
Dopo aver visto i suoi genitori ormai senza vita, aver affrontato l’atroce decisione se sparare a Lee o lasciarlo trasformare in zombie, e dopo la morte improvvisa di Omid, ucciso da un colpo di pistola, Clementine perde gran parte dell’innocenza infantile che ancora le restava.
Tutti questi eventi traumatici la segnano profondamente, accelerando la sua crescita e trasformandola in una persona diversa: più forte, più diffidente, ma anche più consapevole del peso delle proprie scelte in un mondo dove l’infanzia non trova più spazio.
Clementine non ha più una visione idealistica o speranzosa del mondo: ormai, l’unica cosa che conta per lei è sopravvivere. A questo punto della sua storia, è diventata estremamente preparata e capace di difendersi da qualsiasi minaccia e persino di uccidere, se necessario. Una trasformazione che riflette non solo la durezza del mondo che la circonda, ma anche la resilienza e l’adattabilità che l’hanno resa uno dei personaggi più memorabili del panorama videoludico.

Tuttavia, una parte del carattere dolce e leale di Clementine non è andata completamente perduta. Il giocatore ha infatti la possibilità di modellarla secondo le proprie scelte: può renderla più fredda e aggressiva nei confronti di chi le fa del male, oppure farla restare una persona genuina, capace di vedere ancora il meglio negli altri. Questa doppia possibilità dimostra che, nonostante tutto ciò che ha vissuto, in Clementine può sopravvivere una scintilla di umanità e speranza, pronta a riemergere nei momenti più inaspettati.
Nel periodo che intercorre tra il tempo passato con il gruppo di Luke e Kenny e l’incontro con Javier Garcia in The Walking Dead: A New Frontier, Clementine si trasforma in un’abile combattente, perfettamente adattata al mondo spietato che la circonda. Il suo stile di combattimento evolve: cambia il modo in cui affronta e uccide gli zombie, affinando le tecniche apprese nel tempo. Più avanti, trasmetterà queste abilità a Gabriel Garcia, durante il breve periodo in cui stanno insieme, e successivamente anche a AJ, il bambino nato durante l’apocalisse da Rebecca e Alvin, entrambi tragicamente scomparsi.
Con AJ si apre un vero e proprio punto di svolta per Clementine: prendersi cura di lui le affida una responsabilità immensa, che segna una nuova fase della sua vita. Inizia così a incarnare per il piccolo tutte le figure che, nel corso degli anni, sono state per lei mentori, protettori e guide, diventando per AJ ciò che Lee, Kenny, Jane e altri sono stati per lei.
Dopo aver lasciato la Nuova Frontiera, Clementine assume un atteggiamento molto più freddo e distaccato nei confronti degli altri. Smette di viaggiare in gruppo, convinta che prima o poi tutti finiranno per morire e che affezionarsi alle persone significhi soltanto esporsi a nuove sofferenze. Questa scelta riflette una profonda disillusione e una crescente solitudine, frutto delle numerose perdite che ha dovuto affrontare, ma mostra anche quanto Clementine sia cambiata, segnando un ulteriore passo nella sua trasformazione da bambina vulnerabile a sopravvissuta temprata.
In A New Frontier, dopo aver salvato AJ e intrapreso con lui un lungo viaggio, Clementine inizia a mostrare un lato più sereno e aperto. Cerca consapevolmente di non trasmettere al bambino il suo pessimismo, diventando per lui non solo una guida pratica, ma anche morale. Gli insegna tutto ciò che ha imparato sulla sopravvivenza, ma anche lezioni fondamentali su cosa significhi essere umani in un mondo devastato. Dopo tanto vagare, Clementine sente il bisogno di mettere radici. Questo desiderio la conduce al collegio Ericson, un luogo isolato ma pieno di potenziale, dove finalmente decide di fermarsi. Per la prima volta dopo anni, Clementine inizia a sentirsi al sicuro, e soprattutto… a casa.

Il personaggio di Clementine nella critica
Il personaggio di Clementine è stato acclamato tanto dai fan quanto dalla critica. Numerosi giornalisti l’hanno definita il cuore emotivo della saga di The Walking Dead, lodandone la profondità, la scrittura e la forza narrativa.
Tra questi, Colin Campbell di IGN ha affermato in un suo articolo: “Clementine è stata concepita per suscitare nei giocatori forti istinti protettivi. Senza di lei, Lee sarebbe solo un tipo che cerca di sopravvivere. Ma lei (un’innocente, forse anche un po’ troppo forzata) gli permette di provare empatia.”
Questa dichiarazione evidenzia quanto Clementine sia stata fondamentale non solo per la trama, ma per il coinvolgimento emotivo del giocatore, che attraverso di lei ha vissuto un’esperienza profondamente umana in un mondo disumano.
Anche Kirk Hamilton di Kotaku ha lodato Clementine, definendola un personaggio ben costruito e ricco di sfumature emotive. In uno dei suoi articoli afferma: “Lei è davvero fantastica. È dolce, divertente e più sveglia di quanto voglia far credere, eppure si comporta ancora come una bambina. È una delle rappresentazioni di bambini più credibili che abbia incontrato nei videogiochi negli ultimi tempi.”
Il legame tra Clementine e Lee è stato talmente potente da essere riconosciuto anche dalla critica come uno dei più memorabili nella storia dei videogiochi. Samuel James Riley di GamesRadar li ha inseriti tra i migliori duo videoludici, sottolineando l’intensità e la profondità del loro rapporto.
Allo stesso modo, Kevin Wong di Complex ha evidenziato l’impatto emotivo che Clementine ha avuto sui giocatori, affermando: “È difficile per me pensare a un personaggio di un videogioco che ha fatto emozionare e piangere uomini adulti più di Clementine.”
Parole che confermano quanto la sua storia sia andata ben oltre lo schermo, toccando corde emotive universali e lasciando un segno indelebile nel cuore di chi l’ha accompagnata nel suo viaggio.
