GOG apre un nuovo capitolo della sua storia. La piattaforma di distribuzione digitale specializzata in giochi DRM-free passa ufficialmente sotto il controllo di Michał Kiciński, co-fondatore sia di GOG sia di CD PROJEKT. Un passaggio che segna una svolta importante per uno degli store PC più riconoscibili e identitari del settore.
Fino a oggi GOG faceva parte del gruppo CD PROJEKT. Con questa operazione, invece, la piattaforma torna nelle mani di chi l’ha ideata, con l’obiettivo dichiarato di rafforzarne i principi fondanti: libertà, indipendenza e reale controllo dei giochi acquistati.
Un ritorno alle origini per GOG
Nel comunicato ufficiale pubblicato sul blog di GOG, Kiciński ha ribadito un concetto chiave: GOG esiste per garantire che i giochi appartengano ai giocatori. Niente DRM, niente obblighi legati a client invasivi, nessun ecosistema chiuso che limiti l’accesso ai titoli nel tempo.
Secondo il co-fondatore, i giochi che hanno segnato intere generazioni meritano di restare facili da trovare, acquistare, scaricare e giocare, anche a distanza di molti anni. Un obiettivo che negli anni si è scontrato con problemi di compatibilità, diritti e tecnologie obsolete, ma che GOG ha sempre cercato di affrontare con soluzioni dedicate.
Perché CD PROJEKT fa un passo indietro
Dal punto di vista di CD PROJEKT, la cessione di GOG rientra in una strategia più ampia. Il gruppo polacco vuole concentrare risorse ed energie sullo sviluppo dei suoi giochi principali e su nuovi progetti legati ai propri brand.
Questo non significa un taglio netto dei rapporti. Al contrario, la collaborazione con CD PROJEKT RED continuerà: i giochi dello studio resteranno disponibili su GOG e anche le prossime uscite arriveranno regolarmente sulla piattaforma.
In sostanza, CD PROJEKT si sfila dalla gestione diretta dello store, ma non abbandona GOG come partner.
DRM-free e preservazione: il cuore del progetto
Il nuovo corso di GOG punta a rafforzare due pilastri storici: assenza di DRM e preservazione videoludica. Nel messaggio ufficiale viene sottolineato come questi valori siano oggi ancora più rilevanti, in un mercato PC sempre più orientato verso launcher obbligatori e servizi chiusi.
GOG intende continuare a investire nella salvaguardia dei classici del passato, rendendoli compatibili con i sistemi moderni e mantenendoli accessibili nel tempo. Non solo nostalgia, ma tutela culturale di un medium che rischia spesso di perdere pezzi importanti della propria storia.
Nessun cambiamento per librerie e account
Per gli utenti, la notizia più importante è forse quella più semplice: non cambia nulla. Le librerie resteranno intatte, gli account non subiranno modifiche e tutti i dati già presenti su GOG verranno mantenuti.
Anche GOG GALAXY continuerà a essere opzionale, senza diventare un requisito obbligatorio per giocare. Un dettaglio che ribadisce la volontà di non snaturare l’esperienza a cui la community è abituata.
I fondi per la preservazione restano a GOG
Un altro punto centrale riguarda il denaro raccolto tramite GOG Patrons e il Preservation Program. La piattaforma ha confermato che questi fondi resteranno interamente a disposizione di GOG e verranno utilizzati per gli stessi scopi già dichiarati.
Nel comunicato si parla apertamente di piani ambiziosi per il biennio 2026-2027, con nuove “missioni di salvataggio” dedicate ai giochi storici. Maggiori dettagli verranno condivisi nel corso del 2026.
Quanto è costata l’operazione

Dal punto di vista economico, l’acquisizione ha un valore tutt’altro che simbolico. GOG è stata venduta per 90,7 milioni di złoty polacchi, pari a circa 21,4 milioni di euro.
Prima della chiusura dell’accordo, firmato il 29 dicembre 2025 e operativo dal 31 dicembre 2025, CD PROJEKT aveva già incassato 44,2 milioni di złoty (circa 10 milioni di euro) derivanti da profitti precedenti, in quanto unico proprietario dello store.
Cosa aspettarsi nel breve e nel lungo periodo
Nel breve termine, la community non dovrebbe percepire scossoni. GOG continuerà a funzionare come sempre, con lo stesso catalogo e la stessa filosofia. Le vere novità emergeranno nel medio e lungo periodo, quando Kiciński potrà imprimere una direzione più marcata alla piattaforma.
Il messaggio lanciato è chiaro: GOG vuole restare un’alternativa credibile nel panorama della distribuzione digitale PC, puntando su etica, durata nel tempo e rispetto per giocatori e sviluppatori.
In un’industria che corre verso modelli sempre più vincolanti, GOG sceglie di rallentare e difendere un’idea diversa di possesso e accesso ai videogiochi. Ora resta da vedere quanto questa visione riuscirà a crescere sotto una guida che, di fatto, riporta la piattaforma alle sue radici.
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