Dopo oltre vent’anni di dominio nel panorama degli sparatutto, Call of Duty si trova spesso a dover bilanciare la necessità di innovare con quella di rassicurare la sua immensa base di fan. Con Black Ops 7, Treyarch ha scelto la strada dell’eccesso: più grande, più strano, più interconnesso.
Ambientato nel 2035, il gioco si propone come un sequel diretto dell’amato Black Ops 2, ignorando in parte le convenzioni per abbracciare una follia psichedelica. Ma l’ambizione smisurata ha un prezzo, e questo giro te lo premetto: forse il prezzo è stato troppo caro per riuscire a pagarlo!

Call Of Duty Black Ops 7 e la campagna: un trip psichedelico che non convince
La narrativa di Call Of Duty Black Ops 7 ci riporta nei panni di David Mason (ora interpretato da Milo Ventimiglia), dieci anni dopo gli eventi che hanno visto la fine di Raul Menendez. O almeno, così credevamo. In un mondo destabilizzato, l’organizzazione tecnologica “The Guild” si propone come salvatrice dell’umanità, ma i metodi della sua CEO, Emma Kagan, nascondono ombre inquietanti legate all’uso di armi biochimiche basate sulla paura.
L’aspetto più sorprendente della campagna è la sua volontà di abbracciare il surreale. Grazie all’espediente delle tossine allucinogene, il giocatore viene trascinato in sequenze oniriche visivamente sbalorditive: dai machete giganti che piovono dal cielo a versioni distorte e demoniache di scenari storici come Vorkuta.
Nella prima mezz’ora di campagna succede letteralmente di tutto, e quando arrivi alla prima boss fight (E si, ci sono le boss fight) e per vincerla ti vedi costretto a lanciare machete giganti, capisci che forse, si è osato fin troppo.

È infatti nella campagna di Call Of Duty Black Ops 7 che Treyarch osa, regalando momenti di pura follia visiva che rompono la monotonia del “soldato realistico”. Purtroppo però, si è riusciti a compiere disastri anche nelle meccaniche più basiche, come la possibilità di giocare l’intera storia in cooperativa a quattro giocatori.
Risulterà infatti impossibile mettere in pausa il gioco, e tentare di giocare la campagna in solitaria si trasformerà in un’esperienza sgradevole in quanto non è stata studiata per un singolo giocatore.
Oltre a questo, mi è risultato subito evidente che la struttura scricchiola sotto il peso delle sue influenze RPG. La scelta di introdurre una progressione del personaggio con statistiche migliorabili (salute, armatura) ha portato a un bilanciamento discutibile: i nemici, per compensare la nostra potenza crescente, diventano spugne anti-proiettili. Questo rende alcuni scontri, specialmente le boss fight, meccanicamente ripetitivi e più simili a un raid di Destiny (e questo la dice lunga) che a un frenetico scontro a fuoco alla CoD. Si apprezza lo stravolgimento, ma purtroppo questo giro non ci siamo minimamente.
La narrazione di Call Of Duty Black Ops 7 soffre inoltre di un ritmo altalenante. Le missioni “Open World” ambientate nella mappa di Avalon sembrano riempitivi poco ispirati, spesso risolvibili volando via con la tuta alare per evitare il combattimento, mentre la villain principale manca del carisma magnetico che aveva reso Menendez un’icona.

Il Multiplayer: Formula vincente non si cambia
Se la campagna divide, il comparto multigiocatore unisce. Treyarch ha dimostrato di aver ascoltato le critiche mosse al capitolo precedente, confezionando un’esperienza che respira, corre e diverte. L’abbandono delle mappe minuscole e caotiche in favore di arene più ampie e strutturate secondo la classica filosofia a “tre corsie” ha risolto gran parte dei problemi di spawn che potevamo ammirare nei giochi precedenti.
Il gameplay è definito dal nuovo sistema di movimento. L’Omnimovement è stato arricchito dal Wall Jump (salto sul muro). Non si tratta di una corsa sui muri in stile Titanfall (se te lo stessi chiedendo), ma di un tocco rapido che permette di scavalcare ostacoli verticali, sorprendere i camper o guadagnare informazioni visive saltando sopra una copertura. È una meccanica che premia l’agilità senza rompere il bilanciamento del gioco a terra.

