Negli ultimi giorni Clair Obscur: Expedition 33 è finito al centro di una discussione accesa che va ben oltre il valore del gioco. Il tema è uno dei più sensibili dell’industria attuale: l’uso dell’intelligenza artificiale generativa nello sviluppo dei videogiochi. Una questione che, in questo caso, ha avuto conseguenze concrete, con la revoca di alcuni riconoscimenti ottenuti agli Indie Awards e una reazione durissima da parte di una fetta di pubblico.
A intervenire è stato direttamente il direttore del gioco, Guillaume Broche, che ha deciso di affrontare il tema senza giri di parole. Il messaggio è chiaro: il prossimo progetto dello studio non farà alcun ricorso all’IA generativa.
Cosa è successo con Clair Obscur: Expedition 33
Clair Obscur: Expedition 33 è un RPG a turni con comandi reattivi sviluppato da Sandfall Interactive per PS5, Xbox Series X|S e PC. Il gioco ha ricevuto voti alti, premi e una forte attenzione mediatica, diventando uno dei casi più interessanti della scena indie recente.
La situazione è cambiata quando è emerso che, durante lo sviluppo, il team aveva fatto uso di strumenti di intelligenza artificiale. In un primo momento lo studio era apparso contrario a queste pratiche, salvo poi ammettere di averle impiegate in modo limitato. Questa ammissione ha innescato una reazione a catena: critiche, discussioni online e la perdita di alcuni premi già assegnati.
“Abbiamo fatto delle prove, non ci è piaciuto”

Nel suo intervento pubblico, Broche ha spiegato il contesto. Quando l’IA generativa ha iniziato a diffondersi, nel 2022, lo sviluppo di Clair Obscur era già in corso. Si trattava di uno strumento nuovo e il team ha scelto di testarlo.
Secondo il direttore, l’utilizzo principale riguardava texture temporanee, pensate come segnaposto interni. Alcune di queste, per errore, sono finite nella versione iniziale del gioco. Il problema è stato corretto con una patch pubblicata nel giro di cinque giorni, ma il danno d’immagine era ormai fatto.
Broche ha anche sottolineato un punto che lo studio considera fondamentale: concept art, scrittura e doppiaggio sono stati realizzati da persone, non da algoritmi. Le prove con l’IA non hanno convinto il team, che ha descritto quell’esperienza come scomoda, quasi colpevole dal punto di vista creativo.
La promessa: niente IA nel prossimo gioco
Il passaggio più forte riguarda il futuro. Broche ha dichiarato che il prossimo progetto di Sandfall Interactive sarà creato interamente da esseri umani, senza alcun supporto di intelligenza artificiale generativa. Una presa di posizione netta, rara in un periodo in cui sempre più studi valutano o adottano questi strumenti.
Il direttore ha riconosciuto che prevedere l’evoluzione tecnologica è difficile, ma ha ribadito che l’intenzione dello studio è mantenere un approccio artigianale allo sviluppo, basato su talento umano, scelte creative e controllo diretto di ogni elemento.
Un caso simbolo per tutta l’industria

La vicenda di Clair Obscur non è isolata. Negli ultimi mesi diversi progetti sono stati criticati per l’uso dell’IA, dalla grafica generata automaticamente fino alle voci digitali. In molti casi la reazione del pubblico è stata negativa, con accuse di scarsa cura artistica e di riduzione del lavoro umano.
Il caso Sandfall colpisce perché arriva da uno studio indie, non da un colosso. Questo rende la promessa ancora più interessante: da una parte c’è il rischio di costi più alti e tempi più lunghi, dall’altra la volontà di difendere un’identità creativa precisa.
Fiducia da riconquistare
Resta una domanda aperta: il pubblico crederà a questa promessa? La fiducia, una volta incrinata, richiede tempo per essere recuperata. Sandfall Interactive ha scelto la strada più difficile, quella della trasparenza e dell’impegno pubblico.
Il prossimo gioco dello studio diventerà, volente o nolente, un banco di prova. Non solo per il team, ma per un’industria che sta ancora cercando di capire quale spazio dare all’intelligenza artificiale senza perdere anima, credibilità e rispetto dei giocatori.