The Blair Witch Project fu una vera e propria rivelazione del cinema nel 1999. Un film indipendente, con un budget davvero risicato, che riuscì a fare il boom di incassi al botteghino. Fu una delle prime pellicole a far partire il filone dei “video ritrovati” (found footage in inglese), ovvero un genere che metteva in confusione lo spettatore mettendogli il dubbio sul fatto che il ritrovamento fosse vero o meno.
L’utilizzo di una videocamera “normale”, di quelle da centro commerciale per capirci, dava quel tocco di realismo che riusciva a mettere una buona dose di terrore nello spettatore. Peccato che i sequel non abbiano mai raggiunto il successo e il livello di paura che il primo capitolo seppe dare, incluso il recente reboot del franchise (anzi sopratutto quest’ultimo).
Facciamo un salto, quindi, ai giorni nostri, al 2019 per la precisione, dove il team polacco Bloober Team, già creatore della serie Layer of Fear, prende la licenza di Blair Witch Project, con l’intento di creare un solido gioco per le nostre console. Una storia buona, che basa le sue fondamenta sull’horror psicologico, piuttosto che sullo splatter più puro, con un titolo in prima persona che tenterà in tutti i modi di farci spaventare almeno tanto quanto la pellicola da cui prende ispirazione. Ci saranno riusciti?
Ellis Lynch
Ambientato 2 anni dopo gli avvenimenti del primo film, Blair Witch, ci metterà nei panni di Ellis Lynch, un poliziotto che si aggrega alle ricerche di un ragazzino di 9 anni il quale è sparito nella foresta di Burkittville, dove è ambientato il primo film. Armati solo di: una torcia elettrica, un cellulare alla vecchia maniera e il vero protagonista del titolo, Bullet, un cane pastore tedesco, nostro fido compagno, ma soprattutto utilissimo strumento per riuscire a trovare indizi sulla nostra indagine. Quindi con solo questo equipaggiamento, affronteremo il male che permea la foresta di Burkitville, ma scopriremo dettagli anche sul nostro travagliato passato.
Per non incappare negli spoiler, visto che il titolo è pieno di colpi di scena, mi fermo qui con l’inizio della storia raccontata. Sappi solo che Ellis, il protagonista, il quale sembra la persona più onesta del mondo, ha un forte lato oscuro, ma come ti ho detto i vari risvolti si sapranno proseguendo nel titolo. Gli eventi traumatici nella vita del personaggio principale, ne hanno forgiato il carattere e tutto questo, nel suo insieme, si sposerà con la trama di Blair Witch fino a portare al suo finale.
Bullet e Videocassette
Naturalmente, boschi infestati, streghe e traumi personali sono il fulcro di tutto il titolo, tuttavia, come dicevo prima, la vera star di Blair Witch è sicuramente il cane di Ellis, Bullet. La spalla del protagonista è alla base delle meccaniche di gioco. Grazie a lui dovremo: scoprire segreti, oggetti utili alla nostra campagna e cercare le piste giuste per proseguire nella storia.
Non solo, esso sarà fondamentale in determinate missioni visto che alcuni combattimenti andranno fatti per forza di cose grazie a lui e alla sua vicinanza. Infatti lo stare lontano da Bullet ci porterà a morte certa, visto che solo con il nostro fidato cane potremo essere invulnerabili a determinati attacchi nemici. Sempre al nostro fianco, alla ricerca di nuovi indizi, dovremo, oltre che utilizzarlo per i nostri scopi, coccolarlo o sgridarlo in base alla situazione.
Un’altra parte del gameplay ben studiata è l’utilizzo della videocamera e delle videocassette. Questa la potrai trovare ad inizio gioco e sarà utilizzata per risolvere parecchi enigmi di tipo ambientale. Infatti quello che succederà nello schermo della videocamera, accadrà anche intorno a noi.
Ad esempio: se ci sarà un albero abbattuto che ci sbarra la strada e avremo il video che ritrae l’accaduto, potremo riavvolgere la cassetta e far ritornare l’albero alla sua posizione originaria con il via libera per la strada originariamente bloccata. Oltre che alla risoluzione di enigmi, la videocamera, servirà per sapere risvolti della trama e carpire indizi utili alla nostra quest.
A parte questi due particolari modi di giocare Blair Witch, ci sono alcuni aspetti in cui il titolo, purtroppo, mostra il fianco. Man mano che procederai con il gioco, oltre che una certa dose di tensione, più dovuta dal fatto di aver visto il film che dal videogioco in se, Blair Witch cade nel tranello della ripetitività.
Passerai letteralmente ore a fare praticamente le stesse identiche cose, ovvero: dì a Bullet di trovare una pista, seguilo, cerca nei dintorni qualcosa di utile ed eventualmente usa le cassette per qualche indizio, trovalo e ripeti. In più l’area da esplorare è abbastanza piccola, quindi, anche se la location, per forza di cose, da quel senso di tutto uguale (si tratta pur sempre di una foresta), difficilmente ti farà perdere nei suoi meandri.
Sonoro ok, grafica un po’ meno
Per quanto riguarda l’aspetto tecnico, la grafica non è nulla di che, ma sospetto che questo sia dovuto più che altro ad un limite della console Nintendo Switch, visto che le altre versioni per PlayStation 4 e Xbox One hanno dei poligoni nettamente più definiti. Per la ibrida di Nintendo le texture risultano leggermente sgranate e qualche volta assistiamo a un leggero calo di framerate. La cosa viene accentuata se giochiamo in modalità docked, dove, per colpa dello schermo più grande, questo difetto si vede di più.
Il reparto sonoro, invece, è davvero niente male con musiche assenti, scelta che approvo, visto che questo escamotage amplifica i suoni ambientali dati dalla foresta e dai nostri strumenti, tipo il walkie talkie e il cellulare, ma sopratutto migliora, di poco, la tensione generata.
Senza infamia e senza lode
Concludendo, il classico gioco senza infamia e senza lode. Non brutto, ma nemmeno il titolo da avere a tutti i costi. Se da una parte abbiamo un gameplay originale dato dal nostro compagno Bullet e dalla presenza delle videocassette, dall’altra si poteva fare di più dando una maggiore varietà.
Purtroppo questo fa scadere Blair Witch nel temutissimo fattore ripetitività. Anche a livello di tensione: nulla di che (ho giocato il titolo di sera a luci spente e con le cuffie, quindi un must per il genere). I famosi jump scares sono ridotti all’osso e anche la solitudine, data dalla foresta di Burkittville, non da quel senso di angoscia che dovrebbe trasmettere un titolo simile (Silent Hill docet).
La paura è generata di più dal fatto di aver visto il film che dal gioco vero e proprio. Da un punto di vista grafico, le texture risultano sgranate, forse per demeriti di Switch, ma su altre piattaforme Blair Witch è nettamente più bello da vedere. Il sonoro, invece, è buono grazie ai rumori della foresta che riescono a creare un buon coinvolgimento. Peccato perché ci potevamo trovare davanti un titolo che ci avrebbe fatto passare parecchie notti insonni, visto il materiale da cui attinge.
Però così non è stato, quindi te lo consiglio solo ed esclusivamente se sei un patito dell’horror o magari se particolarmente affezionato al franchise di The Blair Witch Project. E in ogni caso, se ne hai l’opportunità, di prenderlo per le altre console, PlayStation 4 o Xbox One.