Le mappe di Call Of Duty Black Ops 7 brillano per varietà e design e non manca il ritorno di classici come Raid ed Express non sembra un semplice riciclo, ma una celebrazione del passato integrata in un gameplay moderno.
Sul fronte delle modalità, la novità Overload (una variante competitiva di Cattura la Bandiera) si è rivelata una scommessa vincente per il gioco di squadra, mentre la modalità Skirmish 20v20 soffre di una certa dispersione, risultando troppo vasta per il tipo di combattimento ravvicinato che il gioco predilige.
Da notare il ritorno a un sistema di matchmaking più “classico” e meno punitivo rispetto al rigido SBMM (Skill-Based Matchmaking) degli ultimi anni, una mossa che ha reso le lobby più variegate e meno stressanti per molti veterani. C’è però da dire che avrei apprezzato un ritorno anche alle modalità più classiche come per esempio gioco delle armi. Mi rattrista molto che non siano state implementate in un gioco che promette di essere il più vasto mai creato.

Zombie: La rivoluzione: arrivano le quattro ruote
La modalità Zombie di quest’anno è un sentito tributo alle origini di Black Ops 2, ma con una scala e una struttura completamente rivisitate. Abbandonando le atmosfere diurne e un po’ spente delle uscite recenti, ci immergiamo nel Dark Aether, una dimensione che funge da “Triangolo delle Bermuda” sovrannaturale, mescolando luoghi ed epoche diverse in un’oscurità opprimente ma affascinante.
La mappa principale, Ashes of the Damned, introduce una novità meccanica fondamentale: Ol’ Tessie. Questo veicolo non è solo un mezzo di trasporto per navigare l’enorme mappa, ma funge da base mobile e da macchina Pack-a-Punch ambulante, un’idea che ho trovato molto simpatica e che rinnova il gameplay.
La necessità di proteggere e potenziare il veicolo aggiunge uno strato di tensione costante: scendere per raccogliere risorse significa esporsi ai Ravager, nemici velocissimi che infestano le strade, o al terrificante Zursa, un orso zombie che comanda sciami di api infette capaci di rallentare i movimenti del giocatore.

Per chi cerca un’esperienza più tradizionale e meno dispersiva, la mappa Vandorn Farm offre una classica sopravvivenza a round in uno spazio contenuto, perfetta per sessioni rapide. Treyarch ha fatto un ottimo lavoro nel diversificare l’offerta: l’atmosfera è tornata a essere cupa e inquietante, e la profondità dei segreti da scoprire sembra garantire mesi di caccia agli Easter Egg.
Non sto neanche a parlare di Dead Ops Arcade 4. Provalo! Si tratta di un trip mentale e un ritorno alle sale giochi anni 80.
Comparto Tecnico ed Endgame: Finalmente un’ottima ottimizzazione
Tecnicamente, Black Ops 7 è un prodotto di altissima caratura. Su console di nuova generazione e PC di fascia alta, il gioco scorre fluido. Ho avuto il piacere di provarlo su una Series S e su un PC di fascia alta a dettagli massimi. I modelli delle armi, gli effetti particellari delle abilità futuristiche e le animazioni facciali nelle cutscene sono al vertice della categoria.
Ma ciò che mi stupisce di più è l’ottimizzazione. Solitamente su PC ci ritroviamo CoD ottimizzati discutibilmente, quest’anno invece, frame rate stabile e soprattutto esperienza quasi a 0 crash.
C’è un ultimo tassello di cui devo parlarti e cioè la vera rivoluzione strutturale, che però rappresenta anche un’arma a doppio taglio: il sistema di progressione unificata. Tutto è collegato: giocare la campagna fa salire di livello le armi per il multiplayer; una partita a Zombie sblocca accessori per la modalità Endgame.
Ottima idea o ennesimo concept che delude? Sinceramente non lo so ancora. Forse avrei preferito la formula classica e avere il tutto separato. Ma ammetto che a molti fa gola poter progredire in tutto giocando principalmente a ciò che più piace.
Parlando di Endgame, questa è la nuova modalità post-campagna ambientata nella mappa di Avalon. Si tratta di un ibrido PvE a estrazione per 32 giocatori, che prosegue la storia principale. Qui i giocatori devono completare missioni, raccogliere bottino e fuggire prima di perdere tutto.

Sebbene l’idea di unire la narrazione a un gameplay in stile extraction shooter sia intrigante, soffre di un’intelligenza artificiale nemica altalenante (a volte cecchini infallibili, a volte al pari di manichini) e di un mondo di gioco che, senza la densità di eventi scriptati della campagna, può apparire a tratti vuoto. Tuttavia, il potenziale per l’evoluzione stagionale è enorme.
