In un panorama videoludico dove il rischio creativo è spesso sacrificato in favore di formule consolidate, Clair Obscur: Expedition 33 emerge come una vera rarità. Si tratta del primo titolo di Sandfall Interactive, studio francese indipendente fondato da ex sviluppatori Ubisoft, i quali hanno deciso di allontanarsi dai blockbuster per esplorare sentieri più coraggiosi e poetici. E il risultato, come potrai immaginare, è sorprendente: Expedition 33 ha ricevuto una pioggia di consensi dalla critica internazionale, raggiungendo punteggi altissimi su Metacritic (media superiore a 90) e collezionando riconoscimenti ancora prima della sua release completa. Il gioco è stato immediatamente notato per la sua direzione artistica fuori dagli schemi, ispirata al movimento pittorico chiaroscuro e alle atmosfere oniriche della Belle Époque. A sorprendere è anche il contesto narrativo, profondo e filosofico, che non teme di trattare temi complessi come il destino, il tempo e la memoria. Se ci aggiungi un gameplay innovativo e un comparto tecnico da urlo, capirai perché molti lo considerano già uno dei migliori GDR dell’ultimo decennio.

La storia: poesia, mistero e destino di Clair Obscure: Expedition 33
La narrazione di Clair Obscur: Expedition 33 si svolge a seguito di un evento chiamato frattura nella città-stato di Lumière, o meglio in un frammento della stessa, un luogo sospeso tra sogno e realtà, dominato da un’estetica decadente e visionaria. Ogni anno, la misteriosa entità nota come la Paintress (la pittrice) dipinge un numero su un monolito oltre il continente ma ben visibile dalla stessa Lumiere. Chiunque abbia quell’età… muore. Nessuna spiegazione. Nessuna eccezione. Semplicemente vengono cancellati. Ogni anno il numero scende sempre di uno, avvicinandosi così all’estinzione della stessa popolazione.
Il giocatore veste i panni dei membri della spedizione 33, tra i quali troviamo Gustave e Maelle, alcuni dei protagonisti: un gruppo di eroi, filosofi, ribelli e reietti che ha deciso di ribellarsi a questa tirannia astratta. Il loro scopo? Trovare la Paintress e fermarla una volta per tutte. Non si tratta solo di sopravvivere, ma di restituire senso al tempo stesso. Tutti i personaggi sono complessi e ottimamente caratterizzati, i quali lasciano percepire il loro lato “normale” e umano, ma anche diverse sfaccettature venute fuori dal dover combattere contro un destino segnato dalla nascita.
La narrativa è costruita con grande sensibilità letteraria, evitando l’esposizione diretta e preferendo simbolismi, dialoghi interiori e suggestioni ambientali. Ogni interazione, ogni frammento di diario, ogni statua consumata dal tempo racconta qualcosa non solo della trama, ma del mondo stesso, un mondo che parla attraverso le sue crepe. Senza scendere in spoiler, ti basti sapere che la storia di Expedition 33 non è lineare, ma ramificata, con finali multipli che riflettono le tue scelte morali e il modo in cui interpreti il tempo e il sacrificio.

Gameplay: la rivoluzione del turno attivo e passivo
Ecco dove il gioco di Sandfall colpisce davvero nel segno. Clair Obscur: Expedition 33 è, a prima vista, un GDR a turni. Ma solo superficialmente. In realtà, il sistema di combattimento rappresenta un ibrido mai visto prima tra strategia a turni, azione in tempo reale e interazione cinematica. Un’evoluzione che ricorda quanto fatto da Sea of Stars o Yakuza: Like a Dragon, ma con molta più ambizione e precisione.
Il cuore pulsante di Expedition 33 risiede nel suo sistema di combattimento, che fonde magistralmente la strategia dei turni con l’immediatezza dell’azione in tempo reale. Durante i turni del giocatore, è possibile eseguire attacchi corpo a corpo per accumulare Punti Abilità (PA), utilizzare abilità speciali o attacchi a distanza con mira libera, simile a un third-person shooter. Questa libertà di scelta aggiunge una dimensione tattica, permettendo di colpire punti deboli specifici dei nemici.
Durante i turni nemici, il giocatore non è passivo: può schivare, parare o saltare gli attacchi in tempo reale. Le parate, se eseguite con il giusto tempismo, non solo riducono i danni subiti ma permettono anche di contrattaccare e accumulare ulteriori PA. Questa dinamica mantiene alta la tensione e richiede attenzione costante, rendendo ogni scontro coinvolgente e gratificante.

Personalizzazione Profonda e Sinergie di Squadra
Ogni membro dell’Expedition 33 dispone di un albero delle abilità unico, che consente una personalizzazione dettagliata dello stile di gioco. Ad esempio, Maelle può cambiare postura per adattarsi a diverse situazioni di combattimento, mentre Lune utilizza “macchie” elementali per potenziare le sue magie. Queste meccaniche incentivano la sperimentazione e la creazione di sinergie tra i personaggi.
La personalizzazione si estende anche all’equipaggiamento, con l’introduzione di “Pictos” e “Luminas“, oggetti che conferiscono bonus passivi e abilità speciali. Questi elementi permettono di adattare ulteriormente i personaggi alle proprie strategie, offrendo una profondità tattica che premia la pianificazione e la creatività.
Il mondo di Lumière non è un semplice sfondo. È un organismo vivo, da esplorare a piedi in terza persona con segmenti quasi da platform narrativo. Le ambientazioni sono verticali, labirintiche, piene di enigmi ambientali, collezionabili, segreti nascosti e scorci poetici. Alcune mappe però tradiscono un effetto corridoio, senza mai comunque far sentire il giocatore su vie forzate o a senso unico. I puzzle ambientali sfruttano elementi pittorici: spostare una macchia d’ombra, cambiare la prospettiva per far apparire un passaggio, o “dipingere” una soluzione usando l’energia assorbita nei combattimenti. Tutto è estetica e funzione al tempo stesso.

Comparto tecnico e artistico: pura bellezza visiva e uditiva
Dal punto di vista visivo, Clair Obscur: Expedition 33 è probabilmente il gioco più bello del 2025. Non è una bellezza “realistica” in stile fotorealistico, ma una bellezza espressiva, pittorica, che trasforma ogni schermata in un quadro animato. L’uso del colore e della luce – in particolare i contrasti tra luci dorate e ombre violacee – crea dei paesaggi tanto chiari quanto scuri, maestosi, artistici e anche cupi e bellissimi, ricordando il surrealismo moderno. Le animazioni sono fluide, ricche di dettagli: persino i riflessi sugli abiti, la polvere nell’aria e il modo in cui i personaggi si muovono dicono qualcosa della loro interiorità.
La colonna sonora è un altro gioiello. Composta da Éléonore Rousseau, fonde orchestrazioni classiche, cori eterei e tocchi elettronici minimalisti per creare un tappeto emotivo che accompagna perfettamente l’atmosfera. I momenti di tensione sono sottolineati da crescendo sottili; quelli di pace, da melodie quasi sussurrate.
Il doppiaggio è disponibile in francese (consigliatissimo per autenticità) e inglese, entrambi realizzati da attori teatrali e doppiatori professionisti. I suoni ambientali, dalle campane lontane al fruscio delle piume, completano un comparto sonoro immersivo e credibile